AUDIZIONE COMMISSIONE TRASPORTI CAMERA DEI DEPUTATI 2016.02.11 RELAZIONE INTRODUTTIVA di Raimondo Chiricozzi

 

A me è stato dato il compito di aprire la nostra esposizione sui motivi per cui da anni il comitato, che ora rappresento, si batte per la riapertura della ferrovia Civitavecchia Capranica Orte.

Il motivo più importante è aver compreso da tempo la necessità di tornare al futuro.  E’ una frase che ho sentito e mi piace ripetere.

Sembra una contraddizione in termini, ma non lo è, perché la mobilità su ferro che sembra sia il passato è in realtà il futuro.

 

Ritengo che questo ormai sia un assunto dal quale non si può più derogare.  La conferenza internazionale sul clima di Parigi lo conferma.

Ho ascoltato il Ministro Del  Rio per radio nel suo intervento recente ed ho compreso che forse qualcosa sta cambiando anche in Italia, anche perché non ho ascoltato parlamentari in  disaccordo. In particolare mi ha colpito l’affermazione, non contraddetta da nessuno, che sia ormai arrivato il tempo di creare l’offerta per sollecitare la domanda.

Tutto ciò ci fa ben sperare sulle future scelte a favore della modalità ferroviaria, in particolare per il trasporto merci.

 

I motivi, per l’inversione di tendenza, non sono io che debbo elencarli  a voi,  perché ritengo li sappiate benissimo.

Il primo fra tutti è l’ambiente da  tutelare, ma non solo,  c’è Il risparmio energetico e  l’offerta di servizi veramente efficienti per le comunità,  la necessità di stimolare la crescita e lo sviluppo economico.

Occorre allora favorire il recupero delle ferrovie, non lasciarle deperire o abbandonarle, perché sono un valore economico e sono un bene anche culturale del nostro Paese.

La cura del ferro che da tempo viene annunciata e che non è mai riuscita a partire, ora può finalmente prendere corpo.

 

Tralasciamo però di approfondire le questioni che fanno pendere la bilancia a favore del ritorno alle ferrovie su tutto il territorio nazionale e parliamo della nostra ferrovia Civitavecchia Capranica Orte, che è una delle ferrovie abbandonate e per la quale a più riprese c’è stato interessamento, per poi subito dopo, lasciarla ricadere nel dimenticatoio.

Molte volte su questa linea sono stati accesi i riflettori della ribalta e si sono succedute interrogazioni parlamentari, decisioni, documenti a tutti i livelli, dal locale al nazionale, che hanno sostenuto la necessità della sua riapertura e altrettante volte è stata affossata la volontà delle popolazioni.

Tra i documenti, che vi abbiamo consegnato, abbiamo messo la storia della ferrovia, raccontando la sua inaugurazione, l’ apertura della tratta Ronciglione Orte con la realizzazione del Ponte in ferro Unico al mondo, per la sua fattura,  (scuola Eiffel ) , e poi passare alla piccola frana che venne presa come pretesto per chiudere la tratta Civitavecchia Capranica, infine la chiusura dell’altra tratta, la Capranica Orte fatta divenire appositamente ramo secco. Pochi mesi prima della chiusura su questo ramo, definito secco, stranamente sono stati fatti lavori di ammodernamento.

E poi,  i finanziamenti per la riapertura di tutta la linea, a partire dal finanziamento di 200 miliardi di lire  spesi per i lavori svolti sulla tratta Civitavecchia Capranica e altri 123 miliardi di lire stanziati a favore delle ferrovie nel 1981 dal Programma integrativo per il completamento dei lavori e l’elettrificazione di tutta la linea da Civitavecchia a Orte, quindi le proposte di finanziamento tra cui la Direttiva Treu, D’Alema del 1999 e per ultimo il finanziamento  ( 2 miliardi di euro ) del progetto per l’intera linea Civitavecchia Capranica Orte,  pagato dalla Unione europea, dalla Regione Lazio, dal Porto di Civitavecchia e dall’Interporto Centro Italia di Orte. Per questo progetto, redatto dalla Italfer, società partecipata FS,  è stata effettuata nel 2011 la Conferenza dei servizi presso la Regione Lazio.

 

Perché chiediamo, allora, di dar seguito agli impegni presi e quindi andare alla riapertura della ferrovia in tempi brevi?

 

Per i motivi che ho esposto in precedenza, ma anche:

1)–Per la difesa dell’ambiente, che è anche difesa della salute. Il  viterbese è una tra le 5 provincie d’Italia che detiene il record di immatricolazioni di auto private,  700 su 1000 abitanti; vi lascio immaginare cosa significhi in fatto di inquinamento ambientale.

2)- Per la cultura: La ferrovia attraversa un territorio ricco di emergenze ambientali e culturali:  mare,monti, fiumi, laghi, parchi e riserve naturali, insediamenti paleolitici, archeologia romana, anfiteatri, necropoli e città etrusche, borghi medioevali, castelli e palazzi di grande valore culturale, strade e vie consolari, via Francigena, via Clodia, Chiese che conservano tesori artistici.

3)- Per il riequilibrio del territorio: Attraverso la riapertura di questa ferrovia è possibile il riassetto  del territorio e la creazione di sviluppo, non solo nella Tuscia, ma in tutto il Centro Italia.  La ferrovia dei Due Mari congiunge il Porto di Civitavecchia  con l’Interporto Centro Italia di Orte, si collega alle grandi linee trans europee TEN T 1 e quindi congiunge il Mar Tirreno con il Mar Adriatico.

Quali altre infrastrutture possono vantare queste grandi qualità e potenzialità?

 

Anche per questi motivi l’Unione europea l’ha ritenuta indispensabile per l’Italia e ne ha finanziato in parte la progettazione con 1 milione di €  (che sono sempre 2 miliardi di lire ) e altro milione di euro sono stati pagati dalla Regione Lazio, dal Porto di Civitavecchia e dall’Interporto centro Italia.
Forse l’Unione europea e questi Enti  hanno voluto buttare ancora soldi per un’opera non necessaria?
La riapertura della ferrovia è utile per lo sviluppo del turismo e può a buon ragione entrare a far parte delle ferrovie turistiche, è necessaria allo sviluppo economico dei luoghi e del territorio, è importante per la mobilità dei cittadini, è indispensabile per il trasporto merci.

 

Che senso ha ancora oggi,  pensare di  far viaggiare merci su strada, con i conseguenti problemi di ambiente e di sicurezza?

Questa è una cosa che sinceramente non riusciamo a comprendere.

 

Chi parlerà dopo di me potrà meglio chiarire i motivi per cui richiediamo la riapertura della ferrovia Civitavecchia Orte, che sono in linea di massima quelli che brevemente ho enunciato.

 

Sono convinto, siamo convinti, che sia ormai maturo il tempo per rivedere, su questa linea, correre i treni. La riunione odierna  è la dimostrazione di una nuova sensibilità della politica verso le richieste dei cittadini.

Abbiamo portato alla vostra attenzione una quantità di documenti su CD, in parte fotocopiati, tutti consultabili attraverso il collegamento ipertestuale che abbiamo predisposto.

Averci accolto e ascoltato ci trasmette entusiasmo e ci rende ottimisti sulle prospettive per la FERROVIA DEI DUE MARI.

 

Siamo ben consapevoli che questa commissione, che per i trasporti è la più alta istituzione della Repubblica, abbia il potere di accogliere o affossare la proposta di riapertura della linea.

Sappiamo che l’accoglierete, ne siamo convinti,  perché quello che proponiamo è esclusivamente a vantaggio dei cittadini e quindi dell’Italia.

 

A nome di tutto il comitato e di tutti i comitati che ci hanno appoggiato nell’opera di sensibilizzazione che abbiamo svolto, ringrazio il Presidente Meta e tutti i commissari per averci  ricevuto.

11.02.2016

Raimondo Chiricozzi

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