Biogas: la posizione del professor Tamino

AMBIENTE

25 ago, 2012

da nogara5stelle

Il professor Gianni Tamino è sicuramente un luminare per quanto riguarda impianti a biomassa e biogas. Laureato nel 1970 in Scienze Naturali, dal 1974 è docente di Biologia generale e dal 2001 di Fondamenti di Diritto ambientale al Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova (fonte Wikipedia).
Il professore è “pratico della Bassa Veronese” in quanto è stato ospite degli amici del MoVimento 5 stelle di Bovolone e a Sanguinetto, ospite del Comitato, per la questione Centrale a Biomasse. Alla serata di Sanguinetto partecipò anche l’attuale assessore Poltronieri il quale fece un intervento che venne filmato, questo il link del video. In un articolo del professor Tamino, datato 2010 ma sempre attuale, a proposito del biogas si legge:

Oltre alla combustione possiamo avere altri usi energetici delle biomasse: ad esempio la trasformazione chimica, in appositi digestori anaerobici, del materiale organico in biogas, cioè metano da utilizzare per qualunque uso (produzione di calore ed elettricità o come carburante da trazione). Questa trasformazione è particolarmente efficace per tutti gli scarti e reflui di origine zootecnica, agricola ed alimentare. C’è poi un’altra utilizzazione delle biomasse: la produzione di compost per l’agricoltura, cioè materiale organico opportunamente fatto maturare e mescolato alla terra per garantire il ripristino degli elementi nutritivi nei campi agricoli. Il recupero della frazione organica degli scarti delle industrie alimentari, dei mercati ortofrutticoli, delle mense ecc. per produrre compost da impiegare in agricoltura può, comunque, essere ottenuto dai fanghi digestati degli impianti a biogas, che sono analoghi al compost. Ma il biogas prodotto da un biodigestore va poi bruciato in un cogeneratore per produrre energia elettrica, con conseguente inquinamento atmosferico.

Comunque un impianto a biogas alimentato per il 90% da insilati, cioè coltivazioni dedicate (sottraendo terreni agricoli alla produzione di cibo), ha un bilancio energetico molto basso, perché, come abbiamo già spiegato, occorre calcolare tutta l’energia necessaria per la produzione agricola (fertilizzanti, fitofarmaci, irrigazione, trasformazione, trasporti, ecc) e quella necessaria per far funzionare l’impianto di biogas. Il fatto che di solito il cogeneratore sia sotto 1 MW elettrico, non significa di taglia piccola, perché comunque servono oltre 20.000 tonnellate di materiale ogni anno. I problemi che si pongono sono: odori, mezzi di trasporto (traffico e inquinamento), rumori, emissioni in atmosfera, scarti e rifiuti (del biodigestore e dell’impianto di combustione del biogas), collegamento alla rete e campi elettromagnetici.

Il professore si sofferma poi sugli impianti sotto il Megawatt, praticamente la stragrande maggioranza degli impianti che sono presenti nella nostra zona. A questo proposito nell’articolo scrive:

Le emissioni in atmosfera deducibili dai dati forniti da chi propone impianti di taglia sotto 1 MW, sono: COT (composti organici totali, compresi composti cancerogeni) 1,2 ton/anno, CO 6 ton/anno, NO 2 3 ton/anno, SO 2 6,7 ton/anno, HCl 1,2 quintali/anno. Mancano, in questo elenco, altri inquinanti, come, in particolare, le polveri, ma anche ozono (in estate, come inquinante secondario derivato da emissione di ossidi d’azoto) e diossine. Per le polveri si può calcolare 0,6 ton/anno di polveri molto fini, alle quali vanno aggiunte le polveri secondarie (fino a 5 volte quelle emesse dal camino, molto fini). Le diossine che si formano sono poche, ma non nulle, e ne bastano poche per avere un impatto sanitario significativo.

Infine scarti e rifiuti sono prodotti dal biodigestore e da varie parti della centrale energetica. Sulla base del biogas bruciato (circa 8,5 milioni di metri cubi) e del contenuto medio in metano (circa 65%), si può affermare con una certa approssimazione che un cogeneratore di meno di 1MW, collegato al biodigestore, brucerà un quantitativo di metano equivalente a quello di circa 3.500 case di oltre 100 metri quadrati di superficie (consumo annuo di circa 1.600 metri cubi).

Alcuni “amici” dell’attuale maggioranza, conosciuti anche come sapientoni, dicono che noi non capiamo nulla di queste cose e in sostanza siamo degli ignoranti in materia. Forse è vero ed è per questo che facciamo riferimento ad esperti stimati come il professor Tamino. Noi abbiamo l’umiltà di informarci, leggere e parlare direttamente con chi ne sa più di noi. Chi crede di sapere tutto in realtà non sa praticamente nulla.

Grafico impianto a biogas nella regione Veneto dal 1999 al 2010
Articolo del professor Gianni Tamino – Biogas e Biomasse
Presentazione del Prof. Marino Ruzzenenti – Centrali a Biomasse

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