Riflessioni dopo l’attentato di Parigi

Questo testo è stato scritto dal rettore dell’università di Firenze e pubblicato sulla sua pagina facebook

di LUIGI DEI

Oggi tutti siamo tristi ed il motivo di questa terribile mestizia è il terrorismo, che non dà pace al popolo europeo, di questo terrorismo che si scatena, che turba la vita del nostro Continente. Noi sappiamo chi sono, chi vuole distruggere questa nostra Europa democratica, la cui conquista molto è costata al popolo europeo.
Penso alle famiglie che piangono in questi giorni i loro cari, vittime del terrorismo. Ed allora, pensando a questo terrorismo che si è scatenato in Europa, mi chiedo ancora: come possiamo combattere questo devastante morbo, senza farsi prendere dalle semplificazioni ruvide, che comunque non risolvono il problema? Come possiamo proteggere le nostre società che sebbene imperfette, riescono a far convivere etnie, culture e religioni diverse?
È un interrogativo che pongo a me stesso, che devono porsi tutti coloro che hanno a cuore le sorti del popolo europeo e della democrazia. Ma vi è un conforto per me, una luce si accende in questa mia amarezza, una luce di speranza e di conforto, ed è che il popolo europeo, ormai multietnico e multiculturale, ha dimostrato di saper affrontare queste sventure con molta dignità, con molto coraggio e con molta fermezza, a partire dalla terribile strage di Madrid del 11 marzo 2004.
Il nostro popolo deve dimostrare coraggio, fermezza e spirito di fraterna solidarietà nell’affrontare il terrorismo. Il popolo europeo intende fare barriera contro il terrorismo per difendere la democrazia e le Repubbliche nazionali. Prendiamo atto di questa volontà del popolo europeo intero, che professa varie religioni, ma che ha a cuore la convivenza civile e democratica. Il popolo europeo merita tutta la nostra ammirazione ed il nostro rispetto.

Io sono orgoglioso di appartenere a questo nuovo popolo europeo nato dalle ceneri del secolo breve e terribile. Ripeto, il popolo europeo non si considera superiore ad altri popoli, ma non è neppure inferiore agli altri popoli. Bisogna essere degni del popolo europeo. Non è degno del popolo europeo colui che compie atti di disonestà. I corrotti ed i disonesti sono indegni di appartenere al popolo europeo, e devono essere colpiti senza alcuna considerazione.
Io credo nei giovani, in tutti i giovani, qualsiasi religione professino, lo vado sempre ripetendo. Ho sempre discusso con loro, discuto con loro, intreccio con loro un colloquio, una conversazione come fossimo antichi amici. Mi sento porre delle domande e dei quesiti molto seri. Quindi la nostra gioventù è seria. E’ vero, vi è una frangia di giovani che si danno alla violenza, che si mettono sulla strada della droga o del fanatismo, ma è una minoranza. La stragrande maggioranza dei giovani, di qualsiasi etnia e religione, è molto più seria di quanto ne pensino certi anziani. Guai a noi se non credessimo nei giovani, dovremmo disperare dell’avvenire della nostra Europa, perché non siamo più noi anziani che rappresentiamo questo avvenire, lo rappresentano i nostri giovani.
Ed allora io a tutti i giovani dico questo. Voi avete il cuore pieno di speranze e noi abbiamo la nostra esperienza. Camminiamo dunque insieme, da buoni amici, voi con le vostre ansie, con le vostre speranze, con le vostre aspirazioni, con i vostri “credo”, noi con la nostra esperienza. Camminiamo insieme nell’interesse dell’Europa e di un mondo in cui si affermino realmente, e non solo a parole, i principi di giustizia sociale.
Il mio pensiero ancora si rivolge a coloro che nel mondo lottano contro la fame e contro la miseria. Vedete, donne e uomini europei, mentre io vi parlo milioni e milioni di creature umane stanno morendo di fame. 842 milioni di persone hanno fatto la fame nel 2014, in un mondo che produce alimenti che potrebbero servire ad una popolazione molto superiore a quella attuale. Più di 700 milioni non hanno accesso all’acqua potabile e 1.000 milioni di persone fanno i loro bisogni all’aria aperta. Questa strage di innocenti pesa come una condanna sulla coscienza di tutti gli uomini di Stato. Si, sembra un sogno il mio, quando dico che bisognerebbe arrivare al disarmo totale e controllato.
Con le guerre nulla si risolve. Ed il denaro che oggi si spende e si sperpera, secondo me, per costruire ordigni di morte che, se domani, per dannata ipotesi fossero usati farebbero scomparire l’umanità dal nostro Pianeta, si usi invece, per sollevare dalla fame tanti esseri umani, per combattere la fame nel mondo. Ecco, si esalti la vita e si cerchi di condannare invece tutto ciò che può causare la morte dell’umanità,

a partire da questo orribile terrorismo.
È con questi sentimenti e con questi propositi che mi sono preso l’ardire di attualizzare le parole del discorso di fine anno 1980 di Sandro Pertini, un Presidente che ha vissuto in un’Italia che ha visto, fra terrorismo fascista, stragi di Stato, Brigate Rosse, mafia, ‘ndrangheta, camorra centinaia e centinaia di vittime innocenti al pari delle 129 di ieri a Parigi. All of you’re missing, All of you RIP.

 

da firenzerepubblica.it

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