NON E’ UN FILM ! Migranti, nuovo naufragio davanti a un’isola greca: morti 5 bambini L’Europa: Correggere le lacune.

Nel naufragio hanno perso la vita anche quattro uomini e due donne. Ma ci sono ancora tredici dispersi. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, la Grecia ha quest’anno accolto finora circa 700 mila persone. E l’Ue invita Stati e istituzioni europee a correggere «alcune lacune operative» dei punti di accoglienza

di Valentina Santarpia

 Profughi arrivati sull’isola di Lesbos dopo aver attraversato il mar Egeo dalla Turchia (Afp)

Profughi arrivati sull’isola di Lesbos dopo aver attraversato il mar Egeo dalla Turchia (Afp)

È di almeno 11 morti, fra cui 5 bambini, il bilancio di un nuovo naufragio avvenuto al largo di Farmakonisi, un piccolo isolotto greco che si trova vicino alla costa della Turchia, nel Mar Egeo. Tredici persone risultano ancora disperse. La Guardia costiera greca e le squadre di Frontex, che sono intervenute dopo avere ricevuto una richiesta di soccorso, hanno salvato 26 persone, di cui 17 uomini, cinque donne e quattro bambini. L’imbarcazione sulla quale viaggiavano, di legno, si è ribaltata. Le vittime sono cinque bambini, quattro uomini e due donne, che sono annegati. Secondo la Fondazione Migrantes, sono 3200, di cui 700 bambini, i morti dall’inizio dell’anno nel Mediterraneo: più che raddoppiati dal 2014, quando erano stati 1600. E l’Europa invita gli Stati a «fare di più».

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Migranti, naufragi in Turchia, morti altri 5 bambini
Gli sbarchi in Grecia
(Afp)
(Afp)

I quattro bambini sopravvissuti sono stati trasferiti in elicottero in un ospedale vicino all’isola di Samos con gravi sintomi di ipotermia. Due imbarcazioni della Guardia costiera, una dell’esercito, un’imbarcazione privata e un elicottero continuano a lavorare nella zona per cercare i dispersi. L’arrivo dell’inverno non ha frenato gli arrivi quotidiani di barche sulle isole greche più vicine alla Turchia e ogni giorno nel porto ateniese del Pireo sbarcano circa un migliaio di persone. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), finora quest’anno la Grecia ha accolto il maggior numero di rifugiati e migranti arrivati in Europa via mare, circa 700mila persone. «Il Mar Egeo oggi, come le nostre coste fino a ieri, sta diventando la tomba di troppi bambini. Non possiamo piu’ permetterlo» dichiara Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia, lanciando un appello ai «vertici politici e istituzionali d’Europa e del nostro Paese in nome del Giubileo della Misericordia iniziato ieri» per porre fine «a questo scempio senza precedenti». Nel mondo sono 232 milioni i bambini costretti a vivere in zone e regioni coinvolte nei conflitti armati. Circa 250 mila bambini e bambine hanno dovuto imbracciare un’arma. La loro unica speranza è arrivare in Europa, «stiamo togliendo loro anche questa» conclude.

L’invito dell’Ue a correggere le «lacune»

E proprio oggi l’Europa invita istituzioni Ue e Stati a «correggere le lacune nel funzionamento degli hotspot (i centri di identificazione dei migranti, ndr), incluso stabilire le necessarie capacità ricettive per raggiungere gli obiettivi, e concordare rapidamente un preciso calendario affinché anche altri hotspot diventino operativi». «Nonostante il duro lavoro degli ultimi mesi il livello di attuazione di alcune decisioni» per affrontare la crisi migratoria «è insufficiente», scrive l’Ue, che individua nella bozza da presentare la prossima settimana 7 punti, da hotspot a registrazioni, su cui occorre insistere. «Schengen è sotto seria pressione», si legge nel documento, che invita tutti gli Stati ad assicurare le registrazioni dei migranti ed «adottare misure per scoraggiare il rifiuto» di quelli che non vogliono farsi identificare e sottoporre alla raccolta delle impronte. Ma il ministro dell’Interno Angelino Alfano difende il lavoro fatto finora dall’Italia: «Meritiamo solo un grazie dall’Europa, se venisse aperta la proceduta di infrazione la giudicheremmo del tutto immotivata». Anche oggi la nave Cigala Fulgosi della Marina militare ha recuperato 91 migranti a bordo di un gommone in difficoltà nel canale di Sicilia. E poi Alfano precisa che «siamo già in campo con 1 dei 6 hot spot e speriamo che l’Europa si dia una mossa per quando riguarda le procedure di ricollocamento con la redistribuzione e con i rimpatri degli irregolari», insiste. Secondo Alfano, l’Europa deve essere capace di «accogliere ma anche dire di no a chi non ha i requisiti». La linea del ministro dell’Interno passa per due parole chiave: apertura e severità. «La gestione delle frontiere – ha detto il ministro – va governata in una dimensione sovranazionale, non deve essere responsabilità di un singolo Stato, perché questo sarebbe molto debole. Dobbiamo essere un continente aperto e severo».Quindi, no «alla cancellazione di Schengen ma sono convinto che la sua sopravvivenza passi per una revisione delle procedure», e per l’istituzione di «controlli severi anche attraverso guardie di frontiera europee».

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