L’intervento di presentazione al Convegno di Orte del 23 febbraio 2018 “PROGETTO INTEGRATO DEL CENTRO ITALIA E FERROVIA DEI DUE MARI”

PROGETTO INTEGRATO DEL CENTRO ITALIA E FERROVIA DEI DUE MARI
Per il riequilibrio del territorio, il turismo e lo sviluppo economico

Rivolgo un ringraziamento ai presenti e ringraziamento particolare a tutti coloro che si sono impegnati e si impegnano ancora per il raggiungimento dell’obiettivo di rivedere passare i treni sulla tratta ferroviaria Civitavecchia-CapranicaSutri-Orte.

L’approvazione della legge 128/2017 all’unanimità da parte del Parlamento ha segnato il raggiungimento di un obbiettivo costruito con pazienza e gradualità.

Molti sono stati gli ostacoli superati per il raggiungimento di questo risultato.  Un grande ringraziamento va fatto  a tutti coloro che hanno contrastato con fermezza il tentativo di eliminare dall’elenco della legge 128/2017 la ferrovia Civitavecchia Orte e lo svuotamento della legge.

Il nostro impegno, l’impegno dei comitati e associazioni è stato costante e duraturo. Lo abbiamo fatto per tre motivi principali:

1-Il ritorno al trasporto ferroviario. Abbiamo compreso da tempo che questo è il futuro della mobilità.

2-Il coinvolgimento dei cittadini alle scelte importanti.  Questa è l’essenza della democrazia. Cosa ben diversa sono le scelte verticistiche e accentratrici.

3-Il riequilibrio del territorio, contrastato dalla grande metropoli di Roma. Questo può favorire la creazione di sviluppo dell’economia in tutto il Centro Italia.

Dopo l’inserimento nella legge 128/2017 per le ferrovie turistiche della tratta Civitavecchia Orte, abbiamo alzato l’asticella ed ecco perché oggi parliamo del progetto integrato del Centro Italia. Ne parleranno più profondamente Vincenzo Peparello presidente Confesercenti, l’urbanista arch Francesco Giacobone, e il nostro amico prof Gabriele Bariletti  che da anni supporta tecnicamente il comitato.

Il nostro comitato da anni propone la realizzazione di quella che abbiamo definito Area Tuscia Etruria Umbria Marche. Molte iniziative legislative attuali ci fanno ritenere che i tempi siano ora maturi, per parlarne con possibilità di successo.

La partecipazione di così tanti enti che patrocinano questa riunione ci fa ben sperare sulla realizzazione del nostro sogno. Questa è una prima riunione concreta alla quale vorremmo ne seguano altre, che i sindaci presenti sicuramente prenderanno dopo questa pausa dovuta alle elezioni, coordinati dal sindaco di Gallese Piersanti, che ormai ha questo gravoso compito e che può avvalersi dell’aiuto della vice sindaco di Orte Stella Fuselli e del gruppo che si sta formando con il pres della CONFESERCENTI Peparello e l’arch Giacobone .

Tutto ciò sarà possibile, perché c’è ora  un nuovo modo di vedere le cose per migliorare il modo di come siamo stati e siamo nel mondo, per evitare il disastro che si sta avvicinando con rapidità.

I cambiamenti climatici, che interessano sempre più spesso l’Europa e l’Italia in particolare, impongono nuove forme all’economia e al governo del territorio.

Gli interventi previsti affronteranno anche questi temi, oltre quelli della intermodalità del trasporto,  del nodo centrale che può svolgere l’Interporto Centro Italia ne parlerà Marcello Mariani presidente UIRNET e da molto tempo collaboratore del comitato, sulla possibilità di integrazione tra ferrovia turistica e mobilità dolce ne parlerà la sen Anna Donati responsabile AMODO. Rispetto le emergenze culturali e ambientali avrebbe dovuto relazionare il nostro socio Gianluca Di Lauro, che purtroppo non è potuto essere presente e ne parlo io brevemente. Sulle prospettive e le modalità di finanziamento che apre la ferrovia Civitavecchia-Orte, nel contesto geopolitico delle reti TEN, l’avv  Luigi D’Ottavi.

Il ritorno alla politica della programmazione è iniziato e sta cambiando veramente qualcosa in Italia e nelle Regioni del Centro Italia.

La cura del ferro ha preso l’avvio e l’affermazione, fatta dal Ministro Del Rio, che sia ormai tempo di creare l’offerta per sollecitare la domanda, ci sembra stia divenendo un fatto concreto e le ferrovie turistiche già aperte lo dimostrano.

La via maestra del ritorno al ferro è tracciata e le deviazioni non potranno più essere consentite. Chi devia dalla via maestra fa solo danni all’economia, all’ambiente e alla salute della gente.

Ecco perché siamo fiduciosi sulle future scelte a favore della modalità ferroviaria.

1-La salvaguardia dell’ambiente, è anche tutela della salute.

2-Il risparmio economico ed energetico. La modalità ferroviaria costa molto meno della stradale;

3-l’offerta di servizi efficienti e più sicuri.

Favorire il recupero delle ferrovie, non lasciarle deperire o abbandonarle, è parte integrante di questo disegno. Sono un valore economico, un bene culturale del Paese.

Desidero lasciare più spazio possibile ai relatori e quindi non ripeto la storia della Ferrovia Civitavecchia- Capranica-Orte: l’abbandono per una piccola frana, i soldi spesi per la sistemazione, e quelli finalizzati al completamento e alla elettrificazione, l’indifferenza della politica che ha affossato sistematicamente la volontà delle popolazioni che ne hanno chiesto la riapertura, il finanziamento europeo per la progettazione.

Continueremo a svolgere, aiutati dalle nuove sensibilità,  il nostro ruolo di stimolo alla politica, fino a quando la ferrovia Civitavecchia-Capranica-Orte non sarà riaperta completamente al traffico turistico, viaggiatori e merci.

Per i motivi che ho già indicato:

  • Difesa dell’ambiente, difesa della salute
  • Per la cultura: La ferrovia attraversa un territorio ricco di emergenze ambientali e naturali
  • Per il riequilibrio del territorio finalizzato allo sviluppo del viterbese e del Centro Italia

Il  viterbese è una tra le 5 provincie d’Italia che detiene il record di immatricolazioni di auto private,  700 su 1000 abitanti; vi lascio immaginare cosa significhi in fatto di inquinamento ambientale.

La ferrovia dei due mari attraversa un territorio ricco di emergenze ambientali e culturali:  mare, monti, fiumi, laghi, parchi e riserve naturali, insediamenti paleolitici, archeologia romana, anfiteatri, necropoli e città etrusche, borghi medioevali, castelli e palazzi di grande valore culturale, strade e vie consolari, via Amerina, via Francigena, via Clodia, chiese che conservano tesori artistici. Ne parlerà Gianluca Di Lauro.

Sulla possibile e auspicabile, aggiungo io, integrazione tra ferrovia e vie ciclabili ne parlerà più approfonditamente la sen Anna Donati che è presidente della associazione mobilità dolce AMODO.

  • La riapertura della linea ferroviaria Civitavecchia Orte anche al servizio turistico favorisce la fruizione dell’ambiente e dei beni culturali.
  • Le stazioni potranno diventare Centri Intermodali (bici, bus, auto, moto, treno) per strade e piste ciclabili che si diramano nel territorio.

Vorrei citare un esempio da imitare: La Ferrovia Merano Malles.

Questa ferrovia era un ramo secco, riaperta ha ottenuto grande successo per numero di passeggeri e turisti, così tanti da rendere necessaria la sua elettrificazione, già finanziata.

C’è stata una così grande affluenza di viaggiatori e ciclisti che utilizzano il treno per poi scendere alle stazioni, divenute appunto centri intermodali, tra treno e vie ciclabili.

L’avv Luca Lupi dell’autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centro settentrionale, ritengo ci parlerà dell’espansione del Porto di Civitavecchia e l’importanza del congiungimento su ferro con l’interporto Centro Italia di Orte, dei corridoi del mare, della intermodalià mare-treno  e del collegamento con le grandi linee transeurope.

Ci sono altre infrastrutture che possono vantare queste grandi potenzialità?

La Civitavecchia-Orte è necessaria allo sviluppo del turismo, è importante per la mobilità dei cittadini, è indispensabile per il trasporto merci.

Non ha più alcun senso, e gli effetti dei cambiamenti climatici ce lo dicono con forza, far viaggiare le merci su strada, con i conseguenti problemi di ambiente, salute  e sicurezza.

Non ha più senso, se mai lo abbia avuto, privilegiare la costruzione di strade sottraendo terreno agricolo produttivo, quando abbiamo la possibilità di riaprire una ferrovia esistente e dai costi economici e soprattutto sociali nettamente inferiori.

Il vero problema italiano che si è verificato soprattutto negli ultimi tempi, è la mancanza di una seria programmazione dello sviluppo. Sono stati fatti studi e redatti piani,  approvati anche all’unanimità e poi messi nei cassetti a dormire sonni profondi.  E’ ciò che è accaduto al Piano di Bacino dei trasporti della provincia di Viterbo redatto dall’Università La Sapienza approvato all’unanimità.

In questo la ferrovia Civitavecchia Orte è definita prioritaria per lo sviluppo economico del Centro Italia. Nel Piano si chiede anche di realizzare, e questo costerebbe pochissimo, l’anello ferroviario Circumcimina, per sottrarre alla gomma una utenza possibile di circa 130-150.000 persone, metà degli abitanti della provincia di Viterbo e favorire con una apposita fermata sulla linea Roma Viterbo RFI, in prossimità del più grande ospedale della Provincia  Belcolle,  la visita agli ammalati  e l’accesso agli ambulatori.  Anche per la Circumcimina è previsto un approfondimento., che farà il nostro Gabriele Pillon.

La Tuscia è stata per troppo tempo considerata dormitorio e discarica, sito dove collocare centrali elettriche, discariche, servitù militari. La stessa fine della proposta dell’aeroporto, lo stato delle infrastrutture viarie e ferroviarie, la richiesta per ora inascoltata di fermata ad Orte di treni AV, deve far riflettere sulla considerazione che ha la politica che conta, rispetto la provincia di Viterbo. Eppure, il viterbese, il Centro Italia hanno bisogno di sviluppo in loco invertendo la situazione che li penalizza, dovuta soprattutto alla grande attrazione di Roma Capitale.

E’ questo che il convegno di oggi approfondisce, in considerazione che il sistema del rapporto socio economico nord-sud,  per la provincia di Viterbo non ha funzionato e quindi occorre ripensare e programmare lo sviluppo attraverso le infrastrutture trasversali, ovest-est.

Significa attrezzarsi, anche culturalmente, per il riequilibrio territoriale e amministrativo, ponendo il viterbese in stretta sinergia con la parte settentrionale della provincia di Roma, con l’Umbria, il reatino e la bassa Toscana, le Marche, realizzando un vero e proprio comprensorio. Si tratta di riprendere la discussione partendo dalla proposta di legge che prevedeva gli accorpamenti delle Regioni e spingere perché si realizzi una vasta AREA interregionale di sviluppo.

Abbiamo posto nelle vostre cartelle un documento, aperto alle modifiche, che il dibattito odierno può apportare, sul quale chiediamo venga apposta la vostra firma. Lo abbiamo fatto perché oggi, da questa riunione vorremmo scaturisca un manifesto politico-programmatico, con il quale continuare a lottare per rivedere correre i treni sulla Civitavecchia-Capranica-Orte, favorire la mobilità ferroviaria e la creazione di sviluppo nel Centro Italia.

Nella cartella c’è anche un documento preparato dal pres della Confercenti Peparello sul Progetto Integrato.

Contiamo anche di sottoporvi la proposta di una dichiarazione d’intenti per la realizzazione del progetto integrato che vorremmo prenda l’avvio dalla riunione odierna.

Raimondo Chiricozzi

 

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