Corchiano: convegno su AGRICOLTURA CONSAPEVOLE 13 febbraio 2016

In sala consiliare a Corchiano si è svolto un importante incontro tra gli agricoltori della zona dei Monti Cimini. Il principale obiettivo era la presentazione dei risultati del lavoro realizzato sul territorio negli ultimi tre anni, delle metodologie di lavoro e delle nuove frontiere della difesa fitosanitaria.

Questi i vari interventi:

  • Il sindaco di Corchiano Bengasi Battisti saluta e ringrazia tutti i suoi ospiti facendo presente come sia assolutamente necessario preservare i beni indispensabili per la vita delle nostre generazioni future. Secondo il sindaco, gli agricoltori sono i primi che risentono della degradazione del territorio e sempre più spesso è proprio da loro che nasce questa necessità di un progetto di agricoltura consapevole. Di fatto, è stato stilato un protocollo che, basandosi su riscontri scientifici, valuta il miglior sistema per trattare le nostre coltivazioni, realizzando un passaggio fondamentale che è quello di un passaggio da una modalità di trattamento a calendario a quella di trattamento mirato. Con la collaborazione della Assofrutti é stato portato avanti un studio diagnostico direttamente in campo, permettendo di trattare zona per zona in base alla presenza di insetti e malattie fungine diagnosticate da un agronomo.  Un risultato importantissimo è stato quello di raggiungere un rafforzamento dei rapporti tra gli agricoltori e tra gli agricoltori e gli abitanti con l’indubbio risultato di ottenere un prodotto più sano. Questo lavoro, nel tempo, risulterà sicuramente un progetto pilota per tutti i comuni che vorranno intraprendere questa strada e per esempio solo a Corchiano sono ben 43 i coltivatori che aderiscono convintamente al protocollo.
  • Don Marcelo intervenendo per salutare tutti i convenuti racconta di essere cresciuto in una zona fortemente agricola e conosce molto bene l’importanza di questo argomento ribadendo che è importantissimo educare le nuove generazioni per permettere al mondo di migliorare.
  • Pompeo Mascagni presidente dell’Assofrutti porta i saluti di tutti i soci che ormai sono circa 2.000 aziende che stanno cercando di portare avanti un programma di miglioramento continuo. Nel tempo, la collaborazione tra varie persone che la vedono in maniera diversa ha portato grandi risultati e questo continuo confronto ha permesso i grandi risultati che sta ottenendo l’Ass.ne Assofrutti.
  • Livio Martini vicesindaco di Corchiano ricorda che a Corchiano è stato elaborato e firmato il primo protocollo per un’agricoltura consapevole voluto in gran parte dagli agricoltori con una valorizzazione dei prodotti di Corchiano e delle zone limitrofe con una grande attenzione per la produzione di nocciole, di olio e di vino.
  • Vincenzo Ridolfi coltivatore di Corchiano ha ricordato la partenza di questo progetto nato il 6 di luglio 2014 da una richiesta di alcuni produttori e fortemente appoggiato dall’amministrazione e dall’Assofrutti con una forte riscoperta delle competenze degli agronomi. Tra le varie osservazioni fatte direttamente in campo si è scoperta una forte predilezione delle cimici per il pomodoro per cui si è pensato di introdurre anche delle piccole coltivazioni cuscinetto dove concentrare gli insetti per poterli combattere.
  • Intervengono gli amministratori  di Bomarzo di Vignanello e di Vasanello per salutare l’assemblea dichiarando di apprezzare fortemente il lavoro svolto e dichiarando che presto entreranno a far parte del progetto di agricoltura consapevole.
  • Interviene Fernando Testa che, come agronomo di Assofrutti, ha seguito fin dall’inizio questo progetto, per far presente che in agricoltura le condizioni ambientali da un anno all’altro stanno fortemente cambiando con conseguenti forti e inaspettate variazioni fitosanitarie.  Il risultato finale però, deve sempre poter portare ad avere, per quanto riguarda il nocciolo, meno del 3% di cimiciato senza arrivare a trattare in continuazione. Negli anni si è verificato un tale sconvolgimento che le popolazioni di cimici, invece di riprodursi a fine maggio una volta all’anno, oggi arrivano fino a 12 generazioni per stagione, con enormi danni per le colture. In questo contesto, solo con la lotta mirata, si sta riuscendo a spezzare questa progressione impressionante. Mettendo a confronto i dati degli ultimissimi anni, appare evidente che le aziende che hanno seguito la via dei trattamenti a calendario, hanno fatto fino a 6 trattamenti con un livello finale di cimiciato che arriva fino al 7-8 %  mentre con la tecnica dei trattamenti non si supera il 3% con un massimo di 2 trattamenti.
  • Per illustrare il PAN (piano di azione nazionale, decr. legislativo 150) adottato nel 2012 per l’uso sostenibile dei fitofarmaci in base alle direttive europee, interviene l’agronomo Francesco Violani.  Il PAN ha l’obiettivo di arrivare ad avere una produzione agricola a basso impatto ambientale salvaguardando l’ambiente e a tutelare i consumatori. Ora, per l’acquisto dei prodotti fitosanitari, è necessario il patentino come è anche necessario per avere l’abilitazione per la loro distribuzione in campo.  In più il rivenditore è obbligato a registrare cosa vende, a chi lo vende e in che quantità. Questo comporta che è possibile verificare se un agricoltore usa un prodotto adeguato alla coltura in atto e se le quantità distribuite sono compatibili e va sottolineato che è considerato reato penale!  Alta novità  importante del PAN è che viene scissa la figura del distributore da quella del consulente per cui sarà necessario ricorrere alla figura professionale dell’agronomo per avere una consulenza tecnica.  Altra norma del PAN, riguarda il controllo delle attrezzature di distribuzione dei trattamenti entro novembre 2016 e comunque chi percepisce contributi europei deve effettuarlo fin da ora.
  • – Il Dr. Fiorentino Bevilacqua (biologo), ha proseguito l”‘incontro illustrando i vari orizzonti (strati) del terreno montano e le loro diverse strutture. La parte più viva è l’orizzonte A, ricca di humus, di sostanza organica, di nematodi e molti altri organismi viventi. L’orizzonte B è  ricco di sali minerali e l’orizzonte C è invece costituito dalla roccia madre principalmente vulcanica come colate piroplastiche in via di degradazione per avviare un lungo processo che porterá alla formazione di nuovo suolo fertile. L’umus è costituito da una serie di molecole molto complesse che si originano dalla degradazione da parte di elementi pionieri (felci, muschi, insetti, batteri, funghi, etc), partendo dalla roccia madre. Queste molecole si legano alle argille accrescendo progressivamente la fertilità del terreno e contribuendo enormemente alla formazione della struttura del suolo. Il suolo quindi è un prodotto biologico in quanto frutto del lavoro di organismi viventi che vanno mantenuti con cura ed é necessario non rischiare di arrivare alla sua degradazione o addirittura alla sua morte. Un elemento fondamentale è la naturale protezione data  dalle foglie e dal sottobosco che evitano il surriscaldamento e  il compattamento del terreno, principali cause della perdita della sua struttura principale. Questo fenomeno è aggravato dalla progressiva impermeabilizzazione che diminuisce enormemente la capacità dei terreni ad assorbire l’acqua che oltretutto provoca grandi fenomeni di ruscello entro estremamente pericolosi per il generale assetto idrogeologico. I trattamenti effettuati fino ad oggi hanno procurato vari danni: diminuzione del numero dei nematodi, sparizione dei bombi e di tutti gli insetti pronubi, sparizione degli uccelli che si nutrono delle larve dei principali parassiti delle nostre colture. Inoltre, è stato dimostrato che l’uso  intensivo di concimi minerali e del rame, diminuiscono lo sviluppo delle micorrizze, fondamentali per lo sviluppo e l’assorbimento radicale di molti elementi minerali.
  • Agnese Polidori, farmacista di Vallerano interviene per rappresentare tutte le problematiche inerenti la salute delle nostre comunità. La sua è un’importante testimonianza di quello che sono i problemi e le interferenze di queste sostanze con i danni neuro psichici rilevati nei bambini, la leucemia, il cancro della prostata, danni alla tiroide, il calo della fertilità, tumori polmonari.  Questo impressionante elenco di patologie impone assolutamente l’obbligo di agire.
  • Il Dr. Marco Scortichini del dipartimento CREA (Centro per la Frutticoltura di Caserta) esperto in frutticoltura, ha illustrato come la cimice del nocciolo danneggi il frutto. Se la puntura è allo stato precoce la nocciola non si forma, se avviene più tardi si ha il cimiciato è il controllo della cimice è fondamentale dato che può portare ad un’alta perdita di prodotto.   La soglia di cattura che stabilisce il momento più adatto per intervenire va stabilito anno per anno e ogni luogo ha un suo ciclo specifico, per cui trattare a calendario non ha alcun senso logico. La cattura va effettuata la mattina molto presto scrollando le fronde delle piante su un telo bianco  posto a terra. Quando si hanno più di due insetti a pianta va effettuato il trattamento e non se ne possono fare più di due a stagione come stabilito dal disciplinare.  Stessa cosa va fatta con il balanino e si tratta un massimo di due volte a stagione quando si hanno più di due insetti a pianta.  Per limitare naturalmente la presenza di cimici, è necessario evitare di impiantare le colture vicino ai boschi, bisogna sfalciare frequentemente, e diradare i rami dei noccioli per evitarne l’eccessivo affastellamento. Molto utili per diminuire la presenza degli insetti sono le trappole a cerimonie che attraggono molti degli insetti dannosi per il nocciolo.Il marcio interno o vizio occulto è data dal processo fermentativo a carico dei carboidrati che si sviluppa nelle nocciole lasciate a terra o mal essiccate. Per quanto riguarda le malattie fungine, è importante tornare ad effettuare delle sane pratiche colturali come ad esempio il diradamento delle fronde, l’eliminazione e la distruzione delle parti infette e come sempre, evitare il compattamento del terreno e i ristagni d’acqua. Vanno evitate le spollonature in primavera e in autunno per non aprire una via di ingresso a batteri e funghi e vanno effettuate delle concimazioni equilibrate.  La relazione è proseguita prendendo in esame una serie di malattie presenti sul nocciolo che è possibile trovare nella pubblicazione allegata: http://www.youblisher.com/p/1322904-Incontro-sul-nocciolo-2016-Assofrutti/
  • Il Dr. Franco Tettamanzi in qualità di agronomo della ditta Diagro srl  prodotti sinergici, ha illustrato come  le piante riescano a mettere in atto delle misure di difesa che possono essere di tipo attivo, passivo o indotto. Da qualche anno si sta lavorando su questo tipo di meccanismo utilizzando sostanze naturali che agiscono sulla capacità della pianta di produrre dei metaboliti secondari che ostacolano i patogeni. Caso esemplare è la produzione dei tannino che intossica gli insetti masticatori.  Sono ormai a fine sperimentazione una serie di concimi fogliari integrati con micro elementi che riescono a rendere la pianta più resistente con un bassissimo impatto ambientale. É in corso un’importantissima sperimentazione nei confronti del batterio xylella dell’olivo in Puglia con ottimi risultati.  Le esperienze fatte negli ultimi tre anni, dimostrano che le piante possono essere difese con diverse sostanze e anzi le principali sono proprio quelle che le piante producono per difendersi nel momento di un attacco.  Sono difese e resistenze meccaniche o chimiche con produzione di metaboliti secondari che combattono l’attacco da parte di un fungo o un batterio. Queste sostanze attivano anche dei geni di resistenza con un’auto difesa che ha anche una lunga durata nel tempo.  É stato testato un brevetto israeliano, il Dentamet che fondamentalmente è un fertilizzante che però ha anche la funzione di attivare sistemi di difesa anche in base al suo apporto di zinco fondamentale per uccidere funghi e batteri. Questo tipo di intervento stimola la produzione e l’attivazione di difesa e resistenza delle piante simulando un attacco al quale la pianta reagisce prontamente. È stato complessivamente testato su 16 diversi tipi di batteri patogeni per le nostre colture che vengono prima bloccati nello sviluppo e successivamente uccisi. Le prove in campo sul kiwi fatte nel 2014 e nel 2015 dimostrano una diminuzione di attacco batterico dell’80% rispetto al campione.
  • Benedetto Valentini ha illustrato i risultati che sono emersi dalle prove effettuate in campo a Sutri, Bomarzo, Corchiano, evidenziando che c’è stata una rispondenza incredibile su tutti i test portati avanti e che verranno ripetuti anche nel 2016.  A Sutri  si sono avuti ottimi risultati per fermare  il disseccamento del nocciolo, utilizzando un concime fogliare integrato con micro elementi. Si è riscontrato un miglioramento generale delle piante e non si sono verificati nuovi casi di moria. Per il mal dello stacco, anche in questo caso si è verificato un calo effettuando tre trattamenti autunno-primaverili con rame e Dentamet. Anche a Bomarzo da sperimentazioni fatte da Fernando Testa i risultati sono risultati praticamente identici e nei rami alti si è verificato un calo del mal dello stacco significativo come anche un calo del cimiciato e questo grazie alle difese messe in atto dalla pianta stessa.
  • Il prof. Angelo Bini nel suo intervento ha voluto sottolineare come ormai molti castagneti siano a produzione praticamente pari a zero sia dal punto di vista della produzione che per il reddito non per colpa del balanino o del cinipide ma per colpa nostra e del nostro uso dissennato di fitofarmaci. – Ha poi illustrato il ciclo degli insetti che ruotano intorno al castagno ribadendo che il punto di rottura dell’equilibrio naturale e biologico è dovuto al compattamento del terreno e la relativa distruzione del sottobosco. Questi due fattori hanno portato ad un innalzamento della temperatura del suolo e ad una distruzione della parte umificata. Tutto ciò, ha decimato la popolazione dei nematodi, grandi “cacciatori” delle larve del balanino, perdendo di fatto la prima grande barriera contro lo sviluppo delle larve. La mancanza del sottobosco e di tutti gli insetti e altri animali che in esso cacciano ha annullato di fatto la seconda barriera naturale e con facilità il balanino ed altri  insetti  possono attaccare le piante.   La presenza del sottobosco, contribuisce inoltre, alla produzione da parte delle piante del tannino che, ingerito dagli insetti, li fa morire di inedia bloccandogli l’apparato digerente.    Altro grave problema è la mancanza di uccelli che non vanno più a cibarsi delle larve come succede ad esempio per la Pammene  Fasciata che sverna sulla corteccia.  Per fare un esempio una cinciallegra ogni giorno elimina 15.000 insetti e piccole larve.    Molto interessanti sono le esperienze del prof. Antonio De Cristofaro dell’università del Molise che sta usando bio tecniche (buffer o memoria di transito) per “confondere” i maschi di molti insetti e ne bloccano la riproduzione senza l’uso di fitofarmaci.

Questi i principali interventi che si sono succeduti durante questa giornata dedicata al grande sforzo di informazione che si sta cercando di portare avanti per migliorare le condizioni di lavoro di tutti, la salute pubblica e la redditività di tutti coloro che coltivano le nostre zone.

http://www.youblisher.com/p/1322904-Incontro-sul-nocciolo-2016-Assofrutti/    Su questo sito è possibile accedere alla pubblicazione Incontro sul Nocciolo secondo la metodologia dell’agricoltura consapevole.

 

Dott. Sergio Pettinati e soci rappresentanze
Sviluppo area commerciale Lazio
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