la Isde sull’arsenico e i fluoruri nell’acqua potabile, attenzione ai rischi sanitari

L’Associazione medici per l’ambiente- Isde di Viterbo torna a chiedere interventi rapidi, concreti, e soprattutto duraturi per riportare, almeno entro i limiti di legge, i valori di Arsenico e Fluoro nelle acque destinate ad uso umano per tutelare la salute delle popolazioni e in particolare dei bambini

I mezzi di stampa continuano a dare notizia che, in diversi comuni viterbesi, nelle acque ad uso umano, persiste la presenza di Arsenico, oltre i limiti di 10 microgrammi/litro e di Fluoro, oltre 1.5 milligrammi per litro, previsti dalla legge a tutela della salute pubblica, evidenziando così il persistere di una inadeguata capacità di dearsenificazione e potabilizzazione degli impianti preposti all’erogazione di acque potabili.

L’Associazione medici per l’ambiente- Isde (International Society of doctors for the environment)  di Viterbo rinnova quindi alle competenti istituzioni la preoccupazione per i rischi sanitari, già ben noti e documentati per le popolazioni dell’Alto Lazio, sottoposte cronicamente e da decenni all’esposizione all’Arsenico, sostanza tossica e cancerogena e al Fluoro, elemento con effetti tossici  a livello sia neurologico che del sistema osseo.

Infatti le problematiche sanitarie e ambientali determinate dall’Arsenico sono ben conosciute e sono costante oggetto di studi e ricerche; sul sito on-line di una delle più importanti biblioteche mediche internazionali “PubMed” (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/ ), digitando “arsenic drinking water” sono presenti, al febbraio 2018, ben 3123 pubblicazioni scientifiche a questo riguardo.

L’Organizzazione mondiale della sanità ricorda ed auspica come obiettivo di qualità un contenuto di arsenico pari a zero (o al più e in via transitoria di 5 microgrammi/litro) nelle acque destinate a consumo umano come vera e sicura tutela della salute pubblica.

L’Arsenico infatti è stato classificato dall’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (Iarc) come elemento cancerogeno certo di classe 1 e posto in diretta correlazione con molte patologie oncologiche, e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute. Sempre più segnalazioni inoltre lo correlano anche ai tumori del fegato e del colon.

L’assunzione cronica di arsenico, soprattutto attraverso acqua contaminata, è indicata inoltre da una cospicua e rilevante documentazione scientifica anche quale responsabile di patologie cardiovascolari, neurologiche, diabete di tipo 2, lesioni cutanee, disturbi respiratori, disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche.

L’Arsenico, come molte altre sostanze tossiche, il Fluoro ad esempio, e cancerogene come vari metalli pesanti e pesticidi, possono, attraverso l’esposizione materna ad alimenti, aria e bevande contaminati, superare la barriera placentare e quella emato-encefalica e interferire in modo negativo con lo sviluppo del feto, soprattutto delle sue strutture neurocerebrali.

Diversi studi condotti anche nell’Alto Lazio (riportati di seguito a questo comunicato), l’ultimo in ordine di tempo “Urinary Arsenic in Human Samples from Areas Characterized by Natural or Anthropogenic Pollution in Italy ( https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29425136), pubblicato proprio in questo mese sulla prestigiosa rivista International journal of environmental research and public health, richiamano ad una costante attenzione per il rischio sanitario connesso all’esposizioni croniche  anche a dosi medio- basse di Arsenico e auspicano interventi definitivi per la soluzione del problema, quelli che a quanto sembrerebbe non sono stati ancora adottati ed urgono in vari comuni del territorio viterbese.

 

Nota per la stampa a cura dell’Associazione medici per l’ambiente – Isde di Viterbo

Viterbo, 24 febbraio 2018

Per comunicazioni:

Associazione medici per l’ambiente  – Isde di Viterbo tel. 3383810091, isde.viterbo@gmail.com

 

Riferimenti agli studi richiamati nel comunicato:

 

  • Lo studio “Valutazione Epidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da Arsenico nelle acque potabili nelle popolazioni residenti nei comuni del Lazio”, realizzato dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale della Regione Lazio, e presentato nell’aprile del 2012  ha documentato una situazione molto grave e preoccupante;  a pagina 42 si legge infatti:

“ In conclusione, l’indagine evidenzia eccessi di incidenza e mortalità nei Comuni con livelli stimati per il periodo 2005-2010 per patologie associabili ad esposizione ad arsenico (tumori del polmone e della vescica, ipertensione, patologie ischemiche, patologie respiratorie, diabete) ( http://www.deplazio.net/it/arsenico-nelle-acque );

  • Lo studio dell’ Istituto Superiore di Sanità “ Arsenico urinario speciato quale biomarcatore dell’esposizione alimentare all’arsenico inorganico in popolazioni residenti in aree ricche di arsenico nel Lazio”,  effettuato anche su soggetti volontari residenti nei comuni di Acquapendente, Canepina, Capranica, Caprarola, Carbognano, Civita Castellana, Fabrica di Roma, Farnese, Lubriano, Marta, Montalto di Castro, Orte, Ronciglione, Tarquinia, Tessennano,Vetralla e Viterbo ha come considerazione : “…Valori eccedenti i 15 μg/L per iAs ( arsenico inorganico) e metaboliti sono stati trovati nel 41% dei campioni, evidenziando esposizioni alimentari all’arsenico inorganico superiori alla media della popolazione generale…”(http://www.iss.it/prvn/?lang=1&id=279&tipo=4) ;
  • I risultati dello  studio Sepias -Sorveglianza epidemiologica in aree interessate da inquinamento ambientale da arsenico di origine naturale o antropica realizzato dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio nazionale delle ricerche, finanziato dal programma CCM (Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie) del Ministero della Salute, presentati il 9 maggio 2014. Questa ricerca ha coinvolto 282 persone residenti in aree del Monte Amiata, nei comuni viterbesi di Ronciglione e Civita Castellana e nelle città di Taranto e Gela. I partecipanti a questo studio sono stati sottoposti ad un biomonitoraggio con la ricerca nelle urine di diverse specie organiche e inorganiche di arsenico, con la  misura di parametri di rischio cardiovascolare mediante ecodoppler carotideo e cardiaco e, nel sangue, con  l’analisi di numerosi biomarcatori di suscettibilità genetica, di danno del DNA , segni di effetto precoce da esposizione ad arsenico. Lo studio  Sepias per l’area viterbese ha concluso:” I risultati dell’indagine indicano plausibili effetti sulla salute della popolazione residente nei comuni della provincia di Viterbo esposta a livelli di As>10 μg/L.” ed ha fornito indicazioni importanti per la definizione di sistemi di sorveglianza nelle aree studiate che includono interventi di prevenzione sulle fonti inquinanti conosciute e la valutazione della suscettibilità individuale all’arsenico (http://www.epiprev.it/pubblicazione/epidemiol-prev-2014-38-3-4-suppl-SEPIAS).
  • Il lavoro “ Valutazione Epidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da Arsenico nelle acque potabili : studio di coorte nella popolazione residente nella provincia di Viterbo, 1990-2010” sempre a cura del Dipartimento di Epidemiologia del SSR del Lazio che riporta i risultati della seconda fase della ricerca ed utilizza un disegno di coorte, relativo a 17 Comuni della provincia di Viterbo.  La coorte è rappresentata da 165.609 soggetti residenti in 8 Comuni esposti a livelli di arsenico nelle acque ad uso umano superiori  a 20 microgrammi per litro (As>20 μg/L, livello medio As=36.4) e in Comuni con esposizione a valori di arsenico meno elevati   (As<10 μg/L, valori medi As=8.7 μg/L). Lo studio ha valutato  l’associazione tra esposizione cronica ad arsenico ed effetti sulla mortalità in un periodo di 20 anni (1990-2010)  ed  ha definito  indicatori di esposizione individuale  a questa sostanza tossica e cancerogena per valutare nelle popolazioni esposte possibili effetti sulla mortalità per tumori (polmone, vescica, prostata, fegato, rene) e per malattie croniche (cause cardiovascolari, respiratorie e diabete).Anche risultati dello studio evidenziano effetti significativi su diverse patologie ed un gradiente di rischio al crescere del livello di esposizione( http://www.deplazio.net/it/arsenico-nelle-acque) .

 

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