I sindaci del Viterbese vendono l’acqua pubblica

da lacitta.eu
Viterbo CRONACA Come emerge chiaramente, la regia di queste operazioni è attribuibile al PD nazionale

 

Francesco Lombardi Coordinamento regionale Lazio acqua pubblica e Comitato Non ce la Beviamo

Come previsto è iniziato il processo di privatizzazione del servizio idrico nel viterbese.
Il 19 febbraio 2016 è caduto il velo di ipocrisia che finora ha avvolto i sindaci falsi difensori del bene pubblico, argomento da molti usato per le campagne elettorali.

È emersa la realtà di una politica asservita ai bisogni e alle richieste della speculazione e degli amici del profitto che, evidentemente, contano più dei bisogni e della volontà dei cittadini. I sindaci soci della Talete hanno demandato al CDA della stessa la ricerca di un socio privato da immettere nella società con quota indefinita (scommettiamo ACEA?).

Come emerge chiaramente, la regia di queste operazioni è attribuibile al PD nazionale, regionale e locale con una forza persuasiva e con manovre di spostamenti e disponibilità di soldi pubblici per garantire il successo di queste operazioni, consentendo alla società Talete la riformulazione di bilanci che creano più dubbi di quanti ne dissolvano.

Tutto questo accade nelle stesse ore in cui ben 77 sindaci della provincia di Frosinone manifestano con atti concreti la volontà di uscire dalla società ACEA – concessionaria da anni del servizio – per ripetute violazioni contrattuali e di servizio, esattamente come la Talete si comporta a Viterbo con distacchi, acqua non potabile, bollette gonfiate o errate, ecc.

Non si ha notizia di cosa pensino riguardo l’argomento, le centinaia di consiglieri comunali – di qualsiasi schieramento – anch’essi eletti dal famoso popolo.

I cittadini viterbesi saranno disposti a regalare questo bene pubblico agli affaristi e a pagare bollette più salate?

Francesco Lombardi

Coordinamento regionale Lazio acqua pubblica e Comitato Non ce la Beviamo

Pubblicato Domenica, 21 Febbraio 2016 15:39

 

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