QUANDO LA BRAVURA RESTA OCCULTA dI Gianfranco Lelmi

   

Foto Radio Rotaia

 

 

Per indole, per carattere siamo abituati spesso a denigrare, sminuire ogni cosa, vediamo nero e basta. Eppure ci sono degli episodi che l’opinione pubblica deve conoscere, bisogna sapere che abbiamo in ATAC delle maestranze, degli ingegneri che sono i migliori al mondo e questo va gridato forte e con orgoglio.

Mi riferisco allo svio del giorno venerdì 10 marzo 2017 avvenuto intorno alle ore 10 della rimorchiata pilota numero 317 a circa un chilometro e mezzo dal ponte sul fiume Treia in direzione Roma.

In una curva con raggio di duecento metri circa, nei pressi di un ponte che sovrasta la ferrovia, la spinta portentosa della motrice Alstom spostava fuori dai binari la vettura di testa. La prima fotografia pervenuta da Odissea Quotidiana non lasciava dubbi, senza un carro gru, mai nessuno sarebbe riuscito a ricollocare sui binari la rimorchiata pilota 317.

Osservando le mappe satellitari, una delle strade possibili per raggiungere il convoglio incidentato era di aprirsi un varco per circa due chilometri nella fitta boscaglia ubicata nei pressi della ex stazione di Ponzano Cave. Altra alternativa era quella di arrivare alla ferrovia, dalla Flaminia. Cioè da dove si accede alla ex stazione di Ponzano, sulla sinistra esiste una carrareccia che perviene ad una fitta boscaglia. Oppure terza opportunità era di aprirsi un varco nei pressi della Ceramica Flaminia partendo da alcune carrarecce che pervengono a una grossa fattoria. Il tutto avrebbe richiesto, come dicono alcuni esperti, l’utilizzo di grosse ruspe, un forte disboscamento e giorni e giorni di lavoro per aprirsi una strada e far passare il carro gru. Vista la gravità del deragliamento alcuni esperti ipotizzavano anche l’utilizzo di un carro gru proveniente da Orte, facendolo transitare per Fabrica di Roma.

Foto Odissea Quotidiana

Ebbene nessuna di queste “diavolerie” è stata presa in considerazione, come racconta Radio Rotaia, degli omini piccoli, piccoli, dall’aspetto minuto, muniti delle migliori tecniche, hanno sollevato il mostro e lo hanno rimesso sui binari. La motrice 318, la rimorchiata 409, la rimorchiata semipilota  317 la sera del giorno 11 marzo 2016 potevano ritornare a Catalano e la circolazione riprendeva regolarmente alle ore 21,05 con il treno 617 proveniente da Roma. La rimorchiata semipilota di 53.100 Kg veniva sollevata con notevole destrezza, la cassa lunga 21.090 mm larga 2.800 mm poteva riprendere a viaggiare.

Come racconta sempre Radio Rotaia, qualcuno ha osato lamentare i tempi troppo lunghi trascorsi dal momento dell’incidente all’arrivo del carro officina. Ma nessuno ha considerato che reperire il personale che a volte è in turno di riposo non è una cosa facile. Inoltre il transito di un treno speciale richiede autorizzazioni burocratiche abbastanza complesse.

Foto Radio Rotaia

Pochi immaginano in cosa consiste questa delicata operazione. L’aria era tesa, come racconta Radio Rotaia, il nervosismo a fior di pelle, comandi secchi come ai tempi di Maestri, non permettevano nessuna distrazione.

Ecco le parole di un tecnico: ”Ci sono dei martinetti che sollevano la cassa, quando lo svio è di poca entità basta una sola alzata, poi si trasla. Va preparato un basamento adeguato. Alzi e trasli, se una traslata è sufficiente a mettere la cassa in sede, va bene, se no altrimenti, bisogna alzare, sollevare e baggiolare. Cioè collocare tronconi di traverse di buona qualità (spesso sostituite) per reggere il forte peso da sollevare. Tali materiali sono sempre presenti nel carro officina. Quindi praticamente baggioli, rialzi, risposti, piano piano. Con una sola alzata, a volte, quando lo svio è semplice, risolvi immediatamente”.

Questi uomini che hanno compiuto l’operazione di sollevamento, hanno dovuto effettuare sotto un sole cocente oltre settanta metri per trasportare materiale pesantissimo, in terreno impervio, dal carro officina fino alla vettura incidentata. Hanno veramente rischiato, con un eventuale cedimento del terreno, che il convoglio si rovesciasse provocando l’irreparabile. Se i Vigili del Fuoco ed il Soccorso Alpino hanno compiuto miracoli nei recenti fatti di cronaca, senza dubbio chi ha contribuito a riattivare la ferrovia senza grandi “strombazzamenti”, merita tutta la nostra riconoscenza e nostra la stima.

 

 

 

 

 

 

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