Carta di Panzano Resoconto di Angelo Bini

3 ottobre 2015 ore 17,50 riceviamo e pubblichiamo da Angelo Bini

Torno ora da Panzano di Greve in Chianti insieme a Agnese Polidori (Farmacista di Vallerano – VT), Riccardo Fortuna (artista di Fabrica di Roma –VT- da noi incaricato per la redazione del fumetto sui fitofarmaci), Bengasi Battisti (Medico ospedaliero, Sindaco … Continua a leggere

Al concerto di Vignanello un grande Roberto Vecchioni

Grandioso concerto di uno dei massimi esponenti della canzone italiana. Un uomo che attraverso la musica e le sue canzoni esprime i sentimenti che dovrebbero essere di tutta l’umanità: L’amore per il prossimo. Una canzone più che mai attuale. Contro gli egoismi e le chiusure preconcette su altri uomini colpevoli di essere nati al di la del mare.

Alcune immagini del concerto di Vignanello e la canzone SOGNA RAGAZZO SOGNA collegata alla scena finale di un grande film, che riprendiamo da youtube

 

Sogna Ragazzo sogna

Una grande canzone e la scena finale di un grande film  ( “I quattrocento colpi” di F. Truffaut). Il sogno di Antoine è quello di raggiungere il mare che per lui rappresenta la libertà ma questo sogno si spezza come le onde che interrompono la loro corsa sulla costa sabbiosa, dolcemente ma inesorabilmente. Nell’immagine finale del suo sguardo c’è tutta la sua delusione per il sogno di libertà che è solo illusione…

“Sogna, Ragazzo, Sogna” di Roberto Vecchioni (Google PlayiTunes)

Palio delle Barche 2015 “anteprima”

Pubblicato il 25 lug 2015

9 contrade pronte a sfidarsi domenica sulle acque del lago di Vico… una festa coinvolgente che ci riporta indietro negli anni e ci permette di farvi conoscere questa fantastica zona dell’Italia

Il video dell’arrivo della contrada vincitrice clicca qui

 

Petizione indirizzata al Presidente della repubblica e ai membri del Consiglio superiore della Magistratura

per la petizione clicca qui

Diretta a Presidente della Repubblica Italiana, Membri Consiglio superiore della Magistratura 

Contrastare l’istigazione alla violenza, che è ormai una grave emergenza nazionale. Ristabilire i valori di convivenza umana e civile in Italia, fra tutti gli uomini, siano essi cittadini italiani o stranieri, immigrati o profughi.

Il Comitato provinciale AICS di Viterbo si fa promotore di una raccolta di firme, che si effettuerà attraverso il web,  change org  per chiedere l’intervento del Consiglio superiore della Magistratura, al fine di ristabilire i valori di convivenza umana e civile in Italia, fra tutti gli uomini, siano essi cittadini italiani o stranieri, immigrati o profughi.

Il contrasto alla istigazione alla violenza, che è ormai una grave emergenza nazionale è un impegno che deve essere di tutti gli uomini e delle istituzioni che sono preposte alla tutela e all’osservanza delle leggi.   

Si chiede in particolare che vengano indagati da tutte le Procure d’Italia e su tutto il territorio nazionale, per poter essere giustamente assicurati alla Giustizia, tutti coloro che attraverso qualsiasi mezzo e attraverso  i mezzi d’informazione direttamente o indirettamente operano:

– nell’incitamento all’odio razziale;

– invitano all’omissione di soccorso che è un delitto punito dal codice penale, propongono la ricostituzione del partito fascista;
– permettono, consentono e chiedono di negare soccorso e accoglienza agli innocenti in fuga dalla fame e dalle guerre;
– annunciano l’intenzione di commettere violenze contro i più poveri, contro i più deboli, contro i più oppressi, contro i più bisognosi di aiuto;

– riducono in schiavitù altri essere umani;

Per contrastare il diffondersi di questa metastasi, lo Stato italiano ha leggi che chiediamo siano applicate. In particolare:
La Costituzione della Repubblica italiana;XII disposizione finale Italiana della Costituzione della Repubblica italiana (ricostituzione del partito fascista);codice penale art 592 – Omissione di soccorso; legge 654 del 1975 – Il razzismo è un reato; art 27 Responsabilità penale personale;

Occorre opporsi con tutti i mezzi legali a questi crimini, per questo ci uniamo all’appello di giuristi, uomini di pace e dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, avanzato ai cittadini e alle istituzioni:

“In uno stato di diritto ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita’, alla solidarieta’.

Perche’ l’Italia torni ad essere uno stato di diritto occorre un’insurrezione nonviolenta delle intelligenze e delle coscienze contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni, contro il modo di produzione scellerato e insostenibile che distrugge umanita’ e mondo.

Perche’ l’Italia torni ad essere uno stato di diritto occorre un’insurrezione nonviolenta delle intelligenze e delle coscienze per la legalita’ che salva le vite, per l’umanita’, per la biosfera.

E’ il compito dell’ora di ogni persona decente”.

In attesa di una decisione urgente. Si ringrazia dell’attenzione che ci auguriamo venga posta a questa istanza.

Distinti saluti                                                                                                                                             Raimondo Chiricozzi

30 maggio 2015

per la petizione clicca qui

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ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTURA E SPORT COMITATO PROVINCIALE VITERBO
Tel 0761652027 – 3683065221 – 3894440387 www.cafevirtuel.it –  Email:  viterbo@aics.ithttps://www.facebook.com/groups/468594373239250/
Via Resistenza, 3 – 01037 Ronciglione VT

arrivano i cosidetti invasori 2

LETTERA A
Presidente della Repubblica Italiana, Membri Consiglio superiore della Magistratura
cittadini italiani
Contrastare l’istigazione alla violenza, che è ormai una grave emergenza nazionale. Ristabilire i valori di convivenza umana e civile in Italia, fra tutti gli uomini, siano essi cittadini italiani o stranieri, immigrati o profughi.

AGGIORNAMENTI

Mantieni coinvolti i tuoi sostenitori con un aggiornamento. Ogni aggiornamento che posterai verrà inviato via email ai firmatari della petizione.

 

Petizione indirizzata al Presidente della repubblica e ai membri del Consiglio superiore della Magistratura

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Diretta a Presidente della Repubblica Italiana, Membri Consiglio superiore della Magistratura 

Contrastare l’istigazione alla violenza, che è ormai una grave emergenza nazionale. Ristabilire i valori di convivenza umana e civile in Italia, fra tutti gli uomini, siano essi cittadini italiani o stranieri, immigrati o profughi.

Il Comitato provinciale AICS di Viterbo si fa promotore di una raccolta di firme, che si effettuerà attraverso il web,  change org  per chiedere l’intervento del Consiglio superiore della Magistratura, al fine di ristabilire i valori di convivenza umana e civile in Italia, fra tutti gli uomini, siano essi cittadini italiani o stranieri, immigrati o profughi.

Il contrasto alla istigazione alla violenza, che è ormai una grave emergenza nazionale è un impegno che deve essere di tutti gli uomini e delle istituzioni che sono preposte alla tutela e all’osservanza delle leggi.   

Si chiede in particolare che vengano indagati da tutte le Procure d’Italia e su tutto il territorio nazionale, per poter essere giustamente assicurati alla Giustizia, tutti coloro che attraverso qualsiasi mezzo e attraverso  i mezzi d’informazione direttamente o indirettamente operano:

– nell’incitamento all’odio razziale;

– invitano all’omissione di soccorso che è un delitto punito dal codice penale, propongono la ricostituzione del partito fascista;
– permettono, consentono e chiedono di negare soccorso e accoglienza agli innocenti in fuga dalla fame e dalle guerre;
– annunciano l’intenzione di commettere violenze contro i più poveri, contro i più deboli, contro i più oppressi, contro i più bisognosi di aiuto;

– riducono in schiavitù altri essere umani;

Per contrastare il diffondersi di questa metastasi, lo Stato italiano ha leggi che chiediamo siano applicate. In particolare:
La Costituzione della Repubblica italiana;XII disposizione finale Italiana della Costituzione della Repubblica italiana (ricostituzione del partito fascista);codice penale art 592 – Omissione di soccorso; legge 654 del 1975 – Il razzismo è un reato; art 27 Responsabilità penale personale;

Occorre opporsi con tutti i mezzi legali a questi crimini, per questo ci uniamo all’appello di giuristi, uomini di pace e dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, avanzato ai cittadini e alle istituzioni:

“In uno stato di diritto ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita’, alla solidarieta’.

Perche’ l’Italia torni ad essere uno stato di diritto occorre un’insurrezione nonviolenta delle intelligenze e delle coscienze contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni, contro il modo di produzione scellerato e insostenibile che distrugge umanita’ e mondo.

Perche’ l’Italia torni ad essere uno stato di diritto occorre un’insurrezione nonviolenta delle intelligenze e delle coscienze per la legalita’ che salva le vite, per l’umanita’, per la biosfera.

E’ il compito dell’ora di ogni persona decente”.

In attesa di una decisione urgente. Si ringrazia dell’attenzione che ci auguriamo venga posta a questa istanza.

Distinti saluti                                                                                                                                             Raimondo Chiricozzi

30 maggio 2015

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Tel 0761652027 – 3683065221 – 3894440387 www.cafevirtuel.it –  Email:  viterbo@aics.ithttps://www.facebook.com/groups/468594373239250/
Via Resistenza, 3 – 01037 Ronciglione VT

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LETTERA A
Presidente della Repubblica Italiana, Membri Consiglio superiore della Magistratura
cittadini italiani
Contrastare l’istigazione alla violenza, che è ormai una grave emergenza nazionale. Ristabilire i valori di convivenza umana e civile in Italia, fra tutti gli uomini, siano essi cittadini italiani o stranieri, immigrati o profughi.

AGGIORNAMENTI

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Il Grande Dittatore – di Chaplin per la prima volta a teatro con Massimo Venturiello

"Il Grande Dittatore" di Chaplin per la prima volta a teatro con Massimo Venturiello

TEATRO

“Il Grande Dittatore” di Chaplin per la prima volta a teatro con Massimo Venturiello

Pubblicato il
Aggiornato il

L’attore reinventa il ruolo che fu dell’attore inarrivabile e suo è anche l’adattamento teatrale mentre la regia è condivisa con Giuseppe Marini. Protagonista femminile è Tosca. Lo spettacolo è in  scena al Teatro della Corte di Genova


Del film di Charlie Chaplin del 1940 Il grande dittatore col nazismo di Hitler e col fascismo di Mussolini sottoposti a caricatura, e con un – inconsapevole, per Charlot, all’epoca – grido d’allarme beffardo e pantomimico sul reale genocidio in corso ai danni degli ebrei, ci sono state più edizioni cinematografiche. Da noi la pellicola uscì con 25 minuti di tagli solo nel ’49, poi si registrò una nuova riproposta del ’72 con doppiaggio di Hitler affidato a Oreste Lionello e con ulteriori perdite di scene tra cui evidentissima la cancellazione della parte in parodia di Rachele Mussolini che all’epoca era ancora in vita, ma seguì pure un’altra versione in videocassetta nell’88, finché il film fu poi rivalorizzato da un restauro integrale (pur se con accostamenti stridenti fra audio storico e spezzoni ex censurati) per rivenire alla luce ed essere ridistribuito nel 2002.

Mai però Il grande dittatore era stato adattato al palcoscenico. Ora gli aventi diritti hanno concesso che la storia fosse teatralizzata, prendendo per la prima volta il ritmo, il parlato e l’impianto di uno spettacolo dal vivo. Ad assicurarsi l’impresa che equivale a un debutto mondiale, a firmare l’adattamento, a condividere con Giuseppe Marini la regia, e a co-interpretare con Tosca una sorta di chapliniana commedia con musiche ripensata alla Brecht, è adesso Massimo Venturiello, e l’allestimento viene battezzato queste sere, fino a domenica 19, al Teatro della Corte di Genova.

Viene annunciato un accostamento con La resistibile ascesa di Arturo Ui di Brecht che è un dramma del 1941, altra metafora di una crescita hitleriana. Viene reso noto che il tema del doppio ha fatto progettare una specularità in più oltre quella d’origine cui assolveva Chaplin: accanto alla duplicità del mite barbiere ebreo vittima, nel ghetto, di angherie ad opera dei soldati tedeschi in un’immaginaria (neanche troppo) Tomania, con clamorosa risorsa finale di una sua somiglianza strettissima col volto del Führer da strapazzo Hynkel al posto del quale il Figaro inerme fa un famoso discorso umanitario, qui s’aggiunge, come da locandina, l’impegno raddoppiato di Tosca nei panni sia di Anna, la bella ragazza anche lei ebrea che entra in intimità col barbiere, sia in quelli di grottesca moglie di Napoloni alias Duce, ovvero una supercreatura emiliana con stazza di 150 chili.??

Video

È di scena al Teatro Duse di Genova “Il Grande Dittatore”, il capolavoro che Charlie Chaplin scrisse per il cinema nel 1940 e che adesso, per la prima volta, vive nell’adattamento teatrale dopo l’OK degli eredi. A interpretare la parodia grottesca di Hitler e Mussolini è Massimo Venturiello. Al suo fianco, una bravissima Tosca

Viene fatto intendere che ora Il grande dittatore connette dal vivo la sua valenza brechtiana, il suo promiscuo apologo sospeso tra buono e cattivo, e la sua ridicolaggine di un mistero del potere invaso da un delirio etico, molto rifacendosi alle musiche originali dello spettacolo che sono di Germano Mazzocchetti, un binario su cui scorrono le canzoni eseguite (a tratti anche in yiddish) da Tosca, da tutti, e in un caso da Venturiello. E come insegna il film, ci sono le sagome cialtronesche del suddetto Mussolini (Lalo Cibelli), di Goebbels (Camillo Grassi), di Goering (Nico Di Crescenzo), oltre a gente varia del ghetto, e a un ex ufficiale germanico.

Il lavoro prodotto dalla Società per Attori non riproduce alla lettera i pezzi di bravura del film, ma viene fatto sapere che il mappamondo con cui giocava Chaplin/Hynkel adesso è proiettato o è maneggiato fuggevolmente in scala ridottissima, che la sequenza del taglio della barba a ritmo di Brahms ora è un funambolismo assai più energico e vorticoso. E a tutti quelli che, venendo a patti con una voce franca e quasi stoica come quella di Tosca, volessero obiettare che la stazza mastodontica di Venturiello ha poco a che vedere con la silhouette gentile di Chaplin a sua volta alle prese con un microdimensionato Hitler, alcuni testimoni garantiscono che Venturiello ha l’umiltà del barbiere e la sagoma di un tiranno destinato, come tutti i tiranni, alle prese in giro.

GIA’ NEL 1996 LA TERRA DEI FUOCHI POTEVA ESSERE SALVATA

http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2013/11/26/news/il_rapporto_segreto-72012228/

Roberto Mancini, commissario della Criminalpol, aveva indagato sul meccanismo che ruota attorno al traffico di rifiuti tossici. Lo aveva descritto in modo dettagliato in un’informativa consegnata alla Dda di Napoli e che ora ci illustra. Ma il suo rapporto è rimasto inspiegabilmente chiuso in un cassetto per 15 anni. Le dichiarazioni dell’ex boss dei Casalesi, Carmine Schiavone, oggi pentito, hanno confermato in pieno ciò che il poliziotto aveva denunciato. Il funzionario lotta contro un tumore che ha contratto per il lavoro svolto per conto della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Si rammarica: “Forse l’Italia non era pronta ad affrontare questa terribile verità”

PERUGIA – “Se l’informativa fosse stata presa in considerazione nel 1996 avremmo potuto limitare i danni. Non so perché sia stata sottovalutata. Forse il Paese non era ancora pronto a sapere cosa stava accadendo nella Terra dei fuochi”. Roberto Mancini, 53 anni, sostituto commissario di Polizia a Roma, è l’autore dell’informativa che già 15 anni fa svelava tutte le modalità e i protagonisti del traffico illegale dei rifiuti in Campania. Ma il suo lavoro per anni non è stato preso in considerazione. L’informativa, insomma, nonostante la sua incredibile gravità per lo scenario che descriveva, è rimasta inspiegabilmente segreta. E’ stata infilata in un cassetto. E lì è restata chiusa per anni. Non sappiamo perché e chi abbia contribuito a questo incredibile silenzio. Forse, come suggerisce oggi l’estensore, perché l’Italia e la parte della Campania coinvolta non erano pronte a conoscere una realtà che le stava lentamente inquinando. Ma sappiamno che questo segreto è rimasto inviolato fino a quando un magistrato della Procura di Napoli lo ha riesumato e messo agli atti del processo sul cosiddetto “Biocidio”, oggi all’esame della Corte d’Assise.

Stando alle carte, l’organizzazione del traffico dei rifiuti, per conto della camorra, è affidata a Cipriano Chianese, un classico colletto bianco. I rapporti che questo intermediario intrattiene per organizzare lo sversamento illegale in Campania attribuiscono all’informativa  il valore di “un saggio storico, un vero manuale sull’ecomafia”. Nelle sue oltre 200 pagine ci sono i clan della camorra e ci sono i nomi delle aziende che partecipano a questo sistematico e mortale inquinamento di ettari e ettari di terreni coltivati. Tra queste, come si legge in un’inchiesta de L’Espresso e delle RE Inchieste, ci sono la Indesit dei Merloni e le Coop rosse. Ma c’è anche la Massoneria di Licio Gelli, la politica come referente per risolvere i problemi, ci sono le dichiarazioni di pentiti come Carmine Schiavone; ci sono le intercettazioni, ci sono i rapporti con la Pubblica amministrazione, ci sono i nomi dei funzionari delle Asl che facevano finta di controllare le discariche; ci sono i nomi di assessori, di politici, di funzionari della Provincia; ci sono infine i nomi delle società che organizzavano il trasporto
e lo sversamento dei rifiuti, quelli dei gruppi criminali coinvolti, degli avvocati e dei magistrati compiacenti. Uno spaccato del più grande crimine ambientale commesso in Italia nell’ultimo mezzo secolo.

Soltanto oggi, a distanza di 15 anni, il lavoro di Roberto Mancini è stato acquisito dalla Procura di Napoli nell’ambito del processo per disastro ambientale e inquinamento delle falde acquifere. L’indagine sul traffico illegale dei rifiuti inizia nel 1994 e due anni dopo il commissario consegna alla Dda di Napoli un’informativa costruita anche su intercettazioni e dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone. Il lavoro, ricorda oggi Mancini, si trasforma in “un compendio, quasi un saggio storico sull’Ecomafia” che può essere un chiaro punto di riferimento, e di partenza, per tutte le investigazioni sui crimini ambientali commessi nel Casertano. Solo nel 2006 uscirà il libro di Roberto Saviano, Gomorra, con la sconvolgente ricostruzione dei travasi dei rifiuti tossici importati dallle aziende del nord Italia. Un libro profetico, interpretato da molti quasi come un romanzo di fantasia e non certo come un freddo e puntuale testo di denuncia di una realtà a cui nessuno credeva o solo immaginava. L’informativa, redatta da un investigatore, da un servitore dello Stato che lavorava per difendere la salute di tutti noi, quindi un documento basato su fatti veri e concreti, giaceva da anni in un cassetto. Non era stato neanche preso in considerazione. Solo successivamente, grazie all’ostinazione e allo scrupolo del sostituito procuratore Alessandro Milita, il compendio dell’ecomafia emerge dal suo limbo e finisce agli atti del processo sul “Biocidio”, iniziato nel 2011, e che vede come imputato proprio Cipriano Chianese.

Il commissario torna sul campo. Viene coptato dalla Commissione Rifiuti che nel frattempo la Camera dei deputati ha attivato. Tra il 1997 e il 2001 effettua una serie di sopralluoghi su discariche di rifiuti tossici e radioattivi in Italia e all’estero. Un lavoro pericoloso. Soprattutto per la sua salute. Nel 2002 gli sarà diagnosticato un linfoma non Hodgkin. Lo incontriamo nel reparto di Ematologia dell’ospedale Silvestrini di Perugia dove è stato sottoposto ad un trapianto di midollo che, spera, riesca a frenare il decorso della malattia. Mancini non è arrabbiato. E’ deluso. Ma deciso a far valere la verità contenuta nella sua informativa segreta. Si è ammalato ma ha scoperto prima di tutti, in tempi non sospetti, ciò che adesso sconvolge tutti noi e angoscia migliaia di napoletani colpiti spesso nei loro affetti più cari dalle conseguenze di questo avvelenamento collettivo. Vittime e carnefici inconsapevoli di loro stessi. Ripercorrere con il commissario Mancini serve ad avere finalmente un quadro completo dei protagonisti, delle complicità, delle connivenze, delle tecniche di questa incredibile vicenda con cui dovremo fare i conti per chissà quanti anni. Un compendio istruttivo. Per capire e impedire che accada ancora.

Nell’inchiesta di Re Inchieste “I Broker dei rifiuti” abbiamo seguito Mancini nelle terre di Gomorra ripercorrendo la sua storia di poliziotto della Crminalpol e di consulente della Commissione parlamentare sul traffico di rifiuti. Siamo tornati a trovarlo all’Ospedale di Perugia. Ecco i suoi appunti che ricorda a memoria.

“VOGLIAMO AVVELENARE CASALE?”   video
Nel 1988 con le Coop Rosse inizia il traffico e lo sversamento dei rifiuti”. “Due anni prima”, ricorda Mancini, “i Casalesi avevano iniziato a scavare dei terreni per fare dei rilevati per le Cooperative Rosse che avevano costruito la superstrada a Casale”.  È Cipriano Chianese, il broker dei rifiuti, secondo le dichiarazioni di Carmine Schiavone, a proporre di riempire le buche di immondizia. “Tornai a Casale”, spiega l’ex boss oggi pentito, “e parlai con mio cugino (Francesco “Sandokan” Schiavone, ndr) al quale dissi:”Guarda c’è un business; possiamo incassare miliardi per l’immondizia. Mio cugino replicò: “Che vogliamo fare? Vogliamo avvelenare Casale?” A quel punto io dissi: “No! Allora non se ne fa niente”. Carmine Schiavone in seguito scoprì che suo cugino Sandokan, insieme con Bidognetti e Chianese, avevano avviato e consolidato il business miliardario del traffico di rifiuti. Fu a quel punto che l’ex boss dei Casalesi si fece avanti, chiese spiegazioni e pretese che parte degli incassi del mega affare finissero nella cassaforte del clan.

IL BROKER E L’AMMINISTRAZIONE PUBBLICA    video
Cipriano Chianese possedeva, tramite dei prestanome, delle discariche legali che però “non si riempivano mai”. Il sistema aveva bisogno di ispettori delle Asl compiacenti, dell'”amicizia” di funzionari della Pubblica amministrazione, di assessori, funzionari della provincia e magistrati. Amicizie che Chianese si riuscì a conquistare attraverso i classici favori. Aiutava familiari e congiunti dei vari protagonisti in cambio della loro complicità. Rilasciavano e rinnovavano autorizzazioni; i controlli sulle discariche e sui carichi che provenivano da altre regioni d’Italia, oltre che dalla Campania, avvenivano solo sulla carta. Si controllavano solo le bolle di accompagnamento che, di solito, erano false o manomesse.”Più controlli facciamo”, sosteneva il broker, “meglio è”.

I CONTATTI CON LA POLITICA   video
Nel novembre 1994 viene intercettata una telefonata tra Caterino Vincenzo, esponente del clan dei Casalesi, e Cipriano Chianese per un appuntamento che il broker avrebbe dovuto avere con l’ingegner Luigi Fucci, all’epoca coordinatore di Forza Italia a Caserta. Il professionista, viene confermato nell’informativa del commissario della Criminalpol, “rappresenta, in quel periodo, il tramite diretto dell'”avvocato-imprenditore” con i settori di Forza Italia della provincia di Caserta, essendone un esponente di rilievo”. Chianese si attiva per un incontro con Fucci ma spiega anche a Caterino Vicenzo: “In questo momento è difficile, siamo in piena campagna elettorale e il nostro uomo si è candidato. Bisogna aspettare”. L’appuntamento alla fine viene fissato. Il broker, il 30 novembre del 1994, avverte l’esponente dei Casalesi: “Ho concordato un incontro. Alle 13 lo chiamo e ci parlo. Ti faccio sapere”. Chianese, si legge nell’informativa, “svolge dunque un chiaro ruolo a favore di referenti del clan dei Casalesi per ciò che attiene le questioni finanziarie, politiche e giudiziarie”.

I RAPPORTI CON LA P2    video
Sia Cipriano Chianese sia Gaetano Cerci, “fidanzato della nipote di Francesco Bidognetti” sono massoni.  Massoni di un certo tipo, legati alla loggia P2. “Cerci in particolare”, dichiara Carmine Schiavone, ex boss dei Caselesi, “è stato in contatto con i massoni napoletani e aversani, nonché che era “di casa” a Villa Wanda, di proprietà di Licio Gelli.”

IL TRAFFICO NORD-SUD    video
Chianese gestisce il traffico di rifiuti da e per il nord Italia grazie a un altro broker dei rifiuti di Treviso, Giovanbattista Toninelli. Oltre alla Campania, nelle telefonate intercettate  tra Toninelli e Chianese si parla di altre discariche, in altre regioni. Si accenna a quella di Cundufuri in Calabria, ad una delle Marche e di una a Taranto. Toninelli racconta a Chianese di aver ricevuto una telefonata dal proprietario di quest’ultima discarica nella quale si offre per ospitare i rifiuti. “Lo spazio è grande. Dobbiamo riempirlo al più presto, sei mesi al massimo un anno”. Dalle intercettazioni si scoprirà che in questa discarica verranno travasati materiali per 30-40 camion al giorno. Si parla di rifiuti urbani ma in quel buco può essere finito di tutto. Non si sa se su questo spazio sono state avviate delle indagini o svolti dei controlli. Ma, secondo le indagini svolte dal commissario Mancini, “è proprio con questa telefonata che si rinnova il patto del traffico di rifiuti tra Nord e Sd ed emerge con chiarezza il ruolo di mediatore svolto dal Chianese”.

SPUNTA LA Q8
Già nella nostra inchiesta e in quella dell’Espresso era emerso il ruolo delle industrie nel travaso e il commercio illegale dei rifiuti tossici. Si era scoperto che una società di rilievo come l’Indesit dei Merloni aveva rapporti con i diversi protagonisti dell’affare. Per quanto riguarda l’Indesit, si legge nell’informativa, “come è evidente, già da allora è in essere, esiste un rapporto esclusivo tra Chianese e i manager della società, i cui materiali prelievi, allora come oggi, sono garantiti dai fratelli Giordano, attraverso società nominalmente a loro intestate (come la ITE Srl, la Commet Srl), ma di fatto gestite dal professionista di Parete”.  Ma non è solo l’Indesit ad apparire nelle intercettazioni. Nel 1994 c’è una telefonata tra Chianese e un contabile della società Santamaria Srl. C’è un problema sulle bolle d’accompagnamento per i rifiuti di raffineria della Q8. Il contabile chiama il broker e gli spiega: “Sono andato alla Q8 per sistemare quella situazione sulle bolle. Continuano a discutere sulla cubatura dei rifiuti di raffineria conferiti. Non riusciamo a chiarire. Tu hai indicato 190 metri cubi, mentre a me risultano solo 110”.

26 novembre 2013

© Riproduzione riservata

Il giornalismo della CIA

La confessione pubblica del giornalista tedesco

clicca qui per il video


13:22

La confessione del giornalista Udo Ulfkotte a Russia Today che racconta come le informazioni dei mainstream media sono manipolate con fini politici e propagandistici tramite l’intervento dei servizi segreti, nel suo caso della CIA. La traduzione, presa da L’Onesto, non sempre è letterale: in alcuni punti fa una sintesi del discorso, anche se il senso resta immutato.

“Sono giornalista da 25 anni circa, da sempre indotto, educato e costretto a mentire e a non dire il vero al mio pubblico, ma ora da qualche mese, vedendo come i media tedeschi ed americani cercano di indurre la gente a fare la guerra in Europa, a fare la guerra alla Russia, ho deciso che non ci sto, non ci sto a manipolare la gente in questo modo, a fare propaganda contro la Russia. In passato io e i miei colleghi siamo stati corrotti per tradire il pubblico non solo nel mio paese ma ovunque in Europa. La ragioni per cui ho scritto questo libro è che ho una grande paura di una guerra in Europa e non voglio trovarmi di nuovo a vivere in questa situazione. Le guerre non nascono mai da sole, c’è sempre dietro una serie di persone che danno la spinta in quel senso, e non sono solo politici, ma anche giornalisti; ho scritto quindi come nel passato abbiamo tradito i lettori con gli orientamenti guerrafondai, non ne voglio più sapere, ne ho le scatole piene di queste menzogne di propaganda da repubblica delle banane, altro che libero paese democratico con libera informazione e diritti umani. Guardate i media tedeschi, i miei colleghi che tuonano ogni giorno contro la Russia, in realtàsono cooptati dalla Nato e dagli USA… pensate che pure io fui fatto cittadino onorario dallo stato americano dell’Oklahoma per i miei scritti filo-americani, sono stato aiutato dalla CIA per il mio lavoro pro-America ed ora ne ho fin sopra i capelli, non mi presto più al gioco.
Il libro che ho scritto non mi darà soldi ed onori, ma un sacco di rogne, perchè desidero dare al pubblico tedesco, europeo e del mondo intero un lampo, un’occhiata minima di ciò che davvero avviene dietro alle quinte. Ci sono molti esempi nel passato, ad esempio se guardate al 1988, marzo ’88 in Iraq dei curdi vennero uccisi in massa con gas tossici.
Io però venni inviato nel luglio ’88 nella città al confine coll’Iran, chiamata Zubaidad. La mia missione -c’era in corso la guerra Iraq-Iran – era di fotografare e scrivere che il gas usato era di fabbricazione Tedesca, Zorin gas di Mostarde azotate. Io dovevo mostrare che questa gente era stata uccisa con gas fabbricati in Germania.
Tornato a casa, di tutto il mio corposo servizio uscì solo una minuscola foto con un piccolissimo trafiletto sul Frankfurter Allgemeine, che cancellava completamente tutto quanto di disumano e terribile avrei voluto comunicare, del fatto che decenni dopo la guerra ci fosse stata della gente uccisa con gas tossici di fabbricazione tedesca. Mi sentii tradito nella mia missione di mostrare l’orrore al mondo intero, non mi permisero di gridare al mondo, a tutt’oggi ovunque in Germania pochi sanno delle migliaia di morti a Zubaidad grazie all’insabbiamento di pezzi come il mio.
Molti giornalisti si proclamano tali, europei o americani, ma in realtà come pure fui io, sono delle “coperture non ufficiali”, che vuol dire, in sostanza tu sei impiegato dalle agenzie di spionaggio, dai servizi segreti, salvo che mai e poi mai lo ammetterebbero, seper caso tu venissi scoperto. Per questo siamo definiti non ufficiali, dei paraventi insomma…Mi sono piegato più volte a questo ruolo, me ne vergogno, come mi vergogno di aver lavorato per l’autorevole Frankfurter Allgemeine dove mi son fatto comprare dall’alta finanza, dagli Americani ecc per NON riferire il vero….Mi chiedo poi cosa sarebbe successo se avessi scritto su quel giornale qualcosa a FAVORE della Russia…Eravamo e siamo tutti obbligati e indotti a scrivere per gli USA e la UE, mai per la Russia.
Mi spiace, questo non è più quello che per me vuol dire democrazia e libertà di stampa. La Germania è tuttora una specie di colonia americana: per esempio è un fatto che la maggioranza dei tedeschi non vuole bombe nucleari sul nostro suolo, ma invece loro ce le tengono, eccome! Quindi è molto facile avvicinare un giovane giornalista di quotidiani, riviste o stazioni radio/tv da parte di questi funzionari NATO, CIA ecc. e dir loro con autorità “Bene, noi siamo la CIA, lavori con noi?
Ebbene no, non è così che funziona. piuttosto ti arriva un gentile invito a visitare gli States, tutto spesato, in pratica ti fanno amico, e scivoli dolcemente in una condizione di collaboratore, perchè ti fidi e ti stanno simpatici. Prima o poi ti chiedono gentilmente questo o quel favore, e pian piano il tuo cervello è lavato e condizionato; ciò non avviene solo per i giornalisti tedeschi, ma ancor di più per gli inglesi che hanno un rapporto ancora più stretto con l’America, e poi gli israeliani, ovviamente coi francesi ma già un poco meno, e poi gli australiani, neozelandesi, taiwanesi e molti altri, perfino nel mondo arabo come i giornalisti giordani, del sultanato di Oman
Quando trovi un professionista rispettato ma trovi che dietro di lui c’è il burattinaio della CIA…Ora vi do un altro esempio: a volte i servizi vengono a trovarti in ufficio a commissionarti un articolo – guardate che questa cosa è successa anche a me! – e ricordate che il BND o Servizio Segreto Federale Tedesco è stato generato direttamente dalla CIA – allora questi signori sono venuti da me al Frankfurter Allgemeine a Francoforte per farmi scrivere un articolo su Gheddafi e la Libia. Questo nonostante il fatto che io non avessi alcuna informazione o notizia speciale su Gheddafi, ma me le hanno date loro, insomma a loro serviva la mia firma sotto le loro informazioni. L’articolo uscì sul Frankfurter Allgemeine, ma era interamente opera del BND.
Allora vedete, questo si può chiamare giornalismo? Coi servizi segreti che scrivono interi articoli? Ce l’ho ancora nei miei files, era una storia di come Gheddafi stava costruendo una fabbrica di gas tossici a Rabtha. Dopo l’uscita sul Frankfurter Allgemeine venne ripreso da giornali e TV del mondo intero, eppure erano cose di cui io non sapevo niente, ero solo stato ingaggiato ed imbeccato dai servizi segreti. Anche questo non è certo un esempio di libero giornalismo, in cuile agenzie di intelligence decidono cosa vada stampato e cosa no; ed ora vi do un ottimo esempio di cosa capita se gli dici di no, che non ci stai.
In Germania abbiamo un eccellente servizio di soccorso per il traffico in elicotteri, amano chiamarsi gli Angeli in Giallo: una volta uno dei loro piloti si rifiutò di collaborare con il BND come “non ufficiale”. Ebbene fu licenziato dal servizio elicotteri, anche perchè il giudice cui si rivolse lo ritenne “inaffidabile” perchè aveva rifiutato l’offerta del BND.
Anch’io sapevo bene cosa mi sarebbe successo se non avessi cooperato coi servizi segreti. Pensate che per ben sei volte la mia casa fu perquisita perchè un pubblico ministero mi aveva accusato di “diffusione di segreti di Stato”… Sei volte! Tuttavia io credo con forza che la verità non si possa sopprimere, e prima o poi debba venire a galla. Non m’importa delle conseguenze, io ho avuto già 3 infarti, non ho figli per cui, se mi portano in tribunale o in galera penso che per il trionfo della verità ne sarà valsa la pena.” Udo Ulfkotte, giornalista

2 Nov 2014, 14:50 | Scrivi | Commenti (438) | Ascolta
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