Islam: un venerdì di rivolta Sudan, attacco alle ambasciate Un morto in Libano, 3 a Khartoum

da quotidiano.net

Tunisia: diplomatici Usa in fuga. Allarmi bomba in Texas e North Dakota. LA DIRETTA AL JAZEERA

 

FOTO Il venerdì di rivolta

Si moltiplicano le reazioni del mondo islamico contro la pellicola incriminata. Bloccati i siti dov’era possibile vedere il video in Afghanistan e Pakistan. In India il caso finisce in tribunale. Bufera Cia per l’orrore a Bengasi

 

Attaccate le ambasciate occidentali nei paesi islamici

Sana’a, Yemen (Ansa)

Roma, 14 settembre 2012 – Venerdì di rabbia contro l’Occidente in molti Paesi musulmani dove all’uscita dalla preghiera del mezzogiorno si sono tenute proteste contro il film amatoriale su Maometto prodotto negli Usa. 
Oltre che in Sudan, in Libano e in Egitto, proteste si sono tenute anche in Bangladesh, con 10mila persone in piazza a Dacca, in Malaysia e in Indonesia. Alcune centinaia di persone hanno manifestato anche a Damasco di fronte all’ambasciata americana. Disordini anche a Tunisi dove i diplomatici Usa sono in fuga.

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Protesta degli Imam in Afghanistan dove è stata pubblicamente bruciata un immagine del presidente Usa Barack Obama.

TRE MORTI A KHARTOUM – Tre manifestanti sarebbero rimasti uccisi nei pressi dell’ambasciata Usa a Khartoum, in Sudan, riferiscono fonti mediche. Manifestanti infuriati per il film anti-islam prodotto negli Stati Uniti hanno attaccato le ambasciate di Germania e Gran Bretagna a Khartoum e nella sede diplomatica tedesca hanno ammainato la bandiera nazionale issandone una islamista al suo posto. I manifestanti hanno appiccato un incendio contro il compound dell’ambasciata tedesca. Le immagini trasmesse dalla tv satellitare al-Jazeera mostrano le fiamme a ridosso della sede diplomatica, con una colonna di denso fumo nero che la avvolge. Sul posto è intervenuta la polizia che ha cercato di allontanare circa 5.000 manifestanti con il lancio di lacrimogeni. Il personale di Berlino sarebbe illeso.

LIBANO: UN MORTO – Nel corso di una protesta un gruppo di manifestanti libanesi ha dato alle fiamme un ristorante di Tripoli, seconda città del Libano, appartenente alla catena americana Kentucky Fried Chicken (Kfc). Lo riferisce la tv libanese Lbc, spiegando che le forze di sicurezza sono intervenute per fermare la protesta e si contano alcuni feriti tra i manifestanti. Secondo la televisione panaraba Al Arabiya ci sarebbe anche un morto.

TUNISI, FUMO DA AMBASCIATA – Una colonna di fumo nera si è levata oggi pomeriggio dal parcheggio dell’ambasciata americana a Tunisi, assaltata dai manifestati infuriati. Un agente di polizia ha riferito all’Afp che i manifestanti hanno lanciato delle bombe molotov contro la sede diplomatica, situata alla periferia di Tunisi. I diplomatici Usa si sono messi in salvo. Sempre in Tunisia si allarga la protesta. La scuola americana di Tunisi è stata data alle fiamme da alcuni manifestanti. La scuola era stata chiusa oggi. “Obama, Obama, tutti siamo Osama”, hanno intonato i manifestanti.

TENSIONE AL CAIRO – Stamattina al Cairo manifestanti che intendevano protestare contro il film su Maometto hanno lanciato pietre contro i poliziotti che sbarravano la strada verso l’ambasciata americana. Agenti in tenuta antisommossa hanno usato gas lacrimogeni e hanno rilanciato indietro i sassi per disperdere i facinorosi. Un’auto è stata ribaltata e data alle fiamme lungo la via che da piazza Tahrir conduce alla rappresentanza diplomatica, dove la strada è stata sbarrata con grandi blocchi di cemento. La polizia ha tentato di sgombrare la piazza in vista della manifestazione di protesta convocata dai Fratelli musulmani, a cui fa capo lo stesso presidente Mohamed Morsi (in queste ore in italia), ma poco si è nuovamente formata una folla nel luogo simbolo della rivoluzione anti-Mubarak. Molti manifestanti agitavano bandiere verdi e nere con versetti del Corano. Nelle proteste di ieri nella capitale egiziana c’erano stati 224 feriti.

KUWAIT IN FIAMME – Proteste contro gli Stati Uniti, per la produzione di un film ‘blasfemo’ sulla vita del profeta Maometto, si sono svolte nelle scorse ore anche in Kuwait. Lo riferisce la tv satellitare al-Arabiya, secondo la quale alcune centinaia di persone sono scese in piazza ieri sera di fronte all’ambasciata americana, scandendo slogan a favore di al-Qaeda. “Obama, siamo tutti Osama”, “Via l’ambasciatore americano” e “Gli Usa ci devono rispettare” sono tra gli slogan scanditi dalla folla, a cui si sono uniti anche alcuni parlamentari islamici.

ALLARMI BOMBA – In questa giornata di tensione due allarmi bomba hanno fatto entrare in fibrillazione le forze di sicurezza americane. Una voce anonima preannunciava ordigni all’università di Austin in  Texas. L’anonimo avrebbe detto di far parte di Al Qaeda. L’ateneo è stato evacuato. Un secondo allarme bomba al campus della Noth Dakota University. Anche in questo caso è stata disposta l’evacuazione.

MARINES IN YEMEN – Gli Stati Uniti hanno inviato una squadra speciale di marine in Yemen dopo l’attacco sferrato da circa duemila manifestanti all’ambasciata americana a Sana’a.
L’Unità dei marine, nota come squadra di sicurezza per l’antiterrorismo, è stata inviata come rispostaalle violenze in corso, che la polizia yemenita sta cercando di domare con il lancio di lacrimogeni, e come misura precauzionale, alla luce dell’ondata di proteste che hanno interessato il mondo musulmano per il film anti-Islam.
 

GOOGLE SOTTO PRESSIONE – Intanto il governo indiano ha chiesto al motore di ricerca Google di oscurare 11 siti internet dov’è possibile vedere il video anti Islam che ha provocato le proteste anti americane nei Paesi musulmani. La richiesta è giunta in particolare dal governo locale dello stato himalayano di Jammu e Kashmir, a maggioranza musulmana. Il tribunale di Jammu e Kashmir ha infatti ordinato di chiudere l’accesso ai link del film amatoriale sul Profeta Maometto, realizzato negli Stati Uniti da un misterioso regista che si fa chiamare Sam Bacile. In Pakistan e in Aghanistan i siti sono già stati bloccati.

IRAN, KHAMENEI ATTACCA – Sono i “sionisti e il governo Usa” i responsabili della produzione del film ‘blasfemo’ sul profeta Maometto e delle violenze che ne sono conseguite. Lo ha affermato la guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, in un messaggio rivolto agli iraniani e a tutta la ummah, la comunità islamica. “La testa ripugnante dei nemici dell’Islam ha rivelato ancora una volta la sua perversa malizia, insultando il grande profeta – dice Khamenei nel messaggio – e con una misura insana e deplorevole ha mostrato la furia dei sionisti maligni contro la crescente radiosità dell’Islam e del sacro Corano”.

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