convegno Costruire o ricostruire una città: ad esempio Roma l’intervento della dottssa Antonella Litta

Si è svolto sabato 8 aprile 2017,  nell’aula Magna  della Clinica Pediatrica del Policlinico Umberto I dell’Università di Roma  “La Sapienza”, il convegno “Costruire  o ricostruire  una città: ad esempio Roma ”

 

Si è svolto sabato 8 aprile 2017,  nell’aula Magna  della Clinica Pediatrica del Policlinico Umberto I dell’Università di Roma  “La Sapienza”, il convegno “Costruire  o ricostruire  una città: ad esempio Roma ”.

Il convegno è stato dedicato alle analisi e alle proposte in tema di qualità dell’ambiente urbano per la città di Roma: inquinamento dell’aria, mobilità, energia, gestione dei rifiuti, conservazione e recupero delle aree verdi urbane, prevenzione  e controllo del dissesto idro-geologico, metodi alternativi all’uso di pesticidi e antinfestanti nella città, modelli di economia circolare, tutela della salute dei cittadini.

Al convegno, organizzato dalla sezione romana dell’Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde, con il patrocinio del Comune di Roma, hanno preso parte il presidente della sezione dottor Roberto Ronchetti, professore emerito di pediatria della facoltà di medicina dell’Università di Roma “La Sapienza” e sempre per questa Associazione il dottor Ugo Corrieri,il dottor Carlo Romagnoli, il dottor Valerio Gennaro e la dottoressa Antonella Litta, per l’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale – Ispra  ha preso parte al convegno il professore  Massimiliano Pietro Bianco.

Al convegno sono intervenuti anche  l’assessora all’ambiente del Comune di Roma Pinuccia Montanari e l’europarlamentare Dario Tamburrano.

Invitato al convegno per illustrare la sua straordinaria esperienza quale commissario unico per la ricostruzione della città di New Orleans, dopo la devastazione causata dal passaggio dell’uragano Katrina, il professor  Edward Blakely, esperto di gestione dell’emergenza e docente di Urban Policy presso l’Università di Sydney.

La  dottoressa Antonella Litta è intervenuta sul tema: “ La qualità dell’aria, regolamentare …

ovvero  per migliorare la qualità dell’aria nelle grandi città come Roma occorre  ridurre drasticamente la mobilità su gomma insieme al trasporto aereo e abbandonare la produzione di energia da combustibili fossili” .

Di seguito un estratto dall’intervento della dottoressa Litta.

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Per  migliorare la qualità dell’aria nelle grandi città come Roma, a poco o a nulla servono le cosiddette giornate ecologiche, servono  invece interventi concreti: ridurre drasticamente la mobilità su gomma insieme al trasporto aereo e abbandonare la produzione di energia da combustibili fossili, questi  sono i provvedimenti urgenti  e concreti per migliorare la qualità dell’aria e per tutelare salute e ambiente.

Secondo  l’ultimo report dell’Organizzazione mondiale della sanità

( http://who.int/phe/publications/air-pollution-global-assessment/en/)  il 92% della popolazione mondiale respira aria inquinata e pericolosa per la salute e sono necessarie quindi azioni urgenti per affrontare l’inquinamento atmosferico.

Secondo Agenzia Europea per l’ambiente- EEA  nel report Air quality in Europe-2016  (http://www.eea.europa.eu/publications/air-quality-in-europe-2016), in Europa nel 2013 si sono registrate  520mila morti premature per inquinamento dell’aria, in Italia le morti premature legate all’inquinamento dell’aria sono state 91mila.

Preoccupanti e allarmanti i dati, per morti e ricoveri ospedalieri per cause cardio-respiratorie, nella popolazione di Roma esposta ad inquinamento da PM 10 come rilevato nello studio “Inquinamento atmosferico ed effetti sulla salute a Roma nel mese di dicembre 2015” (http://www.epiprev.it/articolo_scientifico/inquinamento-atmosferico-ed-effetti-sulla-salute-roma-nel-mese-di-dicembre-2015)  che evidenzia come l’impatto sanitario degli episodi di inquinamento si sommi agli effetti a lungo termine degli inquinanti.

E’ noto da decenni che la qualità dell’aria è di fondamentale importanza per la salute, infatti a maggiori livelli d’inquinamento atmosferico sono correlati incrementi evidenti non solo di malattie respiratorie e cardiovascolari, ma anche malattie cronico-degenerative, e tumori, specie del polmone.

Sono necessari interventi urgenti e non più rimandabili in grado di ridurre drasticamente la produzione e immissione in ambiente di anidride carbonica e altri gas serra e di sostanze nocive e tossiche, con particolare riferimento al particolato  fine ed ultrafine (classificato nel 2013  dalla Agenzia internazionale di ricerca sul cancro-Iarc come cancerogeno certo), agli idrocarburi policiclici aromatici, ai metalli pesanti, al benzene, alle molecole diossino-simili: tutti agenti potenzialmente mutageni e/o epimutageni  e quindi cancerogeni e teratogeni.

E’ indispensabile che in tutto il territorio nazionale siano ampliate le reti di monitoraggio della qualità dell’aria, con utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, in particolare nelle aree e nei distretti con presenza di  rilevanti fonti d’inquinamento: aree industriali, grandi poli di produzione energetica, città con elevato traffico veicolare, aree portuali e aeroportuali.

Devono essere realizzate politiche attive che riducano complessivamente la necessità di ricorrere ai processi di combustione, principali responsabili dell’inquinamento atmosferico urbano. Si tratta in primo luogo di attuare politiche urbanistiche volte sia alla riduzione del fabbisogno energetico degli edifici grazie al miglioramento della loro coibentazione ed all’aumento dell’efficienza energetica degli impianti di riscaldamento-raffrescamento, sia alla riduzione della necessità di ricorrere all’uso degli autoveicoli per la mobiltà urbana e quindi incentivare anche  il telelavoro e le videoconferenze.
Una migliore qualità dell’aria potrà essere garantita soltanto da una rapida trasformazione dell’intero sistema dei trasporti che permetta una drastica riduzione dell’immissione in atmosfera dei prodotti  derivanti dalla combustione di petrolio, gasolio, benzine e gas.

E’ necessario quindi disincentivare il trasporto commerciale su gomma ed incentivare il trasporto su rotaia e le cosiddette autostrade del mare per il trasporto di merci e persone nel rispetto delle normative vigenti e con l’utilizzo di carburanti meno inquinanti ;  ridurre il traffico automobilistico ed in particolare quello privato  nelle grandi e piccole città, che potrebbero così recuperare fascino, bellezza e condizioni di vita più salubri attraverso anche l’utilizzo di mezzi ad alimentazione elettrica e l’uso delle biciclette. Ciò può essere realizzato attraverso scelte urbanistiche che avvicinino i servizi – a cominciare da quelli amministrativi – alle residenze, riqualifichino e ripopolino i centri storici e ricostruiscano il tessuto di piccole attività artigianali e commerciali delle città, soffocato e distrutto da politiche orientate a privilegiare i grandi centri commerciali, responsabili, a loro volta, di una quota certo non trascurabile di traffico veicolare. Occorre migliorare le reti ferroviarie locali e nazionali, ma sempre nel rispetto delle peculiarità dei territori e dei diritti delle popolazioni interessate e sottoporre il traffico aereo a politiche di monitoraggio e riduzione.

Poiché il traffico aereo è attualmente responsabile  di una quota considerevole delle emissioni di anidride carbonica, è assolutamente indispensabile, anche per ridurre l’effetto serra, una netta riduzione e razionalizzazione del trasporto aereo insieme ad una moratoria per la costruzione di nuovi aeroporti e l’ampliamento di quelli già esistenti anche in considerazione della presenza degli oltre 100 aeroporti già  dislocati su tutto il nostro  territorio nazionale e degli evidenti  e gravi danni alla salute riscontrati nelle comunità che vivono in prossimità di sedimi aeroportuali.

Per quanto attiene alla salute umana i principali inquinanti generati dalle emissioni degli aerei sono: polveri – Particolato PM-, Monossido di carbonio, Ossidi di Azoto, Biossidi di Zolfo, Ozono, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), in particolare Benzene.

Le popolazioni che vivono in prossimità di aeroporti pagano pertanto in termini di malattie e cause di morte correlate anche a questa particolare forma d’inquinamento il prezzo più alto di scelte che hanno spesso messo al primo posto solo il profitto di pochi invece che la salute dei cittadini.

In particolare anche negli studi internazionali e nazionali più recenti sono stati rilevati molti degli effetti sanitari già noti e generati dal trasporto aereo ovvero: malattie cardiovascolari, respiratorie, neoplastiche, disturbi della sfera neuro-comportamentale, disturbi dell’apprendimento e dell’attenzione nei bambini, e una riduzione della qualità della vita per compromissione della qualità del sonno a causa delle operazioni aeroportuali svolte nelle ore notturne.

Migliorare quindi la qualità dell’aria  a Roma e nel Lazio significa quindi anche attuare una drastica riduzione dei voli sull’aeroporto di Ciampino e impedire ogni progetto di ampliamento dell’aeroporto di Fiumicino.

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Nota per la stampa a cura dell’Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde di Viterbo

 

Viterbo, 9 aprile 2017

 

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