Risposta allo staff di Nicola Zingaretti sulla ferrovia ex Roma Nord

di Gianfranco Lelmi

Gentili Signori,
innanzi tutto Vi ringrazio per la cortese e pacata risposta che fornite a fronte delle mie apodittiche recriminazioni.

Aprioristicamente da una disamina della storia di questa ferrovia, ne discende che ha subito, fin dall’origine, da quando era una tramvia, la concorrenza spietata del trasporto su gomma. I fratelli Garbini a Viterbo li ricordano tutti.

Questa competitività, come ho sempre sostenuto nei miei numerosi scritti,  continua in maniera inequivocabile ai nostri giorni.

Eppure nessuno può denegare che un treno a ottantatré anni ancora è utilizzabile (vedi i Tibbs di Catalano), mentre una corriera arriva con difficoltà ad otto anni di vita.

Costi di carburante, manutenzione dei mezzi, rifacimento delle strade, frequenza di incidenti stradali, quindi maggiore alea, inquinamento, non hanno asimetria con la gestione del trasporto ferroviario.

In merito alla domanda di trasporto, gli abitanti della Tuscia, raccontano che negli anni ottanta gli utenti della ferrovia da Civita Castellana a Viterbo erano giornalmente un migliaio, mentre da Civita Castellana a Roma erano oltre millecinquecento.

Poi, come raccontano gli attuali utenti della ferrovia della tratta viterbese, la crescente offerta del trasporto su gomma, le continue improvvise soppressioni delle corse dei treni, gli innumerevoli ritardi dei convogli ferroviari, le ripetute sostituzioni delle corse dei treni con bus, la situazione di degrado delle stazioni ove mai si è speso per renderle efficienti, lo stato pietoso dei convogli spesso con servizi inutilizzabili, senza aria condizionata, con sedili privi di manutenzione, la mancanza assoluta di controlli, graffiti ovunque, sporcizia, infiltrazioni di acqua durante i temporali, gli infiniti rallentamenti causati dal pericolo di frane, instabilità di ponti, traversine monoblocco inappropriate, deviatoi con oltre ottanta anni che costringono i treni a viaggiare a passo d’uomo, una linea di contatto che risale agli anni trenta, pali di sostegno della linea di contatto che risalgono al 1906 ed altro, hanno dato il colpo di grazia ad una tratta ferroviaria ancora utile.

Attualmente, nonostante le difficoltà, il treno impiega molto meno tempo del bus, toccando gli stessi paesi della ferrovia. Voglio emendare il concetto che questa ferrovia fu costruita per collegare Roma con Viterbo, poiché quando fu realizzata esisteva già la tratta Roma Capranica Viterbo. E’ deducente che il collegamento Roma Civita Castellana Viterbo fu creato per collegare i paesi isolati della Tuscia.

Un eventuale sinergia con l’esistente struttura delle FS: Fabrica di Roma, Capranica, costituirebbe un ottimo presupposto per la realizzazione della Circumcimina.

Il personale di questa ferrovia, soprattutto nella tratta viterbese, per farla vivere, ha compiuto e compie ogni giorno dei miracoli.

La regione Lazio possiede un gioiello, un patrimonio che se opportunamente sfruttato, restaurato a regola d’arte, come stazioni, convogli degli anni trenta, strutture fisse, richiamerebbero visitatori da tutto il mondo, creando una fonte di reddito precipua.

Meramente desidero ricordare che la riaperta ferrovia Avezzano Roccasecca, come raccontano, attualmente viene utilizzata da solo cinquecento utenti giornalieri e funziona regolarmente a beneficio dei pendolari.

Le sovrapposizioni con il bus vanno assolutamente eliminate favorendo la ferrovia. Un treno trasporta cinquecentododici persone, una corriera appena cinquanta.

A mio avviso altra alea si presenta con il progetto di raddoppio della tratta Riano Morlupo. Da quel poco che sono riuscito a carpire, sembra che alcune stazioni verranno allontanate dai centri abitanti.

Per esperienze pregresse su altre ferrovie, ciò ha portato ad una disaffezione della clientela verso il treno.

E’ lodevole l’iniziativa del doppio binario. Ma da una disamina dei costi per tale opera ciclopica, sorge un dubbio. Molte ferrovie (Trento Malè Mrilleva – Merano Malles) benché con binario unico hanno un cadenzamento che può arrivare anche a venti minuti, da ciò viene da eccepire che vista la carenza di finanziamenti, risulterebbe più utile limitare la spesa investendo maggiormente sul carente materiale rotabile, creando il doppio binario in alcuni punti strategici, per limitare i tempi di attesa dei convogli agli incroci.

Vi ringrazio della cortese attenzione e porgo a Voi dello staff di Zingaretti ed a tutta la Regione, l’augurio di buon lavoro.

06.04.2016

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