RIPRENDE L’ATTIVITA’ DELL’ASSOCIAZIONE PROGETTO VITERBO E PROVINCIA

 

28 settembre 2017

Dopo la pausa estiva, o come è d’uopo a Viterbo “dopo S. Rosa”, è ripresa a pieno ritmo l’attività dell’associazione “Progetto Viterbo e Provincia”.  La riunione guidata dal coordinatore Mario Tofanicchio e da Sergio Insogna consigliere al Comune di Viterbo, ha visto ospite d’eccezione Bengasi Battisti, presidente nazionale dell’associazione Comuni Virtuosi. All’ordine del giorno due punti rilevanti. Il primo la discussione sui temi di fondo e le proposte per la progettazione dello sviluppo del territorio, per i quali è stata decisa da un gruppo di uomini e donne la formazione dell’associazione Progetto Viterbo e provincia. Tanti i temi affrontati ed enucleati chiaramente nello statuto. Questo si richiama ai valori della Costituzione della Repubblica italiana e della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, proclamata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. Diritti umani e civili valori da attuare perché sia affermata la convivenza pacifica tra popoli. Diritti ma anche doveri che ogni cittadino deve osservare verso tutta la collettività. Lo statuto è stato quindi redatto e verrà presentato per l’approvazione da parte di tutti i soci in una apposita assemblea.

Il secondo punto all’ordine del giorno della riunione il diritto all’acqua potabile. Il dott Bengasi Battisti ha svolto in proposito una lunga relazione, che non ha tralasciato nessun aspetto della questione.

“L’acqua, ha detto Bengasi Battisti, è un elemento indispensabile per la vita ed è un bene non riproducibile” . Da questo si desume l’importanza che venga preservata pura e incontaminata da inquinanti. “E’ un bene che fa parte del patto generazionale e l’accesso all’acqua potabile deve essere in primo luogo garantito dalla comunità”. C’è quindi bisogno che i cittadini diventino maggiormente consapevoli della responsabilità che hanno di restituire i beni primari alle future generazioni.

“L’acqua deve essere garantita in quantità sufficiente e di buona qualità”.

“ La legge Galli ha continuato, Battisti, regolamentava perfettamente la gestione del ciclo delle acque, che la legge diceva di farlo in maniera collettiva su basi idrografiche ( ATO) Ambiti territoriali omogenei. La legge Galli non parla di privatizzazione dell’acqua, dava l’opportunità di determinati modelli di gestione. L Regione Lazio a suo tempo decise la costituzione di 5 ATO ricalcando i confini delle provincie, anziché effettuare gli ambiti territoriali per zone omogenee. Con questa delimitazione il territorio della provincia di Viterbo ha subito una scelta penalizzante in quanto ATO  debole poiché pressoché priva di acqua sorgiva. Qualcuno lo ha deciso sulla pelle dei cittadini”.     

Altro punto rilevante è il disastro economico delle società ACEA e Talete. I sostenitori del servizio privato  cercano di travisare la realtà. Infatti parlano di queste società come se fossero pubbliche. In realtà sono dei carrozzoni gestiti dal privato e dove il pubblico ha solo doveri, mentre la ripartizione degli utili è ben salda nelle mani dei privati. E’ sotto gli occhi di tutti il disastro ambientale provocato dall’acea al lago di Bracciano. Ciò è avvenuto perché l’ACEA continua a prelevare acqua dal lago senza spendere denaro per il risanamento delle perdite nelle condutture. Nonostante questi gravi fatti gli azionisti continuano ad intascare le loro quote. 

Anche la Talete sebbene partecipata dal pubblico è una società privata. In questa i Sindaci hanno la delega in bianco non rispondono al Consiglio del loro operato. Cosa ben diversa dal pubblico dove decisioni e bilanci vengono discussi e approvati dai Comuni. 

“Nella gestione pubblica, ha affermato Bengasi Battisti, c’è l’obbligo di reinvestire gli utili non ci sono dividendi tra i soci. Nella gestione pubblica il soggetto deve essere di diritto pubblico (consorzio azienda speciale) non sono previsti profitti, non fallisce e non ha quote sul mercato”.

Tornando alla storia Bengasi ha continuato dicendo: “ l’approvazione del Decreto Ronchi ha cancellato la possibilità di creare consorzi pubblici o soggetti di diritto pubblico. Il Referendum sull’acqua ha abrogato il decreto Ronchi e c’è chi ha colto l’opportunità trasformando i soggetti di diritto privato in soggetti di diritto pubblico. Lo ha fatto la città di Napoli e i risultati sono estremamente positivi. C’è stata una riduzione dei costi delle bollette, una riduzione dei costi di gestione, investimenti peri il risanamento delle condutture dalle perdite”.

Oggi quindi è possibile la ripubblicizzazione dei soggetti privati e quindi anche della Talete, sicuramente apportando benefici ai cittadini.

“Rispetto la Talete ha detto Battisti, i Comuni sono obbligati ad entrare in Talete in quanto è l’ente gestore del servizio idrici integrato. I Sindaci però potrebbero portare in discussione la sua ripubblicizzazione facendola divenire soggetto pubblico. Questa è la vera scelta da fare a vantaggio della gente”.

Dopo la chiarissima esposizione di Bengasi Battisti responsabile nazionale dei Comuni Virtuosi si aperta la discussione.

Molti hanno rilevato i comportamenti che potremmo definire poco rispondenti alle aspettative dei cittadini  messi in atto nel tempo dalla Regione Lazio: 1-definizione degli ambiti ricalcando le provincie senza una valutazione seria sulle potenzialità di ogni bacino; 2-approvazione della legge regionale n. 5 del  2016 salutata positivamente dai movimenti per l’acqua. Questa però alla prova dei fatti si è rilevata come il contentino purtroppo irrilevante. Ancora si è in attesa infatti dei deliberati attuativi con la suddivisione in veri ambiti omogenei, peraltro proposti dai movimenti per l’acqua pubblica.

Sergio Insogna ha concluso la riunione ringraziando Bengasi Battisti e chiedendo di ritornare sull’argomento per maggiormente approfondire la possibilità di richiedere quanto proposto da Battisti e da vari interventi sulla pubblicizzazione degli enti gestori dell’acqua di Viterbo e della Provincia.

 

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