Bolle danza con gli amici, un’idea del balletto pop e accessibile

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Martedì 17 e mercoledì 18 per la stagione del Teatro dell’Opera il tradizionale Gala con la star italiana e étoiles da tutto il mondo

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Un’idea della danza. Raffinata e pop, bella e accessibile. L’idea di Roberto Bolle, che domani e mercoledì sarà a Caracalla con il suo Galà, Roberto Bolle and friends, aperto alle stelle internazionali e con un pubblico vario: non solo appassionati di balletto, ma anche turisti, spettatori attratti dal concentrato di étoiles, una folta presenza femminile — c’è anche questo — in adorazione del divo Bolle. Fascino, eccellenza, eleganza, impegno. Dalle battaglie civili in difesa della bellezza, alla celebrazione della danza in tv (Danza con me su Rai1 è stato selezionato fra i quattro migliori show tv d’Europa); da iniziative come OnDance, a giugno scorso a Milano, al suo ruolo prioritario, étoile della Scala e da dieci anni principal dancer dell’American Ballet Theatre di New York. Bolle l’«étoile dei due mondi».

Pas de deux fra classico e moderno

Il programma della serata sarà trasversale, classico e moderno: il pas de deux Thaïs di Roland Petit, danzato da Bolle in apertura di serata con Maria Eichwald sarà seguito da un carismatico assolo e a un’infilata di pas de deux eseguiti da nomi come Maria Kochetkova del San Francisco Ballet, Misa Kuranaga del Boston Ballet, Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, dalla Scala, Angelo Greco del San Francisco Ballet, e altri ospiti e «friends» del nostro danzatore più famoso all’estero, che della serata è anche direttore artistico.

Anche il danzatore in scena

Nel primo atto, accanto a Petit e al Corsaro di Petipa,Le fiamme di Parigi di Vasilij Vainonen, concepito con eco populista 15 anni dopo la Rivoluzione d’Ottobre, e due volte Bolle: Step Addition di Sébastien Galtier, eseguito con Nicoletta Manni e Dorian Gray, con Alessandro Quarta, del coreografo Massimiliano Volpini nel corpo di ballo della Scala fino al 2014.

«Caravaggio» di Mauro Bigonzetti

Nel secondo atto At the end of the day del britannico David Dawson, coreografo contemporaneo vicino agli stilemi del passato, e pas de deux dai classici Lo Schiaccianoci e Don Chisciotte. Non si risparmierà, il padrone di casa, da ammirare in Proust ou les intermittences du coeur, altro pas de deux da Roland Petit su musiche di Fauré, e in Mona Lisa di Itzik Galili, dove con Maria Eichwald irromperà con vigore sul palcoscenico, celebrazione assoluta della forza muscolare. Nel Caravaggio di Mauro Bigonzetti al fianco della prima ballerina della Scala Nicoletta Manni regalerà vita ai dipinti del pittore maledetto su una sinfonia immaginaria di brani di Monteverdi riannodati da Bruno Moretti.

Serata antologica per un’arte «maltrattata»

Serata antologica, che arriva come una sferzata: «In Italia il balletto è ignorato e maltrattato — ha detto più volte il danzatore —. Le istituzioni non si occupano più di coltivare i talenti. Amo sperimentare, creare nuove sinergie. Non chiudermi in nicchie, che soffocano l’arte e chi la segue». Al termine del tour estivo lo aspetta Tokyo: il World ballet festival che riunisce da quindici anni il gotha della danza mondiale.

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