Unicef lancia lʼallarme clima estremo: “A rischio il futuro dei bambini”

Inondazioni, incendi, ondate di calore e siccità aumentano, ma sono i più piccoli a pagarne il prezzo più alto

Unicef lancia l'allarme clima estremo: "A rischio il futuro dei bambini"

Il cambiamento climato mette a repentaglio il futuro dei bambini di tutto il mondo. Inondazioni, incendi, ondate di calore e siccità uccidono e provocano danni ingenti, ma sono i più piccoli a subirne le maggiori conseguenze. E’ l’allarme lanciato dall’Unicef attraverso il suo direttore Ted Chaiban: “Mentre i fenomeni amosferici sempre più estremi aumentano il numero di emergenze e di crisi umanitarie, sono i bambini che ne pagano il prezzo più alto”.

Clima estremoIl picco della stagione degli uragani sta per abbattersi sui Paesi dell’America centrale e sui Caraibi, mentre il ricordo di quella del 2017 – la più catastrofica mai registrata – è ancora fresco. Il sud dell’India è in balìa delle inondazioni, l’ovest degli Stati Uniti è colpito dagli incendi e la maggior parte dell’emisfero Nord deve fare i conti con devastanti ondate di calore. Sono fenomeni climatici estremi che possono uccidere e contribuire a diffondere malaria, diarrea e malnutrizione, malattie che – ricorda l’Unicef – sono tra le principali cause di morte tra i bambini. L’aumento di questi eventi è esponenziale e porta con sé il rischio che le Nazioni Unite non possano fornire una risposta umanitaria adeguata per la salute infantile nel mondo.

“Agire adesso”“E’ per questo vitale – sottolinea Chaiban – che i governi e la comunità internazionale adottino misure concrete per proteggere il futuro dei bambini e i loro diritti”. Sono numerosi gli studi che dimostrano la maggiore difficoltà dei più piccoli a gestire i cambiamenti del clima e, in particolare, ad adattarsi alle ondate di calore. I dodici mesi di vita sono una soglia di rischio ancora più decisiva, perché fino a quell’età i bambini sono incapaci di regolare la loro temperatura corporea. Aumento del caldo estremo significa anche maggior bisogno di acqua potabile, ma anche evaporazione della stessa. Le zone povere di acqua potabile diventano a loro volta terreno fertile per la diffusione delle epidemie. A tutto questo si aggiunga il fenomeno delle migrazioni, di cui i bambini diventano vittime. “Le peggiori conseguenze del cambiamento climatico non sono inevitabili – conclude Chaiban – ma il tempo di agire è adesso”.

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