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PETIZIONE ALLA COMMISSIONE EUROPEA CONTRO LA GEOTERMIA NON SOSTENIBILE

AICS COMITATO PROVINCIALE VITERBO

09 giugno 2017
All’Informazione

La geotermia è annoverata tra le energie rinnovabili, ma non è una forma di energia sostenibile, in quanto presenta numerose criticità per l’ambiente e per la vita della popolazione.  La direttiva europea 2009/28 CE, però,  non distingue tra energie sostenibili e … Continua a leggere

CANAPA: BREVE STORIA DI UNA STRAORDINARIA PIANTA PROIBITA (VIDEO)

Scritto da Angela Petrella da greenme
canapa
La canapa o cannabis è una pianta legnosa annuale costituita da un fusto alto e sottile, disseminato e sormontato da foglie, che può raggiungere e in alcuni casi superare i 4 metri di altezza. E’ caratterizzata da fibra eccezionalmente resistente, pasta ricchissima di cellulosa e semi estremamente nutrienti.

La canapa ha la peculiarità di essere una pianta straordinariamente versatile, in quanto può trovare impiego in tantissimi settori, a seconda dei differenti  metodi di coltivazione e lavorazione.

Alcuni impieghi della canapa, come il tessile e l’alimentare, sono tradizionali o risalgono addirittura alla notte dei tempi: le vele delle navi dei Fenicierano fatte con tessuto di canapa. Altri prodotti invece sono resi possibili dalle moderne tecnologie, come ad esempio l’utilizzo di fibre di canapa come nanomateriale per stoccare energia.

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Dal tessile all’alimentare, passando per la cosmetica, l’industria della carta, la bioedilizia e la bioplastica fino alla produzione di energia: la canapa è protagonista in tutti questi ambiti produttivi.

O quantomeno avrebbe le potenzialità per giocare un ruolo da protagonista. Praticamente tutti i prodotti derivati dal petrolio potrebbero infatti essere sostituiti con derivati della canapa.

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La filiera della canapa non produce inquinamento, ma al contrario è sostenibile dal punto di vista ambientale per una serie di ragioni. Innanzitutto, crescendo la canapa sottrae le emissioni di anidride carbonica all’atmosfera.

Inoltre, utilizzando cellulosa di canapa, si riuscirebbe ad arrestare la piaga della deforestazione: la canapa è una pianta annuale e quindi il suo ciclo di vita è molto breve, a differenza degli alberi delle foreste che impiegano mediamente 30 anni per crescere. Infine, la lavorazione della canapa non produce rifiuti inquinanti o difficili da smaltire.

E allora la domanda sorge spontanea: come mai questa pianta è stata vittima di una demonizzazione così potente e generalizzata tanto da essere di fatto abbandonata e relegata in una sorta di oblio collettivo?

La risposta semplicistica potrebbe essere: a causa della marjuana che da essa si ricava, equiparata a  una vera e propria droga  poiché contiene il THC (delta-9-tetraidrocannabinolo) , un principio attivo dall’effetto psicotropo.

La spiegazione in realtà è al contempo più complessa e decisamente più esecrabile.

Canapa, le vere ragioni del divieto di coltivazione

canapa sativa

La grande famiglia della canapa comprende diverse specie di piante. Tra di esse, la specie più utilizzata dall’uomo è la Canapa Sativa, la cui resina è praticamente priva di cannabinoidi, quelle sostanze psicotrope di cui il Thc è il principale componente.

I cannabinoidi invece sono presenti nelle foglie e nelle infiorescenze di un’altra specie di canapa, la Canapa Indiana o Canapa Indica. La sua resina è ricca di thc, e questo principio attivo è sempre stato utilizzato dall’uomo a scopo curativo. L’olio derivato dalla canapa costituiva un medicinale nella tradizione ayurvedica.

Ma anche in Occidente erano note le proprietà terapeutiche della cannabis. La pratica di fumare le foglie arrotolate di canapa con scopi curativi è molto antica. Per secoli, la cannabis è stata utilizzata come medicinale.

Questa pianta  veniva usata come analgesico, contro le emicranie, l’epilessia, per contrastare la nausea e il vomito, il glaucoma, la debolezza muscolare, nel trattamento dei dolori provocati dal tumore. Per rendere l’idea della sua importanza terapeutica, si pensi che alla fine del XIX secolo, circa il 30% dei farmaci presenti sul mercato statunitense contenevano estratti di cannabis.

Il suo effetto psicotropo è in realtà abbastanza blando, e comunque svanisce dopo circa 2-3 ore dall’assunzione.

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In ogni caso, a fronte dei numerosi benefici terapeutici della canapa, le sue proprietà psicotrope non giustificano il boicottaggio che questa pianta ha subito a livello mondiale. La spiegazione è più sottile e molto più abietta.  Come detto, la canapa può essere utilizzata anche per produrre carta, e, cosa non di poco conto, senza abbattere un solo albero durante il  processo produttivo.

Alcune copie della Bibbia pubblicata  da Gutenberg, così come la Costituzione francese  e la stessa Costituzione americana sono state stampate su carta di canapa. All’inizio degli anni ’30 negli Stati Uniti venne introdotta una nuova tecnologia, che attraverso la meccanizzazione della lavorazione, consentiva di produrre carta a partire da cellulosa di canapa in maniera più economica rispetto alla cellulosa derivante dal legno.

Questa circostanza avrebbe messo a repentaglio l’impero di William Randolph Hearst, il magnate americano dell’industria cartiera, che proprio  intorno a quegli anni aveva investito nell’acquisto di milioni  di ettari di terreno boschivo destinati alla produzione di fibra di cellulosa.

La sua fiera  avversione alla canapa incontrò  la convergenza altrettanto interessata di Lammot Dupont, un industriale che aveva appena ottenuto l’autorizzazione dal Congresso per brevettare alcune fibre sintetiche derivanti dal petrolio, tra cui la principale era il nylon.

Entrambi i magnati erano finanziati dal banchiere Andrew Mellon, che fece pressioni sul Congresso affinché la coltivazione della canapa fosse bandita. Attraverso la collaborazione attiva e compiacente di suo genero Harry Anslinger, a capo dell’Ufficio Federale Narcotici, venne architettata una poderosa e vergognosa  campagna mediatica per demonizzare la mariujana.

proibizionismo cannabis

Venivano proiettate immagini di persone che, in preda agli effetti allucinatori della mariujana, si suicidavano o compivano delitti efferati, arrivando addirittura ad uccidere altre persone. Persino il nome di questa droga non venne scelto a caso. Marijuana era il nome messicano per indicare l’erba.

Esattamente come oggi, nell’immaginario collettivo dell’americano medio, i Messicani rappresentavano i nemici.  Dopotutto,  negli anni Trenta,  gli echi della guerra tra Usa e Messico (1846-1848) deflagrata a causa dell’annessione americana del Texas  non erano poi così lontani.

Per cui, attribuire un nome preso da un idioma percepito come nemico ad una sostanza ritenuta estremamente pericolosa, non faceva altro che rafforzarne il valore negativo. La campagna mediatica e la pressione delle lobby della carta e del petrolio sfociò nel Marijuana Tax Act del 1937, con cui veniva di fatto proibito l’uso, il commercio e  la coltivazione della canapa in tutto il territorio degli Stati Uniti.

Anche se il thc si trova solo nelle foglie e nei fiori di una specie particolare di canapa, la Canapa Indica, il divieto si estese alla produzione dell’intera famiglia della canapa e di ogni sua parte. Venne usata la leva della droga e della pericolosità sociale per mascherare biechi interessi commerciali.

Nel 1941 Henry Ford, il pioniere dell’industria automobilistica, realizzò un prototipo di autovettura con fibra di canapa e agave,  interamente alimentato con etanolo di canapa. La Hemp Body Car  risultava molto più leggera dell’acciaio, e ben 10 volte più resistente agli urti.

Inoltre, l’alimentazione  con un carburante derivato dalla canapa consentiva di fare a meno della benzina e di altri combustibili derivanti dal petrolio, con grandissimi benefici per l’ambiente. L’ ambizione di Ford era quella di realizzare veicoli interamente costituiti e alimentati dalla canapa e suoi derivati.

Sfortunatamente, egli morì pochi anni dopo, nel 1947, e i suoi progetti vennero abbandonati, dietro pressione delle lobby petrolchimiche, che vedevano nell’automobile di canapa un pericoloso concorrente.

La feroce demonizzazione nei confronti di questa pianta, ormai avviata, si dimostrò inarrestabile e destinata ben presto a varcare gli stessi confini americani. Alla fine degli anni ’50, gli Stati Uniti avevano acquisito una vera e propria leadership economica e politica anche grazie al coinvolgimento e alla vittoria militare nel conflitto mondiale.

Attraverso la loro egemonia a livello planetario riuscirono ad imporre il divieto di coltivare la canapa praticamente in tutti gli Stati sotto il loro controllo diretto o indiretto. Questa proibizione ebbe però effetti devastanti per la salute del pianeta, poiché, contribuendo alla diffusione dei derivati del petrolio, aprì la strada  a fenomeni fino ad allora sconosciuti:  inquinamento e produzione di gas serra.

E’ proprio a partire dagli anni ’60 che il dibattito dell’ opinione pubblica americana si focalizza sulla pericolosità dei cfc, acronimo di clorofluorocarburi. Si tratta di composti chimici derivanti dal metano e dall’etano, altamente inquinanti per l’atmosfera e considerati principali responsabili dell’effetto serra e del surriscaldamento del pianeta. Sono noti col nome commerciale di freon, marchio registrato guarda caso proprio dall’azienda chimica Dupont.

Inoltre, come avviene sempre, il proibizionismo ha finito per produrre l’effetto opposto, incrementando l’uso della marijuana per finalità psicotrope. Non solo. Lo stigma di pianta proibita ha aumentato l’interesse  economico da parte delle organizzazioni criminali, dirottandolo anche verso altre componenti della canapa, sfruttate per lucrare ingenti profitti. Oltre alla marijuana, oggi nel mercato nero troviamo spesso l’hashish, che è la resina della canapa, ad alta concentrazione di thc.

L’hashish ha un effetto psicotropo più potente rispetto alla marijuana, e soprattutto è molto più frequente che venga alterato con altre sostanze, come la paraffina oppure altre più pericolose, quali sabbia e vetro polverizzato. Si stima che nell’hashish venduto per strada ci sia una concentrazione di principio attivo mediamente pari al 3- 4%, praticamente quasi nulla.

Il proibizionismo sulla marijuana ha invece ottenuto di fatto il devastante risultato di annientare la produzione di canapa industriale e  di criminalizzare la cannabis a scopo terapeutico. Con effetti deleteri sull’ambiente e sulle possibilità di cura delle persone.

Negli ultimi anni, stiamo assistendo a una lenta riscoperta della canapa e ad un leggero incremento della sua produzione.

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Le persone tendono ad informarsi di più, e i benefici di questa pianta prodigiosa cominciano ad essere conosciuti da un numero crescente di persone.

Negli Stati Uniti, ad esempio, contestualmente alle votazioni presidenziali e la vittoria di Donald Trump, in 9 Stati si è votato per la legalizzazione della marijuana. Uno, l’Arizona, l’ha respinta. Gli altri otto Stati invece hanno approvato la legalizzazione della cannabis a scopo terapeutico.

Di questi otto, quattro Stati (California, Nevada, Maine e Massachussets) hanno approvato  l’uso della marijuana anche a scopo ricreativo.

Sono piccoli passi, segnali di un’incipiente inversione di rotta. Ma la traversata è ancora lunga e tempestosa.

Per approfondire, vi consigliamo di guardare il documentario di Massimo Mazzucco “La vera storia della Marijuana”:

Angela Petrella

Stragi nazifasciste, altre vittime escono dall’“Armadio della vergogna”

da espresso

Una pubblicazione edita da un comune del Viterbese riporta alla luce alcune atrocità commesse durante l’occupazione. E adesso l’intenzione è di ricostruire tutti i crimini avvenuti nella Tuscia. Grazie all’archivio scoperto dal giornalista dell’Espresso Franco Giustolisi

DI PAOLO FANTAUZZI

27 giugno 2016

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2a puntata PARTECIPIAMO ALLA RICERCA DELLE COSE BELLE E DELLE COSE BRUTTE DEI NOSTRI PAESI: Il giardino comunale di Ronciglione

PARTECIPIAMO ALLA RICERCA DELLE COSE BELLE E DELLE COSE BRUTTE DEI NOSTRI PAESI – Camminando ho osservato a Ronciglione

 

2a puntata 

IL GIARDINO COMUNALE DI RONCIGLIONE INTESTATO A MONS. PACIFICO CHIRICOZZI

IL BELLO

ALCUNI ALBERI DEL GIARDINO COMUNALE 

2014.10.27 Continua a leggere

I COLORI DELLA POESIA

ACCADEMIA BARBANERA

PRESENTA

“I COLORI DELLA POESIA”

SABATO 25 GIUGNO 2016 ORE 17,00

CASTIGLIONE IN TEVERINA VT

MUVIS-MUSEO DEL VINO

Autori presenti:

Ilaria Maria ANTONELLI, Rosa ANTONUCCI, Mario BAGAGLIA,

Fabio BARBANERA Nevino BARBANERA, Pietro Antonio BARBANERA,

Ugo BERARDI, Gaetano CATALANI, Fabio D’AMANZIO,

Daniela DI MARIO, Dario DI MAULO, Realino DOMINICI,

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IN VIAGGIO – Un viaggio stupendo nell’Universo e sulla Terra promosso dalla Scuola di Danza ACTIVE SPACE

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Saggio – Spettacolo della ACTIVE SPACE  “IN VIAGGIO”

Si è svolto a Vetralla sabato 18 giugno 2016 all’aperto presso la Palestra Active Space al Km 62 della Cassia il saggio … Continua a leggere

IL PSI DI SORIANO NEL CIMINO A DIFESA DELLA SALUTE E DEL RISPETTO DELLE LEGGI

LOGO PSI

La Sezione PSI di Soriano nel Cimino, alla luce di quanto sta accadendo nel territorio comunale a seguito dell’uso dei fitofarmaci in agricoltura, chiede all’amministrazione comunale  d’intervenire prontamente a tutela della salute dei cittadini, anche nel rispetto dei regolamenti … Continua a leggere

Il video di SKY tg24 sulla ferrovia e i commenti

per il video clicca qui

Ritengo interessante il video di SKY TG24, al quale il Comitato per la riapertura della ferrovia CCO ha contribuito, poiché pone in risalto lo spreco di denaro pubblico che è stato fatto su questa ferrovia. Purtroppo le informazioni che il comitato ha fornito non sono state riportate con precisione forse per la brevità necessaria della ripresa televisiva. Risulta infatti non molto esauriente, in particolare su quanti soldi siano realmente necessari per la sua riapertura.

Incomincio col dire che è stata chiusa per una piccola frana che poteva essere rimossa in pochi giorni con le attrezzature del tempo: pala e cariola. Non è stato fatto. Allora si parlava di rami secchi o meglio da seccare e tagliare, con poca lungimiranza sull’importanza del trasporto ferroviario.

La frana interessava la tratta Civitavecchia Capranica, che dopo poco venne chiusa al traffico.

Per il ripristino della linea vennero stanziati 200 miliardi di lire e iniziarono i lavori sulla tratta. Quanti soldi siano stati spesi realmente non si sa bene. Alcuni dicono 192, altri 200, e altri ancora 220 miliardi di lire. Oltretutto per quei lavori, sembra non siano stati effettuati i collaudi.

Altri 123 miliardi di lire, per il completamento dei lavori sulla tratta Civitavecchia Capranica e per l’elettrificazione di tutta la linea Civitavecchia Capranica Orte, vennero elargiti dal Parlamento alle FS. Questo finanziamento categoricamente destinato alla riapertura, non si è mai saputo dove sia stato realmente speso.

Nel 1994, dopo pochi mesi dalla sostituzione dell’armamento con binari allora all’avanguardia, anche la tratta Capranica Orte venne chiusa.

Da allora interrogazioni a non finire di deputati e senatori. Da tutti veniva riconosciuta l’importanza della riapertura della ferrovia dei DUE MARI, come veniva definita, perché avrebbe potuto congiungere il Porto di Civitavecchia all’Interporto Centro Italia di Orte, alla città di Terni, sede delle acciaierie, ed infine a tutto il Centro Italia.

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L’importanza della riapertura della linea è stata anche certificata dalla Unione Europea, che l’ha definita indispensabile allo sviluppo economico del Centro Italia e di tutta l’Italia, in particolare perché avrebbe potuto collegarsi alla grande linea Transeuropea TEN T , e ne ha finanziato il progetto di riapertura con 1 milione di Euro. Altro milione di euro è stato stanziato dalla Regione Lazio, dall’Autorità portuale e dall’Interporto Centro Italia. Il progetto redatto dalla ITALFERR, società partecipata FS, è stato consegnato da tempo ai commissionari. L’assessore regionale di allora Lollobrigida lo ha presentato ed è stata anche effettuata la Conferenza dei servizi presso La Regione Lazio. Progetto definito dai nostri tecnici, che non sono certamente inferiori a quelli FS o Italferr, giudicato sopra dimensionato, in quanto in esso è compreso anche il rifacimento di tutte le stazioni e di altre cose non indispensabili. I nostri tecnici più volte hanno chiarito, inascoltati, con documenti alla mano, che per la riapertura completa di elettrificazione, lasciando da parte le cose non strettamente necessarie al funzionamento sarebbero bastati 200 – 250 milioni di € .

La ferrovia, si è già detto più volte, è indispensabile per il trasporto merci, è utile per il trasporto viaggiatori e utile per il servizio turistico.

01-5 mappa ferrovia Civitavecchia-Capranica-Orte

L’inserimento nella legge che prevede la riapertura delle linee ferroviarie per il servizio turistico è stato quindi richiesto dal Comitato alla Commissione Trasporti della Camera, che ne ha riconosciuto l’opportunità ed ha considerato importante per tutti i servizi la riapertura di tutta la linea. La Commissione della Camera dei Deputati ha quindi convocato per chiarimenti la Regione Lazio. Nella apposita audizione l’assessore regionale ai trasporti Michele Civita ha espresso parere favorevole a che la tratta Capranica Orte, della ferrovia CCO, fosse inserita nella proposta di legge sulle ferrovie turistiche. L’assessore ha però voluto metterci del suo o meglio di quanto pensa sulla linea RFI. Ha comunicato di aver interessato da tempo RFI, per uno studio apposito per la riapertura della tratta Capranica Orte al servizio turistico e che solo ultimamente gli era stato consegnato. L’importo previsto nello studio da RFI era di 50 – 70 milioni di Euro. Fra l’altro l’assessore Civita in quell’occasione, sicuramente in buona fede, ma male informato, ha ritenuto di dire che la tratta in questione fosse priva di binari. Cosa assolutamente falsa. La tratta Capranica Orte è provvista di binari ancora all’avanguardia, posti soltanto pochi mesi prima della chiusura al traffico.

Perché si è voluto esporre così l’assessore Civita ad una brutta figura di fronte ai parlamentari della Commissione Trasporti della Camera?

Perché c’è ancora chi giustifica la propria contrarietà con gli alti costi, quando è dimostrabile che queste previsioni di spesa non sono reali ?

Il video di SKY TG24 purtroppo non pone le domande giuste e allora appaiono ai più, poco addentro alle questioni, veritieri gli alti costi per il ripristino o per l’apertura al servizio turistico della tratta Capranica Orte.

Importante, quindi, che in proposito ci sia più chiarezza da parte di tutti i soggetti decisionali. Per questo sarebbe necessaria la istituzione di una commissione d’indagine parlamentare, che faccia completa luce su tutto.
Quindi accertare e far conoscere pubblicamente quanto si è speso per i lavori di rifacimento della tratta Civitavecchia Capranica, che allo stato attuale di fronte al primo stanziamento di 220 miliardi di lire.
Fugare le notizie che circolano da tempo sul fatto che per quei lavori non siano stati fatti i collaudi.
Far sapere dove sono stati spesi i 123 miliardi di lire destinati dal Parlamento alla completa riapertura della CCO. Chiarire l’importo realmente speso per l’ultima progettazione, fatta dalla Italferr e da chi effettivamente pagato, di fronte allo stanziamento di 2 milioni di Euro.
Infine, per dipanare qualsiasi ombra, chiarire se RFI riceve finanziamenti appositi per la manutenzione della linea sospesa, cioè la tratta Capranica Orte e se la manutenzione viene realmente fatta da RFI.

ferrovia cco pl cappuccini

Dare risposte esaurienti a queste domande è un dovere ed è un diritto dei cittadini pretenderle ed ottenerle.

Credo personalmente che tutto sia stato fatto in piena regola e in perfetta trasparenza. Sono molti i cittadini però ai quali sfuggono i motivi per cui vengono affermate cose false, quale l’armamento inesistente sulla tratta Capranica Orte e sembra vengano gonfiate le previsioni di spesa. Per l’apertura della tratta al servizio turistico si è partiti da 50 – 70 milioni riferiti dall’assessore Civita e il video di SKY passa ad 80 milioni di euro.

La tratta Capranica Orte da studi effettuati dai tecnici del comitato per la riapertura della CCO, per aprire la tratta al servizio turistico sono sufficienti 10 milioni di euro, dato che è provvista di binari nella sua interezza.

Se non si vuole riaprire la ferrovia CCO, si deve quindi dire chiaramente: 1) Non è utile al servizio merci e allora significa che si intende continuare a percorrere la linea della modalità stradale, andando contro la tendenza che va affermandosi anche in Italia sebbene con enorme ritardo. Ricordiamo che entro il 2050 le merci trasportate per ferrovia dovranno passare dal 7-8% al 50% , pena il continuare ad inquinare l’atmosfera con le conseguenze disastrose che già si verificano. 2) Si dica che non utile al servizio viaggiatori, nonostante l’aumento dei residenti nei paesi attraversati e nei paesi vicini alla ferrovia e la necessità di riequilibrare le modalità del trasporto in particolare nella provincia di Viterbo. 3) Si dica, infine, che non è utile al servizio turistico nonostante i beni ambientali e culturali che insistono nel territorio.

Queste cose non potranno essere dette. Se al contrario ci sarà qualcuno che lo farà non ha esaminato seriamente gli enormi vantaggi economici sociali e culturali, che derivano dalla riapertura della ferrovia Civitavecchia Capranica Orte o forse è in cattiva fede e comunque ciò darebbe corpo e sostanza ai dubbi, che invece dovrebbero essere fugati, e cioè che forse verrebbe fatto solo ed esclusivamente per mettere una pietra tombale su tutto, ferrovia compresa.

Raimondo Chiricozzi

 

Solo andata – (Erri De Luca,Alessandro Gassman)

Pubblicato il 15 giu 2014

di Riccardo Noury (scritto per Articolo21.info)
Una poesia di Erri De Luca, la musica tra violino e pizzica del Canzoniere grecanico salentino, la regia di Alessandro Gassman. Da questo incontro di sensibilità forti e genuine per i diritti umani è nato, prodotto

Articolo 21  per il video clicca qui 

Spettacolo di danza classica e moderna e di canto a “Il Regno di babbo Natale” Vetralla

Questa galleria contiene 34 foto.

Nel magico negozio “il Regno di Babbo Natale” si è svolto un bellissimo spettacolo di canto e danza promosso dalle scuole di Canto diretta da Barbara Ghiloni e di Danza Classica e Moderna Active Space diretta da Federica Chiricozzi che ha affascinato i presenti. Eccezionali le giovani promesse del canto … Continua a leggere

Civita Castellana. Consegnate alla Diocesi due portareliquie lignei rubati a Caprarola

Oggi alle ore 16.00 presso la curia vescovile di Civitacastellana (VT) alla presenza del Vescovo S.E. Monsignor Romano ROSSI, il procuratore della Repubblica di Viterbo Dott. Alberto PAZIENTI, il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Viterbo Colonnello Mauro CONTE e del Comandante della Compagnia Carabinieri di Ronciglione (VT), sono stati restituiti … Continua a leggere

Carta di Panzano Resoconto di Angelo Bini

3 ottobre 2015 ore 17,50 riceviamo e pubblichiamo da Angelo Bini

Torno ora da Panzano di Greve in Chianti insieme a Agnese Polidori (Farmacista di Vallerano – VT), Riccardo Fortuna (artista di Fabrica di Roma –VT- da noi incaricato per la redazione del fumetto sui fitofarmaci), Bengasi Battisti (Medico ospedaliero, Sindaco … Continua a leggere