”Geotermia, quale futuro per i Monti Cimini?”

A Ronciglione sabato 22 aprile 2017 dalle ore 10,30 Sala del Collegio incontro pubblico sulla geotermia e il progetto geotermia dei monti Cimini
Sulle trivellazioni nel Viterbese parla il dottor Pietro Narduzzi
06/04/2017 – 16:20
da viterbonews24.it

Riceviamo e pubblichiamo da Pietro Narduzzi

VITERBO – La geotermia è la scienza che studia le sorgenti di calore terrestre e il loro sfruttamento come fonti di energia. In sostanza, si tratta di un’energia rinnovabile che sostituisce l’utilizzo delle cosiddette energie fossili come ad esempio gas, carbone, petrolio. Attualmente, sia a livello mondiale che italiano, la geotermia è un’energia rinnovabile che attira su di sé sempre maggiore attenzione da parte degli stati, tanto che nell’ottobre del 2016 il Mise, Ministero dello sviluppo economico, ha emanato delle linee guida a cui si devono attenere le società di costruzione e ricerca dell’energia geotermica a media ed alta entalpia ( sommariamente, per entalpia si intende il potenziale termico dei sistemi geotermici ). Sono molteplici, infatti, i casi di costruzione di impianti geotermici all’interno del territorio nazionale, ancorché le comunità locali interessate dalla geotermia siano fortemente contrarie all’innesto di apposite centrali. A tal proposito, basti pensare al ”caso Latera”, piccolo comune della provincia laziale denominata Tuscia, dove nel 1999 una centrale geotermica causò disagi ambientali e alla salute delle persone tramite l’emissione di gas nocivi il cui cattivo odore arrivò al vicino comune di Montefiascone, suscitando animate reazioni dei cittadini.

Passati circa vent’anni il progetto geotermico torna a turbare le collettività della florida provincia laziale, coinvolgendo il comune di Caprarola sui Monti Cimini. Invero, la società Geothermics Italy ha presentato un progetto alla Regione Lazio, con successiva apertura della Via ossia la valutazione di impatto ambientale che è il necessario requisito di legge per poter costruire gli impianti in questione, circa la possibilità di realizzare due pozzi esplorativi nel Pr ”Lago di Vico” affinché si possa trovare energia geotermica da sfruttare.

Sullo sfondo di questa iniziativa permangono delle rilevanti perplessità: come si evince dalla Conferenza dei servizi di natura istruttoria svoltasi il 15-03-2017 in Regione. Perplessità espressamente manifestate anche dalle amministrazioni comunali di paesi dei Monti Cimini, direttamente o indirettamente coinvolti, che hanno espresso la loro contrarietà alla geotermia aggiungendosi al parere negativo della Provincia viterbese.

I dubbi summenzionati non sono di poco conto in quanto riguardano diverse problematiche tra cui l’eventualità di danni alla salute dei cittadini, ambientali ed economici. Vale la pena di ricordare che l’art. 32 della Costituzione italiana stabilisce che il diritto alla salute è un diritto fondamentale dell’essere umano ed è alla base di tutti gli altri diritti costituzionali poiché è il presupposto irrinunciabile per la piena realizzazione della persona umana. Di conseguenza, visto il precedente di Latera, sorgono dubbi su possibili rischi alla salute umana e ci si chiede quali siano le garanzie che la società proponente fornisce al riguardo, soprattutto nel caso specifico, dove si tratta di pozzi esplorativi profondi 2.800-3.000 metri e quindi di geotermia ad alta entalpia ( la forma di energia geotermica più rischiosa perché caratterizzata da fluidi aventi una temperatura superiore ai 180 gradi centigradi ). Tali fluidi geotermici potrebbero contenere gas disciolti come l’anidride carbonica e l’acido solforico e conseguentemente compromettere la salubrità dell’aria provocando pesanti danni alla salute dei cittadini. Ancora, se nel Monte Amiata in Toscana, altra zona in cui è presente una centrale geotermica, una ricerca epidemiologica diretta dalla fondazione Monasterio, dal Cnr di Pisa e dall’ Agenzia di sanità della regione Toscana attesta un aumento della mortalità degli uomini di sesso maschile del 13 per cento, perché si dovrebbe consentire la costruzione dei pozzi esplorativi in esame?

Per quanto concerne, invece, il danno ambientale ed economico occorre ricordare che la zona dei Monti Cimini in particolare consta di un patrimonio artistico, storico, naturalistico e paesaggistico di notevole importanza che deve essere a tutti i costi salvaguardato ( non a caso le aree oggetto dell’intervento sono sottoposte a regime vincolistico). D’altronde, nella zona di Caprarola, così come nei comuni limitrofi, la cittadinanza, sia a livello di agricoltura in senso stretto che a livello di industria agricola, vive producendo una ingente quantità di nocciole della qualità ”gentile romana” Dop.

In effetti, alcuni studi hanno stimato che la provincia viterbese produce 40.000 tonnellate di nocciole ogni anno. Ora, come si può conciliare la costruzione di centrali geotermiche ad alta entalpia, connotate da rischi elevati di inquinamento delle falde acquifere e dell’atmosfera, con la vocazione agricola di un territorio che ha in un prodotto di altissima qualità, riconosciuto a livello europeo, la sua principale fonte di reddito? Come si può conciliare l’eventualità che i fluidi geotermici oltre all’arsenico possono contenere ulteriori elementi chimici come il mercurio, l’antimonio ed altri metalli pesanti quali alluminio e piombo, dannosi per le falde acquifere, la vegetazione e il suolo? A tal proposito si ricorda che il D.LGS. n.387/03, ex art.17, allegato 3, prevede che le aree agricole caratterizzate da produzioni agro-alimentari di qualità normativamente riconosciute non sono idonee alla costruzione di impianti che si alimentano attraverso fonti rinnovabili. Da ultimo ma non meno importante, ci si domanda quale sia l’impatto di un progetto geotermico in una zona in cui il turismo è considerevolmente sviluppato tanto da ricoprire anch’esso una delle principali fonti di reddito per gli abitanti della stessa.

Per completezza, risulta necessario porre in evidenza un ulteriore rischio che accompagna l’installazione di centrali geotermiche in genere: il rischio sismico. Dunque, data la possibilità di attività sismica indotta mediante l’attività geotermica che potrebbe svolgere un’azione di stress sulle faglie; dato che la maggior parte delle abitazioni nella zona dei Monti Cimini non sono costruite con sistemi antisismici, è logica conseguenza chiedersi se il gioco vale la candela, soprattutto in virtù di un territorio dove è presente un lago di origine vulcanica, il Lago di Vico.

Alla data odierna il quadro complessivo della situazione circa le trivellazioni a scopo geotermico è in una ”fase di studio” alla Regione che dovrà, ex art.5, comma 3, della Legge Regionale n.3/2006, predisporre una carta idrogeotermica regionale che identifichi le aree potenzialmente sfruttabili dal punto di vista geotermico. Considerato l’ostruzionismo delle Istituzioni che lascia ben sperare per il futuro, la situazione dei Monti Cimini è tutt’altro che semplice e l’avvenire per i suoi abitanti appare come un’incognita.

Pertanto, insieme alle amministrazioni comunali e alla provincia, i cittadini dei Monti Cimini hanno il diritto-dovere di partecipare alla difesa del loro nobile territorio, al fine di continuare ad essere artefici del destino delle loro terre. Per questo il giorno 13-04-2017, alle ore 17.30, si terrà un incontro a Palazzo della Cultura, in Via della Repubblica a Caprarola, nell’intento di un confronto consapevole e costruttivo sulla vicenda in questione.

Ps: il punto della definizione di entalpia può anche essere esplicato in modo maggiormente tecnico: ”intendendo per entalpia una funzione di stato che esprime la quantità di energia che un sistema termodinamico può scambiare con l’ambiente. In altre parole, il termine entalpia sta a significare il potenziale termico dei sistemi geotermici”.

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