E adesso mettetevi la bandiera siriana o palestinese nel profilo di Facebook


 
ATTENZIONE:Non cliccate su play se non avete un cuore di pietra.

La solidarietà verso le vittime degli attentati terroristici non è in discussione. Siamo sconvolti, attoniti di fronte alla morte di tante persone innocenti. Non vorremmo mai che capitasse a noi, ai nostri figli, ai nostri amici. Se potessimo riavvolgere il tempo, impedire alla violenza barbara e inumana di irrompere nel nostro mondo, se potessimo continuare a credere alle favole, ad occuparci di comprare i regali di Natale, tornare a quando eravamo bambini e tutto ci sembrava bello, buono e amorevole, lo faremmo subito.

Ma non possiamo. Quello che possiamo fare, però, è contribuire a rendere un po’ di giustizia alle vittime. E la giustizia si accompagna sempre alla verità. E la verità è quella che dovrebbero raccontarvi i giornalisti. Se l’avessero raccontata, forse tutto questo non sarebbe successo. Se invece di aprire le prime pagine dei giornali con le bizzarrie di Corona e gli scontrini di Marino, vi avessero raccontato quello che stavamo facendo in Medio Oriente, nelle vesti di occidentali, forse l’opinione pubblica avrebbe reagito per tempo, e avremmo smesso di farlo. E anche ora, dopo che l’inevitabile si è manifestato, se invece di scatenare la caccia all’Islam vi raccontassero cos’è davvero l’ISIS, come è nato, per mano di chi e chi l’ha finanziato, mostrandovi i documenti della stessa intelligence USA, forse oggi i popoli dell’occidente farebbero l’unica cosa saggia e giusta per onorare i caduti del terrorismo: toglierebbero il mandato alla politica che l’ha sostenuto e consentito (partecipando all’invasione di territori che non le appartenevano, rinforzando alleanze con paesi responsabili della creazione e del finanziamento di uomini mantenuti nella disperazione e nell’ignoranza, permettendo alle proprie aziende di vendere armi agli Stati canaglia che poi le consegnano alle formazioni estremiste) e inizierebbero una politica di pace, finalizzata a rendere prosperi, autonomi e indipendenti le zone mediorentali che sono state occupate non solo allo scopo di garantirsi l’approvvigionamento dei combustibili fossili, ma anche l’isolamento geopolitico progressivo della Cina.

Se tutto questo i giornalisti ve l’avessero raccontato, anziché lasciare soli i pochi reporter di guerra che avevano il coraggio di sfidare la cortina di ferro delle informazioni militarizzate, mandandoli a morte sicura, oggi forse Charlie Hebdo continuerebbe ad essere la redazione di un giornale satirico dove si sfidano i conformismi senza paura di pagare con la vita, e il Bataclan continuerebbe ad essere un teatro dove si va per guardare uno spettacolo, non per morire. Se tutto questo i giornali ve l’avessero mostrato per tempo, allora Facebook, prima ancora di proporvi di mettere i colori della bandiera francese sulla foto del vostro profilo, vi avrebbe proposto di mettere i colori della bandiera siriana, o della bandiera palestinese. Perché le vittime, quando sono innocenti, sono innocenti sempre, e sono ugualmente esseri umani uccisi in maniera atroce, sia che si chiamino Valeria, sia che si chiamino Ibrāhīm.

Se video come quello che vi sto mostrando, i giornalisti che chiamano alla vendetta l’avessero mostrato prima, se avessero avuto il coraggio di sfidare l’imperialismo dell’informazione moralizzatrice e totalizzante che, attraverso l’imposizione del conformismo, gli paga lo stipendio, l’assicurazione, la casa, i benefit, oggi probabilmente tutto questo non sarebbe successo. Invece continuiamo ad essere invasi da articolesse pavide e intrise di propaganda, senza nessun mea culpa, senza alcuna analisi del nostro ruolo cruciale nella nascita di questo nuovo medioevo, senza nessuna ricerca della verità, se non la partecipazione a un rito tribale, dove il branco si lancia in una caccia alle streghe uccidendo chiunque incontri sulla propria strada, spalancando così le porte di un futuro senza speranza, dove la violenza chiamerà violenza, la distruzione chiamerà distruzione e la morte tornerà a farci visita.

Se esiste un al di là, sono sicuro che le vittime degli attentati di Parigi, di Londra, di Madrid, del Mali, delle Torri Gemelle ora siedono intorno al fuoco insieme alle vittime dei nostri bombardamenti in Siria, delle nostre armi al fosforo bianco a Fallujah, dei nostri bombardamenti sui treni di civili e sugli ospedali dei balcani, della nostra indifferenza in Palestina. Siederanno e pregheranno per noi, perché ancora non capiamo. Perchè, ancora una volta, ci stiamo preparando con le nostre mani un destino che solo un’operazione di verità potrebbe scongiurare. Un’operazione verità che nessuno, purtroppo, ha il coraggio di fare.

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