Il vangelo secondo Matteo (Renzi) Senza chiarezza in una società sempre più divisa tra ricchi e poveri

martedì 9 aprile 2013 di Giuseppe Tamburrano

Una intera pagina del Corriere della Sera del 4 aprile è dedicata ad una intervista a Renzi. Il Renzi-pensiero è di notevole interesse per la sua concretezza e per la sua chiarezza; egli potrebbe dividere o indebolire il M5S perché propone soluzioni e rimette in moto la politica: “Non si può stare così in mezzo al guado”: o si va al voto o si tratta col PDL.
Lo stesso vale per l’elezione del Capo dello Stato: scelta chiara, di una persona che non sia tra i rottamandi, e accordo eventuale con chi ha i numeri.
Renzi è una ventata di aria fresca in un PD che vivacchia di tattiche logore. Riuscirà a diventare il leader giovane di un partito che vivacchia e si fa umiliare dai grillini? Può darsi.
Ma ciò che manca a Renzi è il progetto: i suoi orizzonti sono limitati all’attualità. Eppure il suo partito ha bisogno soprattutto di dire con chiarezza che cosa è. Secondo una geografia vecchia esso è “la sinistra”. Invece non è niente. La sinistra combatte con i metodi della concretezza, per cambiare il mondo. Ma il PD questo mondo lo accetta così com’è.
Il capitalismo conosce una mutazione gigantesca ed una crisi gravissima, ma quel partito che era nato per cambiare in profondità le strutture del suo avversario storico e realizzare una società più libera e più giusta, il socialismo, sembra non accorgersi nemmeno che la società da prevalentemente industriale è diventata una società prevalentemente finanziaria e globalizzata: sempre più ingiusta.
Nel suo ultimo libro (“Il prezzo della disuguaglianza”, Einaudi) il Nobel Joseph E. Stiglitz sostiene che la “società divisa di oggi minaccia il nostro futuro”. Egli non chiede l’abolizione del mercato ma “un’adeguata regolamentazione da parte del governo” (p. XXIII).
Con riferimento agli Stati Uniti Stiglitz scrive: “i ricchi stanno diventando più ricchi, i più ricchi tra i ricchi stanno diventando ancora più ricchi: i poveri stanno diventando più poveri e più numerosi e la classe media si sta svuotando” (p. 11). E ancora: “Anche dopo che i più ricchi ebbero perso parte dei loro patrimoni con il crollo dei prezzi delle azioni nella Grande Recessione, l’1 per cento più ricco delle famiglie deteneva ancora 225 volte la ricchezza dell’americano tipico, pari ad almeno il doppio del rapporto esistente nel 1962 o nel 1983” (p. 12). Insomma oggi gli interessi consolidati dell’1 per cento della popolazione hanno prevaricato quelli del 99 per cento.
Questi sono i problemi di fondo dell’America e dell’Europa, ed in particolare dell’Italia. Bisogna prenderne coscienza e dare il via alla ricostruzione di un socialismo all’altezza di tali problemi. Ma nessuno nella cosiddetta sinistra se ne accorge. E neppure Renzi. Eppure se la sua tattica fosse ispirata ad una idea di socialismo moderno il suo avvenire in questa Italia “nave senza nocchiero in gran tempesta” sarebbe grande.
Dal blog della Fondazione Nenni

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