ISDE – La riunione della VIII commisione consiliare agricoltura e ambiente della Regione Lazio per il lago di Vico e l’acqua potabile

Convocata dal Presidente  della VIII Commissione Consiliare Permanente Agricoltura e Ambiente del Consiglio regionale del Lazio, si è svolta il 15 giugno 2020, l’audizione sul tema: “Criticità del lago di Vico per inadeguatezza dei sistemi di potabilizzazione e presenza nelle acque ad uso potabile di sostanze che ne compromettono l’utilizzo”.

Di seguito l’intervento della dottoressa Antonella Litta, referente dell’Associazione medici per l’ambiente-Isde di Viterbo.

Nota per la stampa a cura di Isde-Viterbo

Viterbo, 17 giugno 2020

Per comunicazioni:isde.viterbo@gmail.com

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All’attenzione del Presidente e dei Componenti della VIII Commissione Consiliare Permanente Agricoltura e Ambiente del Consiglio regionale del Lazio.

Audizione del 15 giugno 2020  

“Criticità del lago di Vico per inadeguatezza dei sistemi di potabilizzazione e presenza nelle acque ad uso potabile di sostanze che ne compromettono l’utilizzo”.

La situazione del lago di Vico

Come noto, il  lago di Vico per le particolari e pregiate caratteristiche del suo ecosistema è  stato classificato come Sito d’importanza comunitariaSic n. IT6010024  e Zona di protezione speciale-Zpsn. IT6010057.

Proprio per proteggere questo delicato ecosistema, nel 1982, veniva istituita la Riserva naturale regionale del lago di Vico (legge regionale del 28 settembre 1982 n. 47 e successiva legge regionale del 24 dicembre 2008 n. 24 ) che tra  i vari compiti avrebbe dovuto anche “ preservare l’equilibrio biologico del lago e l’effettiva potabilità delle sue acque” a tutela del diritto alla salute delle popolazioni che da questo lago attingono acqua ad uso umano. 

La compromissione della qualità delle acque del lago di Vico è  invece purtroppo nota da anni ed oggetto di studi, ricerche e progetti da parte di Enti e Università (Istituto superiore di Sanità, Consiglio nazionale delle Ricerche – CNR, Università della Tuscia, Università di Roma La Sapienza,Università degli Studi Roma Tre e Arpa-Lazio).

Essa si caratterizza per la marcata riduzione del quantitativo di ossigeno,aumento della clorofilla e della biomassa algale ed è da attribuirsi alle massive fioriture del Cianobatterio Plankthotrix rubescens, detto comunemente alga rossa e delle altre specie cianobatteriche in particolare: Limnothrix redekei e Aphanizomenon ovalisporum, presenze ormai stabili e consistenti nell’ecosistema lacustre vicano.

Nelle acque del lago di Vico sono anche persistenti ed elevati i valori di arsenico (secondo il parametro previsto dal Decreto Legislativo 31/2001 per le acque ad uso potabile ovvero 10 microgrammi/litro), elemento questo tossico e cancerogeno certo secondo la classificazione dell’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro – Iarc.

In  una riunione del tavolo tecnico istituito proprio sulle problematiche ambientali del lago di Vico, svoltasi presso la Provincia di Viterbo il 2 marzo 2010, riunione convocata dall’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Viterbo sul tema specifico  “Attività di contrasto al degrado della qualità delle acque del lago di Vico”, venivano presentati dati che evidenziavano nelle acque del lago anche la presenza di altre sostanze tossiche e cancerogene, che di norma dovrebbero essere estranee alle acque del lago (mercurio, idrocarburi policiclici aromatici – IPA) e sulla cui presenza e provenienza l’Isde ha più volte chiesto l’avvio di specifiche indagini.

Sempre in quella stessa riunione venivano confermati i livelli di concentrazioni rilevate nei sedimenti del lago per gli elementi : Arsenico – 647 mg/kg SS (valore soglia 20 mg/kg SS) -, Cadmio – 12 mg/kg SS (valore soglia 2 mg/kg SS) – e  Nichel – 566 mg/kg SS (valore soglia 120 mg/kg SS).

Questi elementi tossici sono tuttora presenti nei sedimenti del lago e per la loro concentrazione così elevata nei sedimenti lacustri si configurano come un ulteriore motivo di preoccupazione ambientale e sanitaria per il rischio derivante dalla loro possibile mobilizzazione e quindi rilascio nelle acque del lago e sono perciò una ulteriore e valida ragione perché si abbandoni al più presto la captazione di acque ad uso umano da questo lago.

Le cause

Le  cause che verosimilmente sono state e continuano ad essere all’origine del degrado di questo importante ecosistema e bacino idrico, sono state più volte indicate e  possono così essere riassunte:

  • uso ultradecennale di fertilizzanti e fitofarmaci chimici nelle vaste aree coltivate a noccioleti nella caldera  del lago che ha favorito e favorisce le intense  fioriture del cianobatterio Plankthotrix rubescens e delle altre specie di cianobatteri;
  • possibile permanenza di scarichi fognari abusivi o non a norma sulle sponde e in prossimità del lago;
  • possibile azione residua di inquinamento dovuta agli agenti contaminanti individuati nel sottosuolo del dismesso Magazzino Materiali di Difesa Nbc di Ronciglione, ubicato anch’esso in prossimità

delle sponde del lago;

  • possibili attività illecite condotte all’interno e in prossimità della Riserva naturale.

Il rischio sanitario

Gli acquedotti dei Comuni di Caprarola e Ronciglione sono riforniti in misura preponderante da acque captate dal lago di Vico e ormai da anni si susseguono ordinanze di non potabilità che attestano il potenziale  rischio per la salute dei cittadini che possono essere esposti, e ormai da lungo periodo, a microrganismi potenzialmente tossici e a diverse sostanze tossiche e cancerogene presenti nelle acque captate dal bacino lacustre attraverso principalmente il loro uso per bevande, preparazioni alimentari, per fini igienico-sanitari e attraverso il consumo di fauna ittica proveniente dal lago e prodotti vegetali irrigati sempre con acque lacustri.

I cianobatteri sono  infatti microrganismi capaci di produrre una serie di cianotossine patogene, al momento ne sono state descritte solo una parte, oltre 90 varianti tra cui la  microcistina LR classificata come cancerogena di classe 2 b secondo l’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro – I.a.r.c. e tossica per gli esseri umani, per la flora e la fauna con cui viene in contatto.

Questa cianotossina non è termolabile e quindi non è eliminabile attraverso i processi di bollitura dell’acqua e cottura degli alimenti.

Non deve poi essere sottovalutato il cosiddetto effetto cocktail ovvero l’esposizione cronica a più sostanze tossiche e cancerogene, tra cui anche i pesticidi, contenute nelle acque in distribuzione e  che  possono agire con effetto sinergico e di amplificazione della loro tossicità e cancerogeneticità sull’organismo umano.

Inefficacie potabilizzazione delle acque captate dal lago e destinate a consumo umano

Da oltre 10 anni l’Isde di Viterbo  studia e documenta l’ inadeguatezza e l’inefficacia dei sistemi di potabilizzazione (vedasi documentazione relativa).

Per ragionare solo sull’ultimo periodo:  per tutto l’anno 2017 come, quasi costantemente  negli anni precedenti,è stata erogata acqua non potabile dagli acquedotti di  Caprarola e Ronciglione come  certificato dai  giudizi sulla qualità delle acque, emessi dal Dipartimento di Prevenzione-Servizio Igiene, Alimenti, Nutrizione, Acque Pubbliche della Asl di Viterbo.

Dall’esito di diversi esami  per l’anno 2017 si rileva infatti  presenza nelle acque erogate di milioni di cellule/litro di Fitoplancton e Cianoficee in particolare del cianobatterio Panktothrix rubescen, detto comunemente Alga Rossa. Si evidenziano inoltre frequenti superamenti dei valori di parametro per Arsenico, Fluoro, Nickel e Boro e, in diverse circostanze, si riscontra anche la presenza di batteri Coliformi e di colonie di Enterococchi,  né risultano rappresentare  una valida soluzione, sempre per alcune gravi criticità riscontrate nella loro gestione, le cosiddette “casette dell’acqua” posizionate a Ronciglione e Caprarola.

Acqua non potabile  è stata erogata anche per l’anno 2018 e 2019, come da documentazione allegata.

La grave situazione di degrado della qualità delle acque del lago di Vico come fornitore di acqua potabile e l’inadeguatezza dei sistemi di potabilizzazione dei due comuni circumlacuali  era attestata  già  nel “Memorandum” redatto nel 2009 dalla Asl di Viterbo (tra i documenti messi a disposizione) e continua ad essere attestata  dal mantenimento e dalla reiterazione delle ordinanze di non potabilità delle acque per uso umano nei due Comuni (nel comune di Caprarola, risulta in vigore, come da sito  della Asl di Viterbo del giorno 11maggio 2020 http://www.asl.vt.it/Cittadino/arsenico/localita.php?ms=caprarola, l’ordinanza di non potabilità n. 92 del 28 dicembre 2012 e nel comune di Ronciglione risultano in vigore le ordinanze: rete idrica lago di Vico- Ordinanza n.11 del 19 gennaio 2015 e rete idrica Fogliano ordinanza n.135 del 25 luglio 2017 http://www.asl.vt.it/Cittadino/arsenico/localita.php?ms=ronciglione.

Deliberazione del  n.276 del 19 maggio 2020 della Giunta regionale del Lazio

La  recente Deliberazione del  n.276 del 19 maggio 2020 della Giunta regionale del Lazio,  riconosce il degrado delle acque del lago di Vico che  vengono classificate di categoria inferiore ad  A3 e stabilisce che  “… tali acque possono essere utilizzate, in via eccezionale, solo qualora non sia possibile ricorrere ad altre fonti di approvvigionamento e solo dopo opportuno trattamento…”.

Anche alla luce di questo documento rinnoviamo ancora una volta la  necessità  di abbandonare immediatamente la captazione delle acque dal lago di Vico e di rifornire  di acqua potabile con sistemi alternativi le popolazioni di Caprarola e Ronciglione

Alcuni interventi necessari ed urgenti

Indichiamo quindi ancora una volta alcuni interventi necessari ed urgenti per avviare il risanamento dell’ecosistema del lago di Vico e tutelare così la salute delle persone e in particolare dei bambini e primo fra tutti la cessazione della captazione di acqua dal lago di Vico e il contestuale reperimento di fonti alternative di approvvigionamento idrico.

Di seguito gli altri interventi:

  • avvio in tempi rapidi  di una drastica riduzione, fino alla completa abolizione, dell’uso di fitofarmaci in tutta la conca del lago di Vico con riconversione al biologico di tutte le attuali forme di coltivazioni agricole in essa presenti e netta riduzione dell’utilizzo di fertilizzanti;
  • costante controllo e periodica verifica di tutti gli scarichi fognari delle utenze private e pubbliche poste in prossimità del lago;
  • bonifica definitiva ed effettiva del deposito militare Nbc di Ronciglione;
  • intensificazione dei controlli di tutte le attività notturne e diurne all’interno e in prossimità della Riserva regionale del lago di Vico;
  • immediata installazione di impianti pilota per lo studio di una potabilizzazione extralacustre veramente efficace delle acque in relazione alle loro criticità e ricerca di nuove falde di captazione;
  • costante e approfondito monitoraggio di tutte le sostanze tossiche e cancerogene che possono contaminare le acque destinate a consumo umano, la fauna e la flora lacustre;
  • biomonitoraggio per  contaminazione da sostanze inquinanti della fauna lacustre, della flora lacustre e in particolare per le piante di nocciolo coltivate in prossimità delle acque del  lago;
  • informazione ampia e diffusa ai cittadini, negli studi medici, nelle scuole, negli ambulatori della Asl e presso l’ospedale di Ronciglione;
  • inizio immediato di un monitoraggio di lungo periodo relativo allo stato di salute delle persone e in particolare dei bambini;
  • screening  gratuiti per le popolazioni esposte al cosiddetto “effetto cocktail” determinato dall’esposizione contemporanea a  più cancerogeni e sostanze tossiche presenti nelle acque del lago, anche se entro i limiti di legge, in particolare: cianobatteri, microcistine algali, arsenico, metalli pesanti e pesticidi.

Associazione medici per l’ambiente-Isde 

(International Society of Doctors for the Environment) di Viterbo

Viterbo, 16 giugno 2020

Documenti messi a disposizione della Commissione:

1)      le  segnalazioni-esposti  effettuate  dall’Isde di Viterbo dal 2010 al 2020;

2)      il comunicato stampa del 12 maggio 2020 relativo alla persistente inadeguatezza ed inefficacia dei  sistemi di potabilizzazione delle acque captate dal lago di Vico;

3)      il  comunicato stampa inviato in occasione della presentazione del Rapporto 2019 “ I tumori in Provincia di Viterbo”;

4)      la  reiterata richiesta di intervento alle competenti Istituzioni  del gennaio 2018;

5)      la lettera del Commissario europeo  all’ambiente;

6)      il documento di sintesi relativo al degrado e inquinamento dell’ecosistema del lago di Vico, presentato al Prefetto di Viterbo nel maggio 2018;

7)      il comunicato stampa che ha fatto seguito alla riunione tenutasi il 21 marzo  2017 presso il Ministero della salute;

8)      le analisi  effettuate dall’Istituto superiore di sanità- ISS per il comune di Caprarola per l’anno 2017;

9)      la lettera dell’ISS all’Isde di Viterbo del febbraio 2016;

10)    n.2 documenti: contratto di ricerca tra ISS e Comune di Ronciglione “Valutazione dei rischi correlati alle risorse idriche da destinare a consumo umano nell’ambito di implementazione dei Piani di sicurezza dell’acqua per la filiera idrica del Comune di Ronciglione” ( si veda pag.23) e il rapporto  relativo al I semestre di questa stessa ricerca;

11)       alcuni esami sulle acque erogate nel Comune di Caprarola e Ronciglione per l’anno 2019;

12)     un articolo della dottoressa Milena Bruno dell’Istituto superiore di Sanità e un articolo  scientifico del gruppo del professor Nascetti dell’Università della Tuscia;

            13)      il Memorandum  redatto dalla Asl di Viterbo nel 2009;

14)            le analisi dell’Istituto superiore di sanità per il Comune di Caprarola -anni 2018 e 2019-;

15)      analisi per le acque di  Ronciglione 2017

15 bis)  analisi  per le acque di Ronciglione 2015

16)      analisi per le acque di  Ronciglione 2015

17)      perizia del professor Roberto Minervini presentata in un procedimento giudiziario

            tuttora in corso;

18)     Piano di gestione dei  sic “Monte Fogliano e Monte Venere (IT 6010023) e “Lago di

                    Vico”  (IT 6010024)  e della ZPS  “ Lago di Vico-Monte Fogliano e Monte Venere”

 (IT 6010057) redatto nel  2004  avente: “ …l’obiettivo di definire gli elementi di maggiore criticità e di minaccia, derivanti dal contesto territoriale e socioeconomico, che possono interferire con i principali obiettivi sopra definiti e quindi con la presenza in uno stato di conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie di interesse Comunitario”( in particolare  si veda il capitolo 3);

19)      Pdf  della relazione del dottor  Pietro Paris presentata il 7 dicembre 2019 nell’ambito del convegno “L’acqua bene essenziale. Lo stato delle acque in Provincia di Viterbo”;

20)  Pdf della  relazione della  professoressa Ripa presentata il 7 dicembre 2019 nell’ambito del convegno “L’acqua bene essenziale. Lo stato delle acque in Provincia di Viterbo”;

21)  Pdf della  relazione  del prof. Nascetti presentata il 7 dicembre 2019 nell’ambito del convegno “L’acqua bene essenziale. Lo stato delle acque in Provincia di Viterbo”.

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Relativamente alla presenza di arsenico nelle acque dell’Alto Lazio e  nel lago di Vico

Anche la seguente documentazione:

   lo  studio “Valutazione Epidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da Arsenico nelle acque potabili nelle popolazioni residenti nei comuni del Lazio”,realizzato dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale della Regione Lazio, e presentato nell’aprile del 2012 che ha documentato una situazione molto grave e preoccupante;  a pagina 42 si legge infatti: ” In conclusione, l’indagine evidenzia eccessi di incidenza e mortalità nei Comuni con livelli stimati per il periodo 2005-2010 per patologie associabili ad esposizione ad arsenico (tumori del polmone e della vescica, ipertensione, patologie ischemiche, patologie respiratorie, diabete)

 ( http://www.deplazio.net/it/arsenico-nelle-acque );

    lo  studio  dell’ Istituto Superiore di Sanità “ Arsenico urinario speciato quale biomarcatore dell’esposizione alimentare all’arsenico inorganico in popolazioni residenti in aree ricche di arsenico nel Lazio”,  effettuato anche su soggetti volontari residenti nei comuni di Acquapendente, Canepina, Capranica, Caprarola, Carbognano, Civita Castellana, Fabrica di Roma, Farnese, Lubriano, Marta, Montalto di Castro, Orte, Ronciglione, Tarquinia, Tessennano,Vetralla e Viterbo che ha come considerazione : “…Valori eccedenti i 15 μg/L per iAs ( arsenico inorganico) e metaboliti sono stati trovati nel 41% dei campioni, evidenziando esposizioni alimentari all’arsenico inorganico superiori alla media della popolazione generale…” .(http://www.iss.it/prvn/?lang=1&id=279&tipo=4) ;

     i risultati dello  studio Sepias -Sorveglianza epidemiologica in aree interessate da inquinamento ambientale da arsenico di origine naturale o antropica realizzato dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio nazionale delle ricerche, finanziato dal programma CCM (Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie) del Ministero della Salute, presentati il 9 maggio 2014. Questa ricerca ha coinvolto 282 persone residenti in aree del Monte Amiata, nei comuni viterbesi di Ronciglione e Civita Castellana e nelle città di Taranto e Gela. I partecipanti  a questo studio sono stati sottoposti ad  un  biomonitoraggio con la ricerca nelle urine di diverse specie organiche e inorganiche di arsenico, con la  misura di parametri di rischio cardiovascolare mediante ecodoppler carotideo e cardiaco e, nel sangue, con  l’analisi di numerosi biomarcatori di suscettibilità genetica, di danno del DNA , segni di effetto precoce da esposizione ad arsenico. 

Lo studio  Sepias per l’area viterbese ha concluso:” I risultati dell’indagine indicano plausibili effetti sulla salute della popolazione residente nei comuni della provincia di Viterbo esposta a livelli di As>10 μg/L.” ed  ha fornito indicazioni importanti per la definizione di sistemi di sorveglianza nelle aree studiate che includono interventi di prevenzione sulle fonti inquinanti conosciute e la valutazione della suscettibilità individuale all’arsenico (http://www.epiprev.it/pubblicazione/epidemiol-prev-2014-38-3-4-suppl-SEPIAS).

    il lavoro “ Valutazione Epidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da Arsenico nelle acque potabili : studio di coorte nella popolazione residente nella provincia di Viterbo, 1990-2010”  sempre a cura del Dipartimento di Epidemiologia del SSR del Lazio che riporta i risultati della seconda fase della ricerca ed utilizza un disegno di coorte, relativo a 17 Comuni della provincia di Viterbo.  La coorte è rappresentata da 165.609 soggetti residenti in 8 Comuni esposti a livelli di arsenico nelle acque ad uso umano superiori  a 20 microgrammi per litro (As>20 μg/L, livello medio As=36.4) e in Comuni con esposizione a valori di arsenico meno elevati   (As<10 μg/L, valori medi As=8.7 μg/L). Lo studio ha valutato  l’associazione tra esposizione cronica ad arsenico ed effetti sulla mortalità in un periodo di 20 anni (1990-2010)  ed  ha definito  indicatori di esposizione individuale  a questa sostanza tossica e cancerogena per valutare nelle popolazioni esposte possibili effetti sulla mortalità per tumori (polmone, vescica, prostata, fegato, rene) e per malattie croniche (cause cardiovascolari, respiratorie e diabete). Anche risultati dello studio evidenziano effetti significativi su diverse patologie ed un gradiente di rischio al crescere del livello di esposizione ( http://www.deplazio.net/it/arsenico-nelle-acque) .

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