ISDE : ESPOSTO AL MINISTRO DELLA SALUTE E AL MINISTRO DELL’AMBIENTE del 30 marzo 2010

ESPOSTO AL MINISTRO DELLA SALUTE E AL MINISTRO DELL’AMBIENTE

e per opportuna conoscenza:

al Prefetto di Viterbo

al Sindaco di Caprarola

al Sindaco di Ronciglione

al Direttore generale della Asl di Viterbo

al Direttore sanitario della Asl di Viterbo

al Dipartimento di prevenzione – Servizio igiene e sanità pubblica della Asl di Viterbo

al Dipartimento di prevenzione – Servizio igiene e sanità pubblica – sezione 4 Vetralla – della Asl di Viterbo

al Servizio veterinario della Asl di Viterbo

al Direttore generale dell’Istituto superiore di sanità

al Presidente dell’Istituto superiore di sanità

all’Arpa Lazio – sezione di Viterbo

al Presidente della Provincia di Viterbo

ai responsabili dell’Ato 1 – Lazio

al Presidente della Giunta Regionale del Lazio

alla Garante del Servizio idrico integrato della Regione Lazio

al Direttore Regionale Energia e Rifiuti

all’Assessore all’Ambiente della Provincia di Viterbo

all’Assessore all’Ambiente della Regione Lazio

all’Assessore alla Sanità della Regione Lazio

al Presidente della Commissione  Ambiente del Senato

al Presidente della Commissione Igiene e sanità del Senato

al Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati

al Presidente della Commissione Affari sociali della  Camera dei Deputati

 

Oggetto: Richiesta d’intervento urgente per il gravissimo rischio sanitario ed ambientale derivante dal degrado e dall’inquinamento dell’ecosistema del lago di Vico

 

L’Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment – Italia) di Viterbo, espone al Ministro della Salute e al Ministro dell’Ambiente quanto segue:

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 Le problematiche dell’ecosistema del lago di Vico

 

Il lago di Vico, che per la sua bellezza e per le sue acque rappresenta un patrimonio naturalistico per l’intero territorio viterbese ed  una risorsa idrica da tutelare e risanare in particolare per le comunità di Ronciglione e Caprarola che ne utilizzano le acque anche per uso potabile, è in uno stato di allarmante inquinamento e degrado.

Da alcuni anni il suo ecosistema presenta delle criticità, ormai ben documentate e attualmente in fase di grave e rapido peggioramento (processo di eutrofizzazione e marcata riduzione dell’ossigeno disciolto nelle acque), tanto che questa condizione rappresenta una seria minaccia anche per la vita delle specie vegetali e per la fauna lacustre oltre che per la salute delle persone.

Le acque di questo lago, anche a causa della sua origine vulcanica, sono ricche di arsenico, un elemento classificato come cancerogeno dalla Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro (I.A.R.C.) e presentano, da qualche anno (segnalazioni dal 2007), periodiche e consistenti fioriture dell’alga Plankthotrix rubescens, appartenente al phylum dei Cianobatteri, denominata comunemente “alga rossa”.

Questa alga produce una microcistina dannosa per la salute umana ma anche per la flora e la fauna ittica lacustre ed è classificata sempre dall’I.A.R.C.  come elemento cancerogeno di classe 2 b.

 

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  1. L’azione dell’Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde di Viterbo

 

L’Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment – Italia) di Viterbo, ha più volte segnalato agli enti preposti il possibile rischio per la salute umana  rappresentato dall’assunzione di acqua contaminata da questa alga e dalla sua microcistina, come anche dall’assunzione di  alimenti preparati con questa acqua e dal consumo di specie ittiche lacustri.

L’Isde  ha costantemente sollecitato e richiesto notizie circa gli interventi posti in essere a tutela della salute pubblica e dell’intero ecosistema del lago.

Il 4 gennaio 2008, il  Dipartimento di prevenzione – Servizio igiene e sanità pubblica, sezione 4 Vetralla, della Asl di Viterbo, a seguito della comunicazione dei risultati degli esami, effettuati dall’Arpa Lazio sezione di Viterbo su campioni prelevati il 24/12/2007, che evidenziavano la presenza di Cianobatteri, proponeva ordinanza di non potabilità dell’acqua ai sindaci dei Comuni di Caprarola e Ronciglione.

Il Sindaco pro tempore di Ronciglione a seguito di questa comunicazione emetteva in data 8 gennaio 2008

l’ordinanza n. 4: “E’ vietato l’uso e l’utilizzazione ad uso domestico dell’acqua, in tutto l’acquedotto comunale, sino ad ulteriore prelevamento ed analisi di campioni d’acqua da parte dell’Arpalazio sezione di Viterbo.  I Vigili Urbani, l’Ufficio  Tecnico comunale e gli Agenti della Forza Pubblica sono incaricati ciascuno per le proprie competenze per l’osservanza del presente provvedimento”.

Questa ordinanza a quanto risulta non sembra essere stata mai revocata.

L’Isde di Viterbo il 24 giugno 2008, a causa del persistere di una situazione di preoccupazione  relativamente alla salubrità e potabilità delle acque erogate, e costatando la crescente e  motivata preoccupazione di cittadini, comitati degli stessi ed associazioni ambientaliste, stante la situazione descritta riteneva opportuno indirizzare una lettera ai sindaci di Caprarola e Ronciglione.

Nella lettera, inviata per conoscenza anche al Prefetto di Viterbo, al Direttore generale della Asl di Viterbo, al Presidente della Provincia di Viterbo, all’Assessore all’Ambiente della Provincia di Viterbo, al Presidente della Giunta Regionale del Lazio, all’Assessore all’Ambiente della Regione Lazio e all’Arpa Lazio – sezione di Viterbo, si faceva presente quanto segue: “la microcistina prodotta da questa alga (Plankthotrix rubescens)  è in grado di determinare gravissime  patologie  per la salute umana e danno alla flora e fauna lacustre. Le microcistine sono genotossiche e responsabili di epatotossicosi; nell’uomo possono provocare anche irritazione cutanea, gastroenterite e morte.

Le  tossine determinano gravi danni istologici a carico del fegato, organo bersaglio principale, dei polmoni e dei reni, esse fungono anche da promotori tumorali, come riportato dalla letteratura scientifica. Gli  effetti  sulle persone e gli animali possono così essere riassunti: epatotossicosi acuta per ingestione diretta; promozione di tumori se ingerite in dosi sub-acute per diverso tempo (tumori epatici, gastrointestinali, epiteliali); polmoniti allergiche ed epatotossicosi se respirate, analogamente ad altre sostanze prodotte dalle Cianoficee.

Le persone possono essere esposte alle tossine attraverso l’ingestione di acqua potabile, tramite la balneazione, l’inalazione di aerosol durante attività ricreative in prossimità delle aree di fioritura dell’alga, con l’assunzione di alimenti trattati e realizzati con acque provenienti dal lago, durante i trattamenti di emodialisi. La  fauna ittica che vive nel bacino e negli invasi contaminati è anch’essa esposta alle tossine così come gli animali che vivono in allevamenti, nel caso vengano abbeverati con acque contaminate dalle  microcistine, e le specie vegetali irrigate con le stesse. La flora e la fauna contaminata da queste  microcistine  possono divenire ulteriori vettori  di esposizione per le persone in quanto  spesso entrano  a far parte della  catena alimentare umana”.

A questa lettera, non faceva seguito alcuna risposta da parte dei Sindaci e pertanto l’Isde, in data 14 agosto 2008, scriveva una richiesta per ottenere copia di tutta la documentazione in possesso delle due amministrazioni relativamente alla potabilità e salubrità delle acque del lago di Vico.

Anche a questa richiesta non faceva seguito alcuna risposta, così come ad una reiterazione di queste richieste.

L’Isde richiedeva pertanto, il 5 dicembre 2008, l’intervento del Prefetto di Viterbo presso le due amministrazioni comunali.

In data 16 gennaio 2009, l’Isde incontrava la dottoressa Amalfitano, capo di Gabinetto della Prefettura di Viterbo, alla quale esponeva i motivi della preoccupazione sanitaria stante la situazione del lago.

L’Isde, nella riunione del tavolo tecnico sulle “Attività di contrasto al degrado della qualità delle acque del lago di Vico”, convocata dall’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Viterbo il 16 luglio 2009, proponeva nuovamente alcuni interventi a tutela della salute pubblica e per il risanamento del lago di Vico: un monitoraggio frequente e costante della concentrazione della microcistina nelle acque destinate a consumo umano e nelle carni dei pesci di più diffuso uso alimentare; una costante sorveglianza e verifica del funzionamento dei potabilizzatori comunali, da dotare di  ulteriori  e più  efficienti sistemi di filtrazione; la riduzione sostanziale dell’uso di fertilizzanti e fitofarmaci nelle aree adibite a coltivazione intorno al lago; l’eliminazione di ogni scarico fognario abusivo; uno studio di fattibilità per la ricerca di fonti di approvvigionamento idrico alternative a quelle lacustri; un’informazione efficace e diffusa ai cittadini relativamente ad un uso appropriato dell’acqua captata dal lago e alle possibili problematiche sanitarie derivanti dal suo utilizzo.

A seguito delle costanti segnalazioni dell’Isde sullo stato del lago di Vico, l’on. Domenico Scilipoti il  24 settembre 2009 e il  10 marzo 2010  presentava due interrogazioni parlamentari.

L’Isde con una lettera del 5 ottobre 2009 sollecitava l’intervento della Garante del servizio idrico integrato della Regione Lazio, alla quale, in un incontro successivo, illustrava  e documentava la  gravità e il persistere delle condizioni di degrado del lago di Vico e le connesse problematiche sanitarie.

 

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  1. Gli interventi necessari per il risanamento del lago di Vico e per la tutela della salute pubblica

 

Il 20 gennaio 2009  si svolgeva a Ronciglione un convegno scientifico promosso dall’Isde sul tema: “L’ecosistema del lago di Vico: problematiche generali in relazione alla potabilità e salubrità delle sue acque”.

I relatori del convegno, la dottoressa Milena Bruno dell’Istituto Superiore di Sanità; il professor Giuseppe Capelli e il professor Roberto Mazza del Dipartimento di Scienze Geologiche dell’Università degli Studi “Roma Tre”; il professor Giuseppe Nascetti, ordinario di Ecologia dell’Università della Tuscia; la dottoressa Elisabetta Preziosi, ricercatrice dell’Istituto di Ricerca sulle Acque (Irsa-Cnr), il dottor Mauro Mocci  del Coordinamento dei medici per l’ambiente dell’Alto Lazio e la dottoressa Antonella Litta, referente  per Viterbo dell’Isde, proponevano precisi interventi per la tutela della salute pubblica e per il risanamento del lago di Vico.

In particolare veniva proposto: un monitoraggio più frequente e costante dello stato delle acque, della flora e della fauna; un corretto ed appropriato uso dei potabilizzatori degli acquedotti comunali da dotare di filtri adatti a bloccare i diversi e possibili inquinanti, come l’arsenico e la tossina prodotta dell’alga rossa; l’avvio di corrette pratiche agricole volte a ridurre in modo sostanziale l’uso di fertilizzanti e fitofarmaci, e un controllo capillare di tutti gli scarichi civili nelle aree circostanti il lago.

Le conclusioni di questo convegno, come molti dei precedenti interventi dell’Isde, ribadivano, ai fini della tutela della salute pubblica, anche la necessità di un costante monitoraggio dell’alga rossa Plankthotrix rubescens e della concentrazione della sua microcistina nelle acque del lago, nelle carni delle specie ittiche di più diffuso consumo alimentare, e soprattutto nelle acque destinate a consumo umano.

 

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  1. Gli esami sulla presenza e la concentrazione della microcistina tossica e cancerogena prodotta dall’alga rossa

 

In una nota indirizzata al  sindaco di Caprarola (protocollo in arrivo n. 1270 del 12 febbraio 2009) e all’Ato1 Viterbo, inviata per conoscenza anche al comando Carabinieri Nas di Viterbo, il Dipartimento di prevenzione – Servizio igiene e sanità pubblica – sezione 4 Vetralla della Asl di Viterbo scrive: “per il noto problema “alghe tossiche” si ritiene importante ricordare che ad oggi il laboratorio Arpalazio di Viterbo, presso cui vengono portati i campioni, non può garantire la tipizzazione di specie Plankthotrix rubescens né isolare le tossine, ma rileva le Cianoficee Plankthotrix spp la cui presenza è sempre indice di possibile rischio tossico”.

La mancanza dell’adeguato rilevamento  della presenza e della concentrazione della microcistina nelle acque destinate a consumo umano  pare confermata anche dalle lettere che sempre il Dipartimento di prevenzione – Servizio igiene e sanità pubblica – sezione 4 Vetralla della Asl di Viterbo invia all’Arpa-Lazio sezione di Viterbo in data 16 aprile 2009 (n. protocollo 310),  in data 8 luglio 2009 (n. protocollo 605) e in data 28 ottobre 2009 (n. protocollo 1025); all’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Viterbo in data 16 aprile 2009 (n. protocollo 310), e da una  lettera che l’Arpa-Lazio sezione di Viterbo invia in data 23 novembre 2009 (protocollo in uscita n. 0007251) al Dipartimento di prevenzione – Servizio igiene e sanità pubblica – sezione 4 Vetralla della Asl di Viterbo.

Sempre il  Dipartimento di prevenzione – Servizio igiene e sanità pubblica – sezione 4 Vetralla della Asl di Viterbo,  nel corso della riunione del 2 marzo 2010 del  tavolo tecnico sulle “Attività di contrasto al degrado della qualità delle acque del lago di Vico” promosso dall’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Viterbo, conferma la mancanza di dati relativi alla microcistina.

Quindi dalla documentazione in possesso dell’Isde sembrerebbe che, dal 2007, anno della segnalazione della presenza dell’alga rossa Plankthotrix rubescens nelle acque del lago di Vico, non sia stata adeguatamente rilevata  e monitorata nelle acque erogate ai cittadini di Caprarola e Ronciglione  ne’ la presenza ne’ la concentrazione di questa microcistina tossica e cancerogena.

Sempre a questo proposito si fa presente che in  una nota n. protocollo 15/2010 del 15 gennaio 2010,  inviata all’Isde dall’Ato1-Lazio, si fa riferimento all’esistenza di una convenzione tra l’Ato1-Lazio e l’ISS

(Istituto Superiore di Sanità) finalizzata “al controllo algale delle acque dei laghi di Bolsena e Vico interessati da captazione idro-potabile”; e sempre in questa nota si afferma che la suddetta attività di controllo è tuttora in corso.

In una lettera  inviata  in data 21 gennaio 2010 all’Ato1-Lazio e in una inviata in data 17 febbraio 2010 al Direttore generale dell’Istituto Superiore di Sanità, l’Isde  ha chiesto di conoscere i termini dell’integrazione della convenzione tra l’Ato1-Lazio e l’ISS, a cui fa riferimento la nota n. protocollo 15/2010 del 15 gennaio 2010, i metodi scientifici con i quali vengono svolte le attività di ricerca e controllo dell’eventuale presenza delle alghe, e in particolare della microcistina  prodotta dall’alga  rossa Plankthotrix rubescens, nelle acque destinate a consumo umano, e i risultati  finora conseguiti da questa attività di controllo.

 

 

A queste richieste  non ha ancora fatto seguito alcuna risposta scritta da parte dall’ISS mentre l’Ato1-Lazio, in una nota indirizzata all’Isde, del 2 febbraio 2010, protocollo n. 37/2010,  scrive: ”… si comunica che si provvederà a fissare un apposito incontro, con la partecipazione di tutti i soggetti interessati alla problematica della qualità delle acque destinate al consumo umano captate dai laghi di Vico e Bolsena, non appena l’Istituto Superiore di Sanità potrà mettere a disposizione i primi risultati dell’attività di studio in corso sulla base dello specifico accordo di collaborazione”.

Ad oggi l’Ato1-Lazio non ci ha ancora comunicato alcuna data per l’incontro a cui  si fa riferimento nella nota.

Anche il Dipartimento di prevenzione – Servizio igiene e sanità pubblica – sezione 4 Vetralla della Asl di Viterbo, già in una nota n. protocollo 1026 del 28 ottobre 2009,  indirizzata all’Ato1-Lazio,  aveva chiesto: “di conoscere gli esiti dei campionamenti eseguiti sull’acqua potabile, per la determinazione delle ciano-tossine, campionamenti eseguiti nell’ambito della specifica convenzione tra l’I.S.S. e codesta  ATO”.

 

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  1. Il possibile rischio sanitario per le popolazioni

 

Egregi Ministri,

l’Isde vuole richiamare la vostra attenzione sul fatto evidente che la mancanza di queste necessarie e adeguate indagini ha generato e continua a generare una forte preoccupazione ed incertezza per il possibile rischio sanitario a cui possono essere state e possono essere tuttora esposte le persone e soprattutto i bambini.

Inoltre dalla documentazione in possesso dell’Isde risultano i seguenti risultati degli esami effettuati dall’Arpa-Lazio sezione di Viterbo sulle acque erogate nei comuni di Caprarola e Ronciglione:

 

  • Rapporto di prova n. 472 del 3 marzo  2008 ( prelievo presso fontana pubblica sita invia Monte Grappa a Caprarola) : Cianoficee  883.755 cellule/litro, Diatomee  5.216.310 cellule/litro , Cloroficee  64.665 cellule/litro, Microflagellati 7.371.810 cellule/litro, Fitoplancton totale 13.536.540 cellule/ litro
  • Rapporto di prova n. 473 del 3 marzo  2008 (prelievo presso  fontana pubblica  sita in piazza Cuzzoli a Caprarola):  Cianoficee 43.110 cellule /litro, Diatomee 3.664.350 cellule/litro, Cloroficee 1.250.190 cellule/litro,  Microflagellati 4.267.890 cellule/litro,  Fitoplancton totale 9.225.540 cellule/ litro
  • Rapporto di prova n. 545 del 10 marzo 2008 (prelievo presso  una fontana pubblica  sita in viale della Resistenza a Ronciglione ): Cianoficee 107.775 cellule /litro,  Diatomee 1.616.625 cellule/litro, Cloroficee 323.325 cellule/litro,  Microflagellati 2.888.370 cellule/litro, Fitoplancton totale 4.936.095  cellule/litro
  • Rapporto di prova n. 1828 del  24 giugno 2008 (prelievo presso  una fontana pubblica  sita in viale della Resistenza  a Ronciglione ): Fitoplancton totale < 21.555 cellule /litro
  • Rapporto di prova n. 1829 del  24 giugno  2008 ( prelievo presso  una fontana pubblica  sita in piazza degli Angeli a Ronciglione):  Diatomee 129.330 cellule/litro, Cloroficee 129.330 cellule/litro,  Dinoflagellati: 21.555 cellule/litro, Microflagellati 2.802.130 cellule/litro, Fitoplancton totale  3.082.365 cellule/litro
  • Rapporto di prova n. 1830 del 24 giugno  2008 (prelievo presso  una fontana pubblica  sita in via Montegrappa a Caprarola): Cloroficee 21.555 cellule/litro, Microflagellati 150.885 cellule/litro, Fitoplancton totale 237.105 cellule/litro
  • Rapporto di prova n. 1831 del 24 giugno  2008 ((prelievo presso una fontana pubblica  sita in piazza Cuzzoli a Caprarola): Cloroficee 43.110 cellule/litro, Microflagellati 2.739.040 cellule/litro, Fitoplancton totale 2.802.150 cellule/litro
  • Rapporto di prova n. 3368 del  18 dicembre 2008 ( prelievo presso la stazione di filtraggio sita in località Casilino, Ronciglione): Diatomee 107.775 cellule/litro, Cloroficee 387.990 cellule/litro,  Dinoflagellati 21.555 cellule/litro,  Crytophyceae 86.220 cellule/litro, Microflagellati 2.565.045 cellule/litro,  Fitoplancton totale 3.168.585 cellule/litro.
  • Rapporto di prova n. 3369 del  18 dicembre 2008 ( prelievo presso fontana pubblica sita in viale della Resistenza, dopo i filtri,  Ronciglione ):  Cloroficee 54.665 cellule/litro, Microflagellati 172.440 cellule /litro,  Fitoplancton totale 237.105 cellule /litro.
  • Rapporto di prova n. 3370  del  18 dicembre 2008 ( prelievo presso fontana pubblica sita in piazza degli Angeli, rete mista, Ronciglione ): Cloroficee  21.555 cellule/litro,  Microflagellati 193.995 cellule /litro,  Fitoplancton totale 215.550 cellule/litro.
  • Rapporto di prova n. 3371  del 18 dicembre  2008 (prelievo presso  il serbatoio in località Monte Tosto- dopo lago di Vico,  Caprarola ): Diatomee 129.330  cellule/litro, Cloroficee 366.435 cellule/litro, Dinoflagellati 43.110 cellule/litro, Crytophyceae 237.105  cellule/litro, Microflagellati 2.263.275  cellule/litro,  Fitoplancton totale 3.039.253 cellule/litro
  • Rapporto di prova n. 3372  del  18 dicembre 2008 (prelievo presso  una fontana pubblica  sita in via Montegrappa, Caprarola): Microflagellati  129.330 cellule/litro,  Fitoplancton totale 129.330 cellule/litro
  • Rapporto di prova n. 3373  del  18 dicembre 2008 (prelievo presso  una fontana pubblica  sita in piazza Cuzzoli- rete mista, Caprarola): Microflagellati  689.760 cellule/litro,  Fitoplancton totale 689.760  cellule/litro
  • Rapporto di prova n. 402  del 5 marzo 2009 (prelievo presso  una fontana pubblica  sita in via Montegrappa, Caprarola): Cloroficee 86.220 cellule/litro,  Microflagellati 237.105 cellule/litro,  Fitoplancton totale  323.325 cellule/litro
  • Rapporto di prova n. 403 del  5 marzo 2009 (prelievo presso una fontana pubblica sita in piazza Cuzzoli, Caprarola):  Diatomee 646.650 cellule/ litro, Cloroficee 840.645 cellule/litro, Fitoplancton totale 220.165  cellule/litro
  • Rapporto di prova n. 611 del  20 aprile 2009 (prelievo presso una fontana pubblica  sita in via Montegrappa,  Caprarola):  assenza di alghe
  • Rapporto di prova n. 612  del  20 aprile  2009 (prelievo presso una fontana pubblica  sita in piazza Cuzzoli, Caprarola):  Diatomee  451.100 cellule/ litro, Cloroficee  581. 985 cellule/litro, Cryptophyceae 21.555 cellule/litro, Fitoplancton totale 1.034.540 cellule/litro

 

In data 11 febbraio 2010, l’Isde ha ottenuto i risultati delle analisi, effettuate dalla sezione di Viterbo dell’Arpa Lazio, relative ad un campione di acqua prelevato presso il serbatoio dell’acquedotto del Comune di Caprarola, sito in località Montetosto, e a due campioni di acqua prelevati dalle stazioni di potabilizzazione, site in località Casalino e località Valle di Vico, dell’acquedotto di Ronciglione.

Le tre  campionature sono state effettuate in data 10 dicembre 2009.

I tre rapporti di prova, indicati con  protocollo n. 3405,  n. 3406 e n. 3407, evidenziano l’abbondante e costante presenza di alghe (Diatomee, Cloroficee e Microflagellati) e  in particolare  la massiccia presenza delle alghe Cianoficee a cui appartiene l’alga rossa Plankthotrix rubescens.

Il numero delle Cianoficee per litro di acqua esaminata nei tre campioni, è risultato rispettivamente di 689.760 cellule/litro, 107.775 cellule/litro e 819.090 cellule/litro.

 

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  1. La potabilizzazione delle acque del lago

 

Gli esami sopra riportati  evidenziano la persistente mancanza di una adeguata filtrazione nel processo di potabilizzazione dell’acqua proveniente dal lago di Vico nonostante siano stati eseguiti lavori di adeguamento presso i potabilizzatori dei due Comuni interessati.

Dal 2007 ad oggi, un efficace funzionamento dei potabilizzatori comunali con un altrettanto efficace processo di potabilizzazione, adeguato alla classificazione delle acque del lago e alle sue specifiche  problematiche algali, avrebbe dovuto e potuto garantire un valido sistema di protezione della salute pubblica dal rischio connesso alla presenza di alghe in generale e in particolare delle alghe Cianoficee, dell’alga Plankthotrix rubescens e della sua microcistina.

Infatti, come si legge nella già citata nota  inviata al sindaco di Caprarola (protocollo in arrivo n. 1270 del 12 febbraio 2009) e all’Ato1-Lazio, il Dipartimento di prevenzione – Servizio igiene e sanità pubblica – sezione 4 Vetralla della Asl di Viterbo scrive: “… la presenza di alghe nella rete idrica, ancorché non produttrici di tossine, può creare vari ordini di problemi, tra questi la formazione di sostanze che causano odori e sapori sgradevoli e quindi deterioramento delle qualità organolettiche, esse rappresentano anche un substrato organico che potrebbe favorire la crescita, nella rete di acquedotto, di microrganismi patogeni opportunisti con la possibilità di istaurarsi di patologie infettive nelle categorie di soggetti più deboli; infine, il cloro utilizzato nel processo di disinfezione dell’acqua reagendo con il materiale organico, come è il caso delle alghe, può formare composti clorurati/trialometani capaci di arrecare danni alla salute”.

Sempre a conferma del cattivo stato dell’impianto di potabilizzazione nel comune di Ronciglione,

in un “memorandum” redatto, in data 23/12/2009, dal  Dipartimento di prevenzione – Servizio igiene e sanità pubblica – sezione 4 Vetralla della Asl di Viterbo,  al punto n. 5 si legge: “con nota Prot.n.° 1051 del  19/12/2008, indirizzata al Sindaco del Comune di Ronciglione e allATO1, viene comunicato l’esito di sopralluogo ispettivo eseguito in data 18/12/2009 [sic] da nostro tecnico della prevenzione presso limpianto di filtraggio loc. Casalino; nel corso del sopralluogo viene evidenziato lo stato di fatiscenza del manufatto che accoglie l’impianto e la condizione di bay-pass [sic] dal sistema di filtraggio, pertanto si invitano gli Enti al  ripristino immediato del filtraggio dellacqua prelevata dal lago e alla sistemazione della struttura”.

La  persistente mancanza di un efficiente  sistema di potabilizzazione dell’acqua nel comune di Ronciglione è confermata  anche dalla relazione dal titolo “Verifica delle condizioni tecnico-qualitative dell’acquedotto comunale di Ronciglione – Vt” redatta dalla società SIF (Sistema Integrato di Fitodepurazione) per conto del Comune.

Questa relazione, con una  lettera (n. protocollo 10351 del 17.06.08), predisposta dall’Ufficio  tecnico comunale,  fu  inviata alla ditta soc. AlbaCoop, che insieme alla ditta Hydrocon di Campagnano Romano,  dal 2003 aveva l’incarico di effettuare i  servizi di manutenzione e controllo della rete idrica comunale, come si legge in una lettera sempre dell’Ufficio tecnico comunale dell’11 dicembre 2007 (n. protocollo 18460) indirizzata al Comando Carabinieri tutela ambiente – nucleo operativo ecologico di Roma.

 

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  1. Una recente ordinanza del sindaco di Ronciglione

 

Una conferma del malfunzionamento del sistema di potabilizzazione si ravvisa nell’ordinanza n. 12/2010 del sindaco del Comune di Ronciglione:“…attraverso sopralluoghi effettuati dal Consulente comunale congiuntamente a personale tecnico incaricato dal Comune, nonché da ultimo attraverso sopralluogo dei Nas di Viterbo in data 31.1.2008, fu accertato che le stazioni di filtraggio dell’acquedotto comunale risultavano disattivate dal maggio2002, allorquando i tecnici collaudatori dei  lavori di realizzazione delle nuove opere di presa del bacino lacustre di Vico avevano riscontrato la inadeguatezza degli stessi rispetto alla pressione d’esercizio dell’acqua e l’amministrazione comunale ne aveva disposto il bypass”.

 

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  1. La richiesta di documenti relativi allo stato attuale e pregresso degli impianti di potabilizzazione

 

In data 13 gennaio 2010 l’Isde, dopo averne reiterato la richiesta, ha ricevuto dall’Ufficio tecnico del Comune di Ronciglione una lettera – n protocollo 24149 del 29 dicembre 2009 – recante a oggetto: “Relazione sui lavori agli impianti di potabilizzazione dell’acquedotto comunale”.

In questa relazione si legge che i lavori, definiti “di somma urgenza” (interventi sulle stazioni di filtraggio site in località “Valle di Vico” e località “Casalino” e stazione di sollevamento delle acque sita in località “Abboccadore”),  sono stati affidati  in data 31/03/2009 ad una ditta esecutrice.

L’Isde, per meglio comprendere da quanto tempo persiste questa gravissima situazione di non adeguata ed efficace (se non addirittura assente) filtrazione dell’acqua proveniente dal lago, e quindi per una valutazione del rischio sanitario, ha chiesto ai  Sindaci di Ronciglione e Caprarola  informazioni  e documenti relativi allo stato attuale e pregresso dei potabilizzatori in uso presso l’acquedotto comunale e i documenti relativi alle verifiche tecnico-qualitative degli impianti di potabilizzazione e alla loro manutenzione.

Sempre per  valutare il rischio sanitario a cui può essere stata esposta e può essere ancora esposta la popolazione, è stata richiesta  al Dipartimento di prevenzione – Servizio igiene e sanità pubblica della Asl di Viterbo e al  Dipartimento di prevenzione – Servizio igiene e sanità pubblica – sezione 4 Vetralla della Asl di Viterbo, la copia dei verbali  di prelievo e d’ispezione alle centrali di potabilizzazione degli acquedotti comunali di Caprarola e Ronciglione  a partire dal 2004.

 

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  1. Il rapido peggioramento della situazione e la presenza di nuovi inquinanti

 

Egregi Ministri della Salute e dell’Ambiente,

la situazione del lago di Vico sembra andarsi aggravando di giorno in giorno, nella giornata del 24 marzo 2010 c’è stata una nuova ed intensa fioritura dell’alga rossa che ha interessato larga parte della superficie lacustre.

Dati recenti, presentati ad una riunione presso la Provincia di Viterbo del tavolo tecnico istituito ad hoc (ed a cui l’Isde partecipa dal 31 ottobre 2008), svoltasi il  2 marzo 2010, convocata sul tema “Attività di contrasto al degrado della qualità delle acque del lago di Vico” dall’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Viterbo, hanno confermato la presenza nelle acque del lago di valori elevati di Arsenico (As) ed hanno evidenziato anche altre sostanze tossiche e cancerogene, di norma estranee alle acque del lago e delle quali è necessario individuare urgentemente  la provenienza: Mercurio, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), e nei suoi sedimenti alte concentrazioni di Arsenico – 647 mg/kg SS (valore soglia 20 mg/kg SS) -,  Cadmio – 12 mg/kg SS (valore soglia 2 mg/kg SS) –  e  Nichel – 566 mg/kg SS (valore soglia 120 mg/kg SS).

Gli elementi tossici presenti nei sedimenti del lago possono essere mobilitati e captati dalle prese degli acquedotti e così essere immessi nella rete idrica di distribuzione.

Questi recenti dati insieme alle analisi effettuate dall’Arpa Lazio – sezione di Viterbo che continuano a mostrare, nelle acque destinate a consumo umano, una presenza ed un quantitativo rilevante di alghe e in particolare di alghe cianoficee, accrescono notevolmente la preoccupazione per i possibili rischi sanitari: più elementi tossici e cancerogeni, infatti, come scientificamente dimostrato, possono determinare rischio e danno alla salute con meccanismi di interazione ed amplificazione diversi da quello della sola e semplice sommazione delle diverse concentrazioni dei singoli elementi nocivi.

 

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  1. Alla luce di quanto esposto l’Isde di Viterbo chiede l’intervento urgente dei ministeri in indirizzo

affinché:

 

  1. a) siano predisposte ed individuate immediatamente fonti alternative di approvvigionamento idrico per tutta la popolazione, per gli esercizi commerciali, per le scuole, per l’ospedale e per le industrie alimentari locali nel rispetto del Principio di Precauzione;
  2. b) siano avviate immediatamente opere di risanamento dell’ecosistema lacustre e sia garantita acqua potabile e sicura alle comunità di Caprarola e Ronciglione come previsto dal Decreto Legislativo del 2 febbraio 2001;
  3. c) si dia inizio alla tutela e alla bonifica di tutta l’area circostante il lago di Vico in quanto risorsa idrica destinata a consumo umano, come previsto dal Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n. 152, in particolare dall’art. 21 “Disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano”;
  4. d) sia avviato un adeguato e frequente monitoraggio di tutte le sostanze tossiche che possano essere presenti nelle acque destinate a consumo umano, anche in considerazione degli elementi tossici rilevati recentemente nei sedimenti del lago, i quali possono essere mobilizzati e captati dalle prese degli acquedotti comunali, soprattutto nei periodi in cui il livello delle acque del lago viene ridotto mediante l’apertura di un accesso che immette le acque del lago in un emissario denominato Rio Vicano;

 

  1. e) si avvino studi di monitoraggio e sorveglianza di lungo periodo dello stato di salute della popolazione che è stata esposta e continua ad essere esposta ai possibili inquinanti presenti nelle acque erogate per uso umano;

 

  1. f) siano resi noti quali interventi previsti dal decreto del Presidente della Regione Lazio del 14 novembre 2007, n. 715, sono stati finora realizzati o sono in fase di realizzazione relativamente alle problematiche del lago di Vico;

 

  1. g) si dia risposta alla richiesta formulata dalla Garante del servizio idrico integrato della Regione Lazio nella sua lettera n. protocollo 2062/Sp del 13 giugno 2008, relativa a chiarimenti circa un intervento denominato “approvvigionamento idropotabile del lago di Vico che indica la presenza di un progetto approvato di euro 2.212.000,00 a copertura finanziaria totale con ente appaltante Autorità d’Ambito 1 Lazio Nord-Viterbo- Soggetto gestore del servizio Idrico Integrato che non risulta in corso di realizzazione”;

 

  1. h) come previsto dal Decreto Legislativo del 2 febbraio 2001 n. 31, siano convocate assemblee pubbliche e attivate forme di informazione, nelle quali i dirigenti del Dipartimento di prevenzione – Servizio igiene e sanità pubblica della Asl di Viterbo, insieme ai Sindaci delle due amministrazioni comunali, informino i cittadini sulla situazione sanitaria e diano consigli ed istruzioni, in attesa di interventi risolutivi, per un corretto utilizzo dell’acqua teso a ridurre il rischio sanitario;

 

  1. i) l’arsenico, che solo per deroga regionale può essere presente con valori più elevati rispetto a quanto previsto dal D. Lgs. 31/2001 (valore limite di 10 microgrammi/litro che con la deroga arriva a 50 microgrammi/litro), proprio in considerazione della sua cancerogenicità e della sua interazione con le altre possibili sostanze tossiche derivanti dal degrado e dall’inquinamento del lago di Vico, sia ricercato e dosato con una maggiore frequenza rispetto a quanto fatto in passato e rispetto al numero minimo di controlli previsti in condizioni di routine e in aree non sottoposte a provvedimenti di deroga;

 

  1. l) sia valutato e reso noto il livello di radioattività delle acque del lago come previsto sempre dal Decreto Legislativo del 2 febbraio 2001 n. 31 e dalla  Raccomandazione della Commissione Europea del 20 dicembre 2001 “sulla tutela della popolazione contro l’esposizione al radon nell’acqua potabile”, anche in considerazione delle peculiari caratteristiche del territorio viterbese il cui sottosuolo è ricco del gas radioattivo radon;

 

  1. m) sia effettuata (qualora non si sia già provveduto) la rivalutazione della classificazione delle acque del lago di Vico stante l’attuale e peggiorativa situazione d’inquinamento, e reso pubblico l’esito di essa;

 

  1. n) sia intensificato e reso noto il monitoraggio della concentrazione della microcistina nelle carni dei pesci di più largo consumo alimentare e vendita;

 

  1. o) siano rese note e disponibili alla consultazione dei cittadini tutte le analisi sinora eseguite per rilevare la presenza e la concentrazione della microcistina prodotta dall’alga rossa nelle acque del lago di Vico, nelle acque destinate a consumo umano, nelle carni delle specie ittiche destinate alla vendita per uso alimentare, nei pozzi, nelle acque utilizzate presso le scuole, l’ospedale di Ronciglione, i pubblici esercizi e le industrie alimentari;

 

  1. p) siano resi noti i termini, lo stato e gli eventuali esiti della convenzione tra l’ISS ( Istituto Superiore di Sanità) e l’Ato-1 Lazio finalizzata “al controllo algale delle acque dei laghi di Bolsena e Vico interessati da captazione idro-potabile”, come scritto nella nota del 15 gennaio 2010 – n. protocollo 15/2010 inviata dall’Ato-1 Lazio all’Isde di Viterbo;

 

  1. q) sia subito avviato uno studio di fattibilità finalizzato alla realizzazione di pozzi, che dotati di dearsenificatori possano fornire acqua di migliore qualità e maggiore sicurezza con un più facile e meno costoso processo di potabilizzazione e manutenzione degli impianti, in quanto il lago di Vico è un sistema idrico aperto e quindi costantemente vulnerabile ed aggredibile da molteplici ed eterogenei fattori d’inquinamento, sia esogeni che endogeni;

 

  1. r) siano predisposti immediatamente impianti pilota per lo studio delle problematiche e la purificazione delle acque del lago a tutela della potabilità e salubrità delle acque destinate a consumo umano.

 

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In attesa di un cortese ed urgente riscontro, si inviano distinti saluti,

 

dottoressa Antonella Litta

referente per Viterbo dell’Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde

 (International Society of Doctors for the Environment – Italia)

 

Viterbo, 30  marzo 2010

 

 

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