9 maggio 2020 festa dell’Europa

Festa dell’Europa tra nuovi significati e nuove prospettive

Con quale spirito l’Unione europea celebrerà quest’anno la Festa dell’Europa? Lo abbiamo chiesto all’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Daniela Rondinelli 8 Maggio 2020 Redazione

Il 9 maggio del 1950 a Parigi cominciava, con la dichiarazione di Schuman, il percorso verso l’integrazione degli stati europei. Con questo atto si ponevano le basi dell’attuale Unione Europea, ed è per questo che dal 1985 la “Festa dell’Europa” celebra la pace e l’unità.

Quest’anno la ricorrenza della Giornata dell’Europa è oscurata dalla diffusione globale della pandemia di Coronavirus.

Sono bastate poche settimane e quel virus, partito da lontano che pensavamo non ci avrebbe mai raggiunti, ha stravolto le nostre vite, obbligando noi cittadini a ripensare la nostra quotidianità e la politica e le istituzioni a riorganizzare interi paesi.

E così, 70 anni dopo la dichiarazione di Schuman, l’Europa si trova minacciata da un pericolo diverso la cui drammaticità ne mette a rischio la coesione e ne evidenzia tutte le contraddizioni.

Con quale spirito dunque l’Unione europea celebrerà il 9 maggio quest’anno? Lo abbiamo chiesto all’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Daniela Rondinelli.

Daniela Rondinelli, europarlamentare Movimento 5 Stelle
Daniela Rondinelli, europarlamentare Movimento 5 Stelle

Onorevole Rondinelli, alla luce delle ripercussioni provocate dalla pandemia, che significato assume oggi la Festa dell’Europa?

In questo tempo surreale che stiamo vivendo, celebrare l’Europa è l’occasione più giusta per rimarcare l’accento su quelli che sono stati i principi e gli ideali che hanno portato alla realizzazione del progetto europeo. Penso in modo particolare al principio di solidarietà e allo spirito di cooperazione che dovrebbero guidare l’azione della politica europea in ogni suo ambito e che spesso invece sono stati dimenticati facendo prevalere interessi “altri” e pericolosi particolarismi.

La pandemia del Coronavirus ha messo in evidenza le criticità che da tempo l’Unione europea trascinava dietro di sé, costringendo le sue istituzioni ad agire in fretta per trovare soluzioni comuni e condivise che dessero risposte soddisfacenti alle richieste dei paesi membri. Mi auguro che questo possa essere servito a risvegliare le troppe coscienze sopite degli ultimi anni.

Perché c’è bisogno di Europa in questo momento?

Davanti ad una crisi così profonda come quella del Coronavirus la cosa più sbagliata è pensare di potersi salvare da soli. Mai come in questa situazione ci stiamo accorgendo che la reciprocità dei comportamenti assunti è fondamentale ed ogni azione del singolo ha inevitabili conseguenze su tutti. Questo vale sia in termini di contagio strettamente virale, sia in termini economici e sociali.

Il progetto europeo è ancora valido? Cosa ancora non funziona?

Il progetto europeo delle origini mirava alla costruzione di una comunità politica ed economica, basata sui valori che derivano dalla nostra comune storia europea, come la solidarietà, l’apertura, la libertà, la tolleranza, l’uguaglianza nella diversità e il rispetto per lo Stato di diritto.

La crisi attuale ha mostrato che l’UE resta un progetto incompleto e che l’incapacità di organizzare la solidarietà o di contrastare gli attacchi persistenti contro i diritti fondamentali e lo Stato di diritto non sono argomenti di discussione sconnessi dalla realtà.

È giunto il momento che l’UE dimostri di avere la volontà e la capacità di rinnovarsi e trasformarsi diventando davvero la voce dei suoi cittadini senza rinchiudersi in se stessa e dimostrando senso di  responsabilità, umanità, solidarietà ed efficienza.

L’Unione europea sopravviverà al virus?

Quando il Coronavirus ha iniziato a diffondersi, ci è voluto un po’ di tempo affinché le istituzioni europee reagissero in modo adeguato e coordinato all’emergenza.

La reazione immediata degli Stati è stata quella di rinchiudersi in se stessi, di chiudere le frontiere e limitare la cooperazione economica e politica con gli altri Paesi. Credo quindi che la sopravvivenza dell’Unione dipenderà molto dalla sua capacità di rinnovarsi e di ritrovare lo spirito di solidarietà e cooperazione che ne hanno guidato la sua fondazione, scalzando definitivamente egoismi e nazionalismi.

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