da panorama
Lo slogan di quest’anno è “Sette miliardi di sogni. Un solo pianeta. Consuma con moderazione”
Entro il 2050, se i consumi e la produzione attuali rimangono gli stessi, e con una popolazione che dovrebbe raggiungere i 9,6 miliardi, avremo bisogno di tre pianeti per sostenere i nostri stili di vita e di consumo. Inutile girarci troppo intorno, è la sostenibilità la sfida centrale sulla quale si gioca il futuro del nostro pianeta. E oggi, giornata mondiale dell’ambiente, è soprattutto di come raggiungerla che dobbiamo occuparci. “Sette miliardi di sogni. Un solo pianeta. Consuma con moderazione“, questo è lo slogan scelto per l’edizione 2015 dell’evento, che vede Expo grande protagonista con l’intervento del vice direttore generale delle Nazioni Unite e dell’Unep (il programma ambientale dell’Onu) Achim Steiner.
Riduci, riusa, ricicla
Saranno migliaia in tutto il mondo gli eventi organizzati peraumentare la consapevolezza dei cittadini sulle conseguenze di un consumo dissennato delle risorse. Riduci, riusa, ricicla, è uno slogan che forse vi suonerà familiare e che ben riassume ciò che andrebbe fatto per limitare il nostro impatto sul pianeta e salvaguardarne la biodiversità, il clima e la rinnovabilità di quelle stesse risorse che oggi ci danno ancora da mangiare, domani chissà. Molti degli ecosistemi della Terra si stanno avvicinando a un punto critico di esaurimento o di cambiamento irreversibile, spinti da una forte crescita della popolazione e dello sviluppo economico. Oggi, il genere umano consuma risorse per l’equivalente di 1 pianeta e mezzo. Ciò significa che ora la Terra impiega un anno e sei mesi per rigenerare ciò che consumiamo in un anno. Entro il 2030 avremo bisogno di due pianeti per sostenere i nostri stili di vita.
Puoi fare qualcosa anche tu
“Anche se le singole decisioni possono sembrare piccole a fronte di minacce e tendenze globali, quando miliardi di persone uniscono le forze per uno scopo comune, siamo in grado di fare una differenza enorme”, ha dichiarato il Segretario generale dell’ONU Ban Ki-Moon. Già ma come? Prima di tutto applicando nella vita di ogni giorno la regola delle tre R. Ridurre i consumi inutili, riutilizzare le cose che ancora funzionano, o passarle a chi le può usare al posto nostro se non ci servono più, riciclare tutti i materiali che possono avere una nuova vita. E poi? Gli ambiti di intervento sono tre: acqua, energia e cibo. Nessuno di questi tre elementi è gratis, quindi nessuno va sprecato.
Acqua: risorsa preziosa
Meno del 3% dell’acqua del mondo è potabile, ma il 2,5% è congelato in Antartide, nell’Artico e nei ghiacciai. L’umanità deve quindi affidarsi allo 0,5% per tutti i fabbisogni di acqua potabile dell’ecosistema e dell’uomo.
L’uomo sta inquinando l’acqua più velocemente di quanto la natura possa riciclare e purificare l’acqua di fiumi e laghi. Più di 1 miliardo di persone non hanno ancora accesso all’acqua dolce. L’uso eccessivo di acqua contribuisce alla stress idrico globale. L’acqua è gratis in natura, ma le infrastrutture necessarie per fornirla costano.
Energia: largo alle fonti rinnovabili
Nonostante tutti i progressi della tecnologia che hanno consentito consistenti miglioramenti dell’efficienza, l’uso dell’energia nei paesi OCSE crescerà di un ulteriore 35% entro il 2020. Ma oggi siamo in grado di spostare le nostre abitudini di consumo verso beni e servizi con minore insensità energetica senza che la nostra qualità della vita ne risulti compromessa.
Il costo delle energie rinnovabili è sempre più competitivo con quello dell’energia derivante da combustibili fossili. Nel 2013, un quinto del consumo finale di energia al mondo proveniva da fonti rinnovabili. Le famiglie consumano il 29% dell’energia mondiale e, di conseguenza, contribuiscono al 21% delle emissioni di CO2 che ne derivano. Quindi ognuno di noi a casa può contribuire a contenere i consumi energetici.
Cibo: vietato sprecare
Infine per quel che riguarda il cibo, tema centrale di EXPO 2015, siamo di fronte a un paradosso: 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate ogni anno, mentre circa 1 miliardo di persone èdenutrito e un altro miliardo può considerarsi affamato. Sul fronte opposto abbiamo un miliardo e mezzo di persone insovrappeso o obese.
Il settore alimentare contribuisce per circa il 30% al consumo totale di energia e rappresenta circa il 22% del totale delle emissioni di gas serra. Come se ciò non bastasse, il degrado del suolo, la riduzione della fertilità, l’uso insostenibile delle risorse idriche, la pesca eccessiva e il degrado dell’ambiente marino stanno tutti diminuendo la quantità di risorse naturali alle quali attingiamo per nutrirci. E’ chiaro che c’è qualcosa di profondamente sbagliato nel modo in cui gli umani gestiscono il cibo.
Entro il 2050, se i consumi e la produzione attuali rimangono gli stessi, e con una popolazione che dovrebbe raggiungere i 9,6 miliardi, avremo bisogno di tre pianeti per sostenere i nostri stili di vita e di consumo. Inutile girarci troppo intorno, è la sostenibilità la sfida centrale sulla quale si gioca il futuro del nostro pianeta. E oggi, giornata mondiale dell’ambiente, è soprattutto di come raggiungerla che dobbiamo occuparci. “Sette miliardi di sogni. Un solo pianeta. Consuma con moderazione“, questo è lo slogan scelto per l’edizione 2015 dell’evento, che vede Expo grande protagonista con l’intervento del vice direttore generale delle Nazioni Unite e dell’Unep (il programma ambientale dell’Onu) Achim Steiner.
Riduci, riusa, ricicla
Saranno migliaia in tutto il mondo gli eventi organizzati peraumentare la consapevolezza dei cittadini sulle conseguenze di un consumo dissennato delle risorse. Riduci, riusa, ricicla, è uno slogan che forse vi suonerà familiare e che ben riassume ciò che andrebbe fatto per limitare il nostro impatto sul pianeta e salvaguardarne la biodiversità, il clima e la rinnovabilità di quelle stesse risorse che oggi ci danno ancora da mangiare, domani chissà. Molti degli ecosistemi della Terra si stanno avvicinando a un punto critico di esaurimento o di cambiamento irreversibile, spinti da una forte crescita della popolazione e dello sviluppo economico. Oggi, il genere umano consuma risorse per l’equivalente di 1 pianeta e mezzo. Ciò significa che ora la Terra impiega un anno e sei mesi per rigenerare ciò che consumiamo in un anno. Entro il 2030 avremo bisogno di due pianeti per sostenere i nostri stili di vita.
Acqua: risorsa preziosa
Meno del 3% dell’acqua del mondo è potabile, ma il 2,5% è congelato in Antartide, nell’Artico e nei ghiacciai. L’umanità deve quindi affidarsi allo 0,5% per tutti i fabbisogni di acqua potabile dell’ecosistema e dell’uomo.
L’uomo sta inquinando l’acqua più velocemente di quanto la natura possa riciclare e purificare l’acqua di fiumi e laghi. Più di 1 miliardo di persone non hanno ancora accesso all’acqua dolce. L’uso eccessivo di acqua contribuisce alla stress idrico globale. L’acqua è gratis in natura, ma le infrastrutture necessarie per fornirla costano.
Energia: largo alle fonti rinnovabili
Nonostante tutti i progressi della tecnologia che hanno consentito consistenti miglioramenti dell’efficienza, l’uso dell’energia nei paesi OCSE crescerà di un ulteriore 35% entro il 2020. Ma oggi siamo in grado di spostare le nostre abitudini di consumo verso beni e servizi con minore insensità energetica senza che la nostra qualità della vita ne risulti compromessa.
Il costo delle energie rinnovabili è sempre più competitivo con quello dell’energia derivante da combustibili fossili. Nel 2013, un quinto del consumo finale di energia al mondo proveniva da fonti rinnovabili. Le famiglie consumano il 29% dell’energia mondiale e, di conseguenza, contribuiscono al 21% delle emissioni di CO2 che ne derivano. Quindi ognuno di noi a casa può contribuire a contenere i consumi energetici.
Cibo: vietato sprecare
Infine per quel che riguarda il cibo, tema centrale di EXPO 2015, siamo di fronte a un paradosso: 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate ogni anno, mentre circa 1 miliardo di persone èdenutrito e un altro miliardo può considerarsi affamato. Sul fronte opposto abbiamo un miliardo e mezzo di persone insovrappeso o obese.
Il settore alimentare contribuisce per circa il 30% al consumo totale di energia e rappresenta circa il 22% del totale delle emissioni di gas serra. Come se ciò non bastasse, il degrado del suolo, la riduzione della fertilità, l’uso insostenibile delle risorse idriche, la pesca eccessiva e il degrado dell’ambiente marino stanno tutti diminuendo la quantità di risorse naturali alle quali attingiamo per nutrirci. E’ chiaro che c’è qualcosa di profondamente sbagliato nel modo in cui gli umani gestiscono il cibo.