LA TRATTA CIVITAVECCHIA ORTE DELLA FERROVIA DEI DUE MARI – Il documento inviato ai candidati e alle forze politiche

2018.01.09

 

Ai Partiti, movimenti e associazioni politiche
ai Candidati elezioni politiche ed elezione consiglio regionale del Lazio
al Ministro dei Beni e delle attività culturali e del Turismo On Dario Franceschini
al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti On Graziano Del Rio
al Vice Ministro dei Trasporti On Riccardo Nencini
ai Sindaci del territorio e del Centro Italia
ai Consiglieri provinciali del territorio e delle Regioni Umbria e Marche
ai Consiglieri regionali Umbria e Marche
alle Associazioni culturali e Associazioni ambientali
alle Organizzazioni sindacali
alla Stampa

 

 

 

LA TRATTA CIVITAVECCHIA ORTE DELLA FERROVIA DEI DUE MARI

PREMESSO CHE:

  • La linea ferroviaria Civitavecchia – Orte, inaugurata il 28 ottobre 1928 e aperta al traffico l’anno successivo, fu progettata per collegare le acciaierie di Temi con il porto di Civitavecchia;
  • per difetto di volontà politica, di coordinamento tecnico e gestionale, il tratto Civitavecchia-CapranicaSutri venne chiuso al traffico nel gennaio del 1961 e la tratta CapranicaSutri – Orte nel settembre 1994;
  • la legge sull’istituzione di ferrovie turistiche n. 128 del 09.08.2017, approvata all’unanimità, va a superare il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti n. 398 del 14 novembre 2011 che disponeva la temporanea chiusura all’esercizio della tratta CapranicaSutri – Orte e la dismissione dell’altra tratta tra Civitavecchia e CapranicaSutri, con l’esclusione dei primi 4 chilometri già a servizio del Porto di Civitavecchia;
  • che la tratta CapranicaSutri – Orte, prima della chiusura dell’esercizio, venne interessata da lavori di ammodernamento, con l’automazione dei segnali e dei passaggi a livello e che la tratta Civitavecchia — CapranicaSutri fu sottoposta ad adeguamento della sagoma e del peso assiale massimo e inoltre venne predisposta all’elettrificazione, nell’ipotesi di un ritorno all’esercizio;

OSSERVATO CHE:

  • il 21/6/2001, la ferrovia Civitavecchia-Orte fu inserita nel Disegno di Legge n.262 del Senato della Repubblica, dal titolo “Realizzazione della Ferrovia dei due Mari”. Nel DDL viene ipotizzato un collegamento ferroviario Trans-Europeo tra Tirreno ed Adriatico;
  • nel 2009, grazie al consistente contributo della Comunità Europea, che vede nella Civitavecchia – Orte la tratta in diramazione del corridoio ferroviario TEN-T 1 (Berlino — Verona — Bologna — Falconara Marittima — Palermo), è stato finanziato il progetto preliminare per il ripristino del collegamento ferroviario fra il Porto di Civitavecchia e Orte, realizzato poi dalla ATI ltalferr S.p.A. (determinazione dirigenziale n. B6289 del 4 dicembre 2009), con un budget complessivo del progetto di € 2.000.000: € 1.000.000 dalla Commissione Europea, € 600.000 dalla Regione Lazio ed €  000 dall’Interporto Centro Italia di Orte e dalla Autorità Portuale di Civitavecchia;
  • a settembre del 2011 il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università La Sapienza di Roma consegnò alla provincia di Viterbo il “Piano di Bacino dei Trasporti”, comprendente l’ipotesi di riattivazione della Civitavecchia Orte. Nel gennaio del 2012 fu approntato un piano di aggiornamento sintetico riguardante il trasporto ferroviario. Tali studi, approvati all’unanimità dal consiglio provinciale e trasmessi alla regione Lazio, evidenziarono la possibilità della realizzazione di un anello ferroviario definito “CircumCimina”. Questo anello ferroviario è formato dall’unione di tre tratte ferroviarie già presenti sul territorio della Tuscia: La “Capranica-Viterbo” della FL3, la “Capranica-Fabrica di Roma” della Civitavecchia Orte e la “Fabrica di Roma-Viterbo” appartenente alla linea ex-ATAC “Roma Nord”. Per ottimizzarne la fruizione, occorre ripristinare i due raccordi già esistenti di poche centinaia di metri: uno presso le stazioni FS e Atac di Fabrica di Roma e uno presso le stazioni FS e Atac di Viterbo Porta Fiorentina. Inoltre è opportuno realizzare una fermata ferroviaria presso l’ospedale di Belcolle, l’unico maggiore della provincia, però sprovvisto di servizio extra-urbano. Lo studio ipotizza, per la CircumCimina, circa 9700 spostamenti/giorno, equivalenti a 276.159.000 passeggeri km/anno, per un bacino d’utenza di 147.000 abitanti. Per la Civitavecchia Orte presa separatamente, sono ipotizzati 6700 spostamenti giorno aggiuntivi, inoltre un cospicuo traffico merci e passeggeri, dovuto ai poli fuori provincia di Civitavecchia e Orte/Assisi/Terni-Marmore/Ancona;
  • nel «Piano Mobilità Lazio» del 2011, ovvero lo scenario di riferimento della mobilità che è lecito attendersi, in base alle tendenze in atto e tenendo conto dei piani approvati e in corso di approvazione per la Regione Lazio, è riportato come prioritario il ripristino della «Ferrovia dismessa Civitavecchia – Orte, in modo da ripristinare il collegamento tra il Porto di Civitavecchia e l’asse ferroviario 118/211 TEN-T Berlino — Brennero — Palermo»;
  • nel «Piano Regionale Mobilità, Trasporti e Logistica» (2014) è riportata la seguente determinazione: «Quindi, è importante il ripristino della ferrovia Civitavecchia — Capranica – Orte che, in collegamento con la linea Orte — Falconara e in connessione alla realizzazione dell’Interporto Centro Italia di Orte, consentirebbe l’utilizzo pieno delle potenzialità del porto di Civitavecchia e nuove possibilità per il polo industriale di Civita Castellana, nonché per il polo industriale di Terni»;
  • il 12/01/2016, nella seduta n 51, il Consiglio Regionale del Lazio ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che impegna la Giunta regionale ad inserire la ferrovia Civitavecchia— Orte “tra le opere di primaria importanza da finanziare attraverso i fondi previsti dalla missione relativa al trasporto ferroviario”.
  • Molti comuni hanno deliberato a favore della riapertura, così come la provincia di Viterbo in varie occasioni e con delibere consiliari. Per ultimo il 27/4/2016, il Consiglio Comunale di Civitavecchia ha ulteriormente approvato all’unanimità un ordine del giorno in cui si conferiva mandato al Sindaco di attivarsi presso tutte le competenti autorità, ponendo in essere ogni utile iniziativa al fine di consentire la riapertura della tratta ferroviaria Civitavecchia—Orte.
  • il 02/02/2017 nella seduta n 72, il Consiglio regionale del Lazio già approvato all’unanimità un Ordine del giorno che impegna la Giunta regionale sulla ferrovia Civitavecchia CapranicaSutri Orte , “a dare seguito a quanto recentemente approvato in Commissione trasporti della Camera dei Deputati riguardo le ferrovie turistiche; a rispettare gli scenari previsti dal Piano regionale per la Mobilità e Trasporti”.
  • il 08.2017 è stata pubblicata in GU la legge sull’istituzione delle “Ferrovie Turistiche, approvata all’unanimità dall’assemblea parlamentare della Camera e del Senato e la ferrovia Civitavecchia — Capranica — Orte è compresa nell’elenco delle 18 costituende tratte ferroviarie turistiche nazionali.

 

 

FATTO PRESENTE CHE:

  • Per riaprire la tratta Capranica Orte km 36,723 al servizio turistico sono necessari investimenti davvero limitati (fonte: studi RFI forniti a Fondazione FS), dato che in essa è presente l’armamento pesante (rotaie 60 Kg/metro), cambiato poco prima della chiusura. Per confronto: sulla prima tratta Sacile-Maniago della Ferrovia Sacile-Gemona (lunghezza Km 34), sono stati rimessi i binari. Il costo pagato a RFI è stato di 17 milioni di euro e la tratta è stata riaperta al traffico lo scorso dicembre 2017.
  • Il ripristino della tratta ferroviaria Civitavecchia – Orte per il regolare servizio passeggeri, fortemente caldeggiato dalle comunità locali, dai comitati dei cittadini e dai loro rappresentanti istituzionali, consentirebbe di migliorare notevolmente i collegamenti con Roma, Viterbo, Orte e il litorale tirrenico, favorendo lo sviluppo economico-sociale dell’intera «Tuscia» e del comprensorio dei «Monti Cimini».
  • Il ripristino della tratta ferroviaria Civitavecchia – Orte, quale naturale prolungamento del corridoio ferroviario europeo TEN-T 1 verso il mare Tirreno, consentirebbe un incremento notevolissimo del traffico merci, innalzando sensibilmente la valenza dell’Interporto Centro Italia di Orte.
  • Il corridoio ferroviario Civitavecchia — CapranicaSutri – Orte consentirebbe una immediata fruizione dell’enorme numero di crocieristi di passaggio dal porto di Civitavecchia, per recarsi in diverse città dell’Umbria, delle Marche e della bassa Toscana.
  • Il “ Libro Bianco sui Trasporti ” della direzione generale della mobilità e dei trasporti della Commissione europea del 2011, annovera, tra gli obiettivi da perseguire ai fini della riduzione del 60 per cento delle emissioni di C02 e ad una riduzione equivalente della dipendenza dal petrolio, la graduale eliminazione delle automobili alimentate a carburanti tradizionali dalle città entro il 2050 e il passaggio del 50 per cento del flusso passeggeri su media distanza e del flusso merci su lunga distanza dal trasporto su gomma ad altre modalità. A tal fine, è necessario mantenere in tutti gli Stati membri una fitta rete ferroviaria, con una «rete essenziale» TEN-T multimodale.
  • Con l’approvazione della legge dello Stato 128 del 9 agosto 2017 è possibile programmare la riapertura della linea iniziando dal servizio turistico, anche a step, per completarla poi con il servizio merci e viaggiatori.
    In novembre e dicembre 2017 tantissimi rappresentanti delle istituzioni (Sindaci e amministratori comuni interessati direttamente ma anche del territorio viterbese e reatino, presidente autorità di sistema portuale del mar tirreno Di Majo, presidente interporto Centro Italia di Orte ) ritenendo importante per il riequilibrio del territorio e per lo sviluppo del turismo la riapertura della linea Civitavecchia-Orte, la tratta mancante alla “Ferrovia dei Due Mari”, hanno inviato un documento firmato al Ministero dei Trasporti (vice Ministro on Riccardo Nencini) richiedente di dar seguito in concreto alla proposta di riapertura.
  • Con il DLgs 169/2016, l’attesa riforma della portualità ha conferito alle autorità di sistema portuali aumentati poteri per la gestione a 360 gradi delle proprie pertinenze, sia amministrative che tecniche. A seguita della suddetta riforma, si sono realizzati scenari favorevoli allo sviluppo economico dei territori interessati. Nel caso particolare dell’Autorità di Sistema Portuale del Tirreno centro-settentrionale (a Civitavecchia), sono prospettati sensibili vantaggi per il viterbese e per tutto il Centro Italia.
    Per questo motivo il Comitato Civitavecchia Orte, accompagnato dai Comuni del territorio e dal Sindaco di Gallese Danilo Piersanti quale promotore instancabile, appoggia con entusiasmo l’iniziativa del Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Tirreno centro-settentrionale, l’Avv. Francesco Di Majo, di proporre la realizzazione di una ZES (zona economica speciale) ovvero una “Grande Area vasta” o “Area del Centro Italia” che abbracci il territorio viterbese, quello reatino, l’Umbria, le Marche, l’alta provincia di Roma e parte della regione Toscana. L’area del Centro Italia verrebbe ad essere considerata una ZES per lo sviluppo integrato, per il legame con le attività portuali del Porto di Civitavecchia e del Porto di Ancona. Molto dipende dalla volontà politica della Regione Lazio, dei ministeri competenti e dalle istituzioni del territorio quali autorità portuali e sindaci dei comuni di tutto il Centro Italia. Le attività di specializzazione territoriale che vanno ad essere rafforzate quali il turismo ambientale e culturale, l’agricoltura di qualità, la siderurgia del comparto di Terni, sono i punti forte da inserire nel piano strategico della ZES.
    Tutto ciò va in aggiunta alla richiesta della qualifica CORE per il Porto di Civitavecchia già avviata dall’Avv. Di Majo con la richiesta esplicita di finanziamento europeo per l’indispensabile apertura al servizio completo della ferrovia Civitavecchia Orte. Atti che vanno sostenuti presso l’UE, oltre che dalla istituzioni locali e regionali dal Governo. Questa linea ferroviaria, infatti, congiungendosi alla linea Orte  Falconara, realizza la Ferrovia dei Due Mari, permette l’ampliamento dell’importante corridoio intermodale europeo TEN-T Berlino – Palermo alle regioni adriatiche italiane e aumenta le capacità intermodali e delle autostrade del Mare fra cui l’Autostrada del Mare “Spagna – Balcani” da Barcellona a Ploče (Croazia), passante per Civitavecchia e Ancona / Ortona.

Occorre quindi tornare alla programmazione della mobilità in particolare quella ferroviaria favorendo la realizzazione di una rete a maglie. Per questo aspetto del sistema valga un esempio: l’interruzione della Ferrovia Direttissima e della linea lenta che viaggiano parallele presso Orvieto, magari per lavori straordinari o alla rimozione di un ordigno inesploso. In questo caso vi sono due alternative tra Roma e Firenze, una via Orte – Foligno –  Terontola ed una via Civitavecchia – Livorno – Firenze. Se invece esistesse soltanto il corridoio diretto magari con un’altra linea ad alta velocità affiancata alla direttissima e alla lenta in caso di interruzione l’Italia sarebbe divisa in due.

Il vantaggio del sistema a Maglie c’è anche per le reti elettriche. Si ricordi quello che accadde a fine settembre del 2003 quando dei due elettrodotti paralleli tra la Francia e l’Italia Uno era in manutenzione e l’altro ebbe una interruzione. Non essendoci alternative l’Italia ebbe 5 giorni di Blackout. Lo svantaggio del sistema a maglie risiede nei maggiori costi di gestione e manutenzione, ma un sistema ridondante fatto in questo modo offre Maggiore garanzia in termini strategici.

Questa è la ragione per cui la Svizzera tiene aperte tutte le sue ferrovie anche nel caso di varianti di tracciato, in questo modo In caso di interruzioni, la vecchia linea può funzionare da circolo anastomotico, ovvero come bypass.

Con la gronda ovest invece si crea un sistema a Maglie, ma soprattutto si evita che i traffici dalla tirrenica verso Napoli attraversino Roma, lungo la sua cintura Sud tra Trastevere e Tuscolana, iper-saturando tratte ferroviarie già sature. Il secondo vantaggio è di evitare che treni merci passino in un ambito urbano fortemente antropizzato come le zone residenziali a fianco della trincea ferroviaria fra Roma Tuscolana e Ostiense, o, peggio – con la realizzazione dell’anello Nord – tra Nuovo Salario – Tiburtina –  Tuscolana.

Questo per quanto riguarda i traffici nord sud lungo la tirrenica ma il vantaggio della Gronda Ovest è anche di evitare Roma per i traffici nord e sud lungo la dorsale centrale. In questo caso attraverso la riattivazione della Civitavecchia Orte, per poi passare a Ladispoli con quadruplicazione tra Ladispoli e Maccarese, e inserirsi sulla vecchia linea a doppio binario elettrificato tra Maccarese e Ponte Galeria.

Da Ponte Galeria a Pomezia si può realizzare la gronda con un piccolo costo e quasi tutta allo scoperto, oppure, su incomprensibile imposizione degli ambientalisti, ad alto costo è quasi tutta in galleria.

Questa è una scelta che compete allo Stato che finanzia l’opera.

SI RICHIEDE:

L’impegno dei dirigenti politici e amministratori in indirizzo ed in particolare ai parlamentari eletti e agli eletti alla Regione Lazio di rendersi promotori, se le indicazioni da noi redatte nel presente documento saranno condivise, per l’inserimento del territorio del Centro Italia nelle dinamiche di implementazione infrastrutturale di livello europeo, mirate allo sviluppo economico e sociale di tutta l’Italia centrale, attuate con forte richiamo alla sostenibilità ambientale del trasporto merci e passeggeri.

Quelle sopra indicate sono le proposte che il Comitato per la riapertura della Ferrovia Civitavecchia Orte, formato da cittadini volenterosi di dare il proprio apporto alla costruzione di politiche di sviluppo, sottopone a tutte le forze politiche che presenteranno le loro liste per le prossime elezioni politiche e regionali. Ne chiediamo l’inserimento nei propri programmi elettorali e successivamente, la perseverante azione nel conseguirne l’esecuzione.

In attesa, si porgono cordiali saluti

Raimondo Chiricozzi

COMITATO PER LA RIAPERTURA DELLA FERROVIA CIVITAVECCHIA ORTE
Tel 0761652027 – 3683065221 Email: comitato.civitavecchia.orte@gmail.com
Via Resistenza, 3 – 01037 Ronciglione VT

 

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7 commenti

  1. I binari sono da UNI 60 nel primo tratto mi sembra di 11 Km. posti in opera per un altro spreco di soldi quando si dovevano testare loko trifase.

    Ho già espresso su Fb la nullità del traffico merci, visto anche che questi da Bologna non scende a sud finché non verranno adeguati i gabarit. Se non ci sono soldi per le fondamentali linee, figuriamoci per scopi turistici. Se gli amministatori locali sono convinti della bontà della proposta, si muovesseto anche per trovare finanziamenti, ma da privati non dal solito pantalone

    • Raimondo Chiricozzi

      la necessità di riapertura della linea è riconosciuta dalla Unione Europea e in Italia oltre che da coloro che pensano al futuro della mobilità che deve essere necessariamente riportata su ferrovia è condivisa dalle autorità di sistema portuale per la realizzazione si ferro della ferrovia dei DUE MARI

  2. Se così, l’Unione Europea finanziasse l’opera, sempre nell’ottica turistica. Inutile sperare nell’inesistente traffico merci, che manca sulle direttrici fondamentali!!!

    • Raimondo Chiricozzi

      perché insisti nell’impossibiità del servizio merci quando questo può togliere dalla strada una immensità di tir che divesamente sono costretti a percorrerla? anche la trasversale stradale quando sarà finita pensi che possa determinare la soluzione del problema trasporto merci? Non pensi all’inquinamento e alle cause di malattia che provoca? Come mai in tutta europa i trasporti merci su strada stanno riducendosi sempre più e in Italia invece vogliamo continuare a farli viaggiare?. Ieri a civitavecchia al convegno sui corridoi e sulle autostrade del mare anche Delrio ha riconosciuto la necessità di tornare al ferro per il trasporto merci e in questo senso sta operando.

  3. Perché i Tir non sono Lego! Se la distanza non supera i 700 Km. nessuno si servirebbe del treno. Oggi i trasporti merci vanno per strada, non convenendo né nei tempi, né soprattutto nei costi. Del Rio può promettere tutto, tanto sono decine di anni che propugnano la cura del ferro, confondendola colla Ferrochina Bisleri. Se non si adeguano i Gabarit attuali da 3,65 a 4 nessun treno merci va sotto Bologna. Meno chiacchiere, speranze e più studio della realtà. La salute è un argomento surreale, perché allora torniamo ad un dirigismo, come in Svizzera, dove se c’è una ferrovia è VIETATISSIMO un servizio alternativo. A Sainkt Moritz davanti al Grand Hotel con Bentley parcheggiate si caricava la monnezza sui vagoni delle Retiche. A Roma con ottimo collegamento ferroviario per Fiumicino, decine di bus: QUESTI FANNO BENE ALLA SALUTE?, Perché non protestate?????? come quei delinquenti di NOTAV, nessuno protesta per il raddoppio dell’Autostrada: ma la montagna contiene amianto solo per il tunnel ferroviario?, bastardi.

    • Raimondo Chiricozzi

      non è un bel modo di esprimersi, bastardi. Purtroppo non rispondi concretamente alle mie domande e ti esprimi in malo modo.A questo punto è inutile discutere tu hai le tue ragioni e noi le nostre e ci batteremo fino alla fine perché siano vincenti. Ognuno per la sua strada.Un saluto Raimondo Chiricozzi

  4. Chi paga i NOTAV? ve lo siete chiesti? Sono duro perché stufo di 60 anni di chiacchiere e misere realizzazioni. Nulla da dire sui bus da Termini per Fiumicino?, sono queste cose che hanno distrutto le Ferrovie, ma coltivate solo il vostro orticello….

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