TORNARE ALLA BIODIVERSITA’ IN AGRICOLTURA PER SALVARE L’AMBIENTE E TUTELARE LA SALUTE

29 agosto 2020

PER SALVARE L’AMBIENTE E TUTELARE LA SALUTE DEGLI UOMINI OCCORRE TORNARE ALLA  BIODIVERSITÀ IN AGRICOLTURA

“Un mandriano scopre una spada nascosta sotto l’erba, e la reca al principe tartaro. Attila la prende, e sopra questa spada, che egli denomina la spada di Marte (Prisco), giura che egli ha diritti al dominio del mondo. Attila soleva dire “La stella cade, la terra trema, io sono il martello dell’universo”.
Attila, l’uomo venuto dal nulla. La salma di Attila riposava dietro una tenda. Fuori, i cavalieri cantavano i loro lamenti in favore del “più grande degli Unni, Attila, figlio di Mundzuc, signore delle genti più forti”.

“Ad uccidere il condottiero, il temuto padrone del popolo nomade che aveva terrorizzato per otto anni tutta l’Europa (dal 445 al 453), non era stata una spada, né un silenzioso complotto per il potere: Attila – il “Flagello di Dio”, come lo avrebbero chiamato i cristiani – si arrendeva nel sonno, accanto all’ultima giovane sposa Ildico, sconfitto da un’emorragia. Soffocato dal sangue, il “nettare” che lo aveva dissetato nel suo viaggio terreno.”

Questa è la fine del grande Attila, a cui non piaceva lavorare la terra, che riteneva però di avere diritto al dominio del mondo.

Nel mondo a ben guardare ancora c’è chi crede, nel suo delirio di onnipotenza, di essere il padrone del tempo e nessun pensiero lo distoglie dal volere accumulare denaro e con questo impossessarsi del potere di vita e di morte delle persone.

Nei monti Cimini ancora oggi c’è chi sostiene che la monocultura del nocciolo, come tutte le monocolture agricole, non sia dannosa all’uomo.

Infatti le istituzioni fanno poco o nulla per la riconversione delle monocolture  in ecosostenibili o biologiche e soprattutto  al ritorno ad una agricoltura che valorizzi la biodiversità, nemmeno con un processo graduale che possa determinarlo .

Similmente ad Attila, che si vantava dire che al suo passaggio non sarebbe rimasto nel terreno nemmeno un filo d’erba,  si lascia che i nuovi operai della industria chimica lavorino i campi con concimi chimici, pesticidi e diserbanti che eliminino tutta l’erba. Ciò nonostante i finanziamenti erogati perché venisse mantenuto un pratino, per i quali la nostra associazione assieme ad altre associazioni ambientaliste si è impegnata perché fossero concessi agli agricoltori.

Nessuno si pone il problema della possibile desertificazione dei terreni, figurarsi se viene preso in considerazione il fatto che l’uso dei pesticidi potrebbe procurare danni  irreversibili e forse anche la morte al prossimo e in primo luogo agli stessi agricoltori.  Il dio danaro attira di più e fa passare in secondo ordine la salute.

E così constatiamo i danni alla salute e all’ambiente, alle acque di superficie, quali quelle del lago di Vico che ancora vengono distribuite nelle abitazioni di Caprarola e Ronciglione, nonostante le ordinanze di non potabilità vigenti e sicuramente anche alle falde acquifere.

Con autorizzazioni più o meno concesse i nuovi conquistatori vanno estendendo il loro dominio in tutto il viterbese e mettono a dimora nuove piantagioni della monocoltura del nocciolo, dove non crescerà più l’erba .

Ciò a cui si assiste in questo periodo nel silenzio della stampa e delle istituzioni è di una drammaticità unica.

Le polveri che presumibilmente contengono residui di pesticidi, vengono sollevate dai mezzi, soffietto e aspira nocciole e producono una cappa su tutti i monti Cimini. Perché fossero catturate senza involarsi, sono stati erogati finanziamenti per i quali anche noi come associazione ambientalista, affinché avvenisse, ci siamo prodigati.

Perché la politica non interviene regolamentando la raccolta, magari obbligando gli agricoltori ad irrorare i campi con acqua o ad iniziare la raccolta dopo le piogge?

La gente non fa più danze per la pioggia come nei tempi antichi o nel tempo dei barbari. Sicuramente però molti hanno pregato perché dal cielo, squarciando le nubi, scendesse la pioggia a mitigare il sollevare delle polveri.  Adesso sembra che il tempo stia cambiando e nei prossimi giorni pioverà.

Da tutto ciò un insegnamento: possibile che non ci resti altro che pregare e piangere per l’umanità futura ?

AICS COMITATO PROVINCIALE VITERBO 
AICS AMBIENTE COMMISSIONE NAZIONALE
Tel 3683065221 email
viterbo@aics.it   www.cafevirtuel.it

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