Giovannini Enrico è Ministro delle infrastrutture e dei trasporti

Il nuovo governo

I temi dell’audizione sul PNRR come portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile

MOBILITY278.pdf (ferpress.it)


Enrico Giovannini è il nuovo Ministro per le Infrastrutture e i
Trasporti. Giovannini è stato fino a ieri il portavoce della Alleanza
Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASVIS), ruolo che non deve
essere stato assente nella valutazione che lo ha portato alla designazione come titolare del dicastero.
In precedenza, Giovannini ha un ricco curriculum: professore ordinario di Statistica all’Univeristà di Roma “Tor Vergata”, è stato Chief Statistician dell’OCSE dal 2001 all’agosto 2009; presidente dell’ISTAT dall’agosto 2019 all’aprile 2013; e Ministro del Lavoro e delle politiche sociali (28 aprile 2013 – 22 febbraio 2014) del governo Letta. Con la fine degli incarichi governativi o di alta amministrazione, Giovannini si è reso protagonista di esperienze sia a livello europeo che internazionale, sempre portando il suo ampio bagaglio di competenze, ma soprattutto la costante proiezione sui temi
dello sviluppo sostenibile e della necessità di una svolta nelle politiche che tenessero conto dell’esigenza della salvaguardia del pianeta, e – soprattutto – del benessere delle generazioni future.
Come portavoce di ASVIS, Giovannini si è fatto promotore dell’Appello che contiene la richiesta del riconoscimento dello sviluppo sostenibile tra i principali fondamentali da inserire nella Costituzione, oltre ad altre proposte tra cui la trasformazione del CIPE in “Comitato interministeriale per lo sviluppo sostenibile” (CIPESS), trasformazione in effetti avvenuta –
a partire dal 1 gennaio 2021 – in base ad un decreto del governo Conte.
L’attenzione costante e focalizzante di ASVIS, nei suoi anni di attività, si è rivolta soprattutto ai temi dell’Agenda 2030 e al rispetto degli impegni in essa assunti.
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU; essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs), in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi, cui si è
successivamente ispirata – in particolare – l’azione dell’Unione Europea, e che sono alla base del programma Next Generation UE, che a sua volta è l’asse portante che deve ispirare le politiche di Recovery Plan delle varie nazioni, tra cui – come è abbondantemente noto – l’Italia, che ha avuto la più ampia assegnazione di fondi (209 miliardi di euro) destinati a tale scopo.
L’audizione di ASVIS presso le Commissioni Bilancio e Ambiente della Camera dei Deputati numero 278- 18 Febbraio 2021 12 13
Il 4 febbraio scorso, il portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, Enrico Giovannini, ha tenuto un’audizione davanti
alle Commissioni V e VIII della Camera, in relazione all’esame della proposta di Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), e Mobility Press ne ripropone alcuni stralci.
L’analisi condotta da ASVIS parte dal legame tra Politiche UE, PNRR e SDGs, evidenziando i 6 pilastri delle Linee guida per il Next Generation EU:

  1. Transizione verde
  2. Trasformazione digitale
  3. Crescita intelligente, sostenibile e inclusiva
  4. Coesione sociale e territoriale
  5. Salute e resilienza economica, sociale e istituzionale
  6. Politiche per la prossima generazione
    L’analisi effettua un confronto dettagliato ed analitico tra le linee guida della Commissione UE del 22 gennaio 2021 e il Piano nazionale di
    Ripresa e Resilienza #Next Generation Italia, esaminando la complementarietà e coerenza delle politiche ed evidenziando le potenziali criticità. La relazione presentata in sede di audizione evidenzia che, partendo dal Rapporto ASVIS 2020, l’Alleanza ha cominciato un lavoro di analisi sulle componenti del PNRR, dando una valutazione secondo i Goal dell’Agenda 2030 e ricavandone uno schema a tre colori: Verde per le componenti adeguate; Giallo per
    le componenti che presentano alcune criticità; Rosso per le componenti con gravi criticità. La presentazione dell’analisi è prevista per la fine di febbraio, in un evento pubblico, ha annunciato il portavoce Giovannini nel corso dell’audizione. Nella nota pubblicata sul sito di ASVIS (titolo: “Nel PNRR mancano target, valutazioni d’impatto e riforme per guidare
    gli investimenti”), a commento dell’audizione, si sottolineano le diverse “mancanze” del Piano, evidenziando – in particolare – che, se si confrontano le linee guida fornite dalla Commissione su come costruire il Pnrr, si trova una corrispondenza elevata, “tuttavia serve una ricomposizione delle missioni previste dal Pnrr italiano, in modo da dare coerenza al Next generation Italia”. In sostanza, – si spiega nella nota – “l’Europa ha reso i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile una priorità, e da
    questi sono stati derivati i sei pilastri su cui si poggiano le linee guida per l’utilizzo del Next generation Eu. Una connessione importante,
    che presuppone una piena coerenza tra le politiche da mettere in campo.” La nota rileva che “attualmente nel Pnrr italiano manca la
    definizione di target e obiettivi quantificabili, come invece dovrebbe essere, e servono indicatori di risultato di tipo finanziario e non.
    Altro capitolo in cui è carente il Piano italiano è quello legato alle riforme, che sono necessarie e che devono guidare gli investimenti.
    Le risorse e gli investimenti che scaturiranno dal Next generation Eu devono, infatti, andare di pari passo con il Piano nazionale di riforme
    (Pnr) e, per questo motivo, quest’ultimo andrebbe riscritto con un’ottica diversa da quella usata negli ultimi anni.”
    “Elemento importante” – prosegue la nota ricordando le valutazioni
    svolte da Giovannini – “è il fatto che i progetti presenti nel Piano devono
    rispondere al principio di non nuocere all’ambiente.
    Un principio fortissimo, coerente e in linea con il Green new deal. Questo nel Pnrr non si vede”, rileva la nota, sottolineando che “tutto deve
    numero 278- 18 Febbraio 2021 13 procedere in maniera coerente: serve coerenza tra uso dei fondi europei e italiani, e tra i diversi altri Piani che l’Italia deve presentare con urgenza. Esempio è dato dal Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), ancora non in linea con l’ambizioso obiettivo europeo del taglio del 55% delle emissioni climalteranti entro il 2030, rispetto al 1990; e dal Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico che in Italia ancora manca. Due elementi, questi, di debolezza, che potrebbero indurre l’Europa a dubitare sulle serie intenzioni italiane”.
    Dopo un passaggio sul tema dell’occupazione giovanile, la sintesi proposta sui temi dell’audizione evidenzia che – sempre in relazione al
    “principio di coerenza” – “dal Piano nazionale non si evince un cambio di direzione della programmazione finanziaria nazionale in favore dello sviluppo sostenibile”.
    Un esempio può derivare dal fatto che “dei 209 miliardi di euro dobbiamo indirizzare circa 80 miliardi alla transizione ecologica, ma
    attualmente destiniamo 19 miliardi di euro del bilancio dello Stato nella direzione opposta (in sussidi dannosi all’ambiente).
    Uno scompenso che va corretto prima possibile”.
    Un’altra criticità evidenziata da Giovannini e dalla nota, riguarda l’esigenza di una governance per la realizzazione degli obiettivi del
    PNRR: “Senza una buona governance, pur ottenendo l’intera cifra che ci spetta, non saremo però in grado di spendere in maniera efficace ed efficiente le risorse.
    Su questo aspetto il Pnrr italiano non chiarisce come debbano essere ripartiti i fondi e, su temi che impattano su materie di competenza statali, regionali e delle città, serve una
    serio coordinamento di “governance multilivello” per raggiungere i risultati sperati”, si sottolinea nella sintesi. Infine, l’attenzione si
    concentra sulla “valutazione dell’impatto che il Pnrr avrà su ambiente e società” (stime che non sarebbero presenti nel documento italiano, “a parte quelle ‘importanti ma non esaustive’ sull’andamento macroeconomico”), e la mancata indicazione dell’impatto che il Piano dovrebbe avere per realizzare l’obiettivo di abbattere le diseguaglianze di genere (nel corso dell’audizione, Giovannini ha ricordato l’esempio virtuoso del Piano spagnolo che, in una sola riga, prevede proprio il raggiungimento di tale obiettivo qualificante).
    L’approfondimento dei temi trattati dal neo ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nel corso dell’audizione del 4 febbraio, è comunque possibile sia consultando il sito di ASVIS (www.asvis.it), sia l’archivio della Web TV della Camera dei deputati.
    AD
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