Tutele sull’acqua pubblica, la Regione modifica la legge

«Passo decisivo per la tutela dei cittadini e la valorizzazione del patrimonio pubblico», il commento di Zingaretti
di Redazione Roma online roma corriere.it
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Il Consiglio regionale del Lazio ha modificato la legge regionale sull’acqua pubblica. La normativa era stata impugnata dal Governo davanti alla Corte costituzionale. Approvati dall’assise una serie di adattamenti, con l’intento di dissipare prima della pronuncia della Consulta i dubbi di costituzionalità avanzati dal Consiglio dei ministri. La legge del 2014 n. 5 «Tutela, governo e gestione pubblica delle acque» è stata oggetto di osservazioni da parte del Governo in alcuni articoli. L’impugnativa riguardava l’invasione delle competenze esclusive dello Stato in materia di concorrenza, di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, di ordinamento civile dello Stato, oltre a non esser conforme ad alcune norme europee. Ora quelle norme sono scomparse o sono state riscritte sulla base di una proposta della Giunta guidata da Nicola Zingaretti.

Acqua patrimonio pubblico

Altre sono state riaffermate, come la proprietà pubblica delle reti idriche (su iniziativa del centrodestra, primo firmatario Francesco Storace, la Destra). Altre sono state introdotte, sempre con il parere favorevole dell’assessore all’Ambiente, Fabio Refrigeri, come una banca dati delle risorse idriche o la promozione dell’approvvigionamento idrico dei soggetti in situazioni di svantaggio: l’assessore ha anche annunciato come imminente un altro passo in materia di acqua pubblica, la disciplina degli ambiti di bacino idrografico. Grazie alle nuove norme la Regione cerca ora di assicurare il rispetto delle regole della concorrenza e di precisare le modalità di revoca delle concessioni (al concessionario spetterà una riduzione del canone e non sarà dovuto alcun indennizzo). «Passo decisivo per la tutela dei cittadini e la valorizzazione del patrimonio pubblico», il commento di Zingaretti.

Regole sulla concorrenza

Il nuovo testo, ha precisato il Governatore, prevede che «l’Autorità d’ambito di bacino idrografico dovrà agire nel pieno rispetto delle regole della concorrenza, superando così la precedente formulazione e, in conformità al principio del non indennizzo, stabilisce che in caso di revoca della concessione sia riconosciuto al concessionario non un `rimborso´ ma la riduzione del canone demaniale di concessione». Legge «applicabile in tempi certi e con ampia partecipazione del comitato promotore della legge di iniziativa popolare», ha sottolineato la consigliera regionale Pd Cristiana Avenali; obiettivo raggiunto, hanno detto Gino De Paolis e Marta Bonafoni, capogruppo e consigliera Sel alla Regione, ovvero «l’esclusione della finalità di lucro legata alla gestione della risorse idrica, pur mantenendo gli equilibri economici e finanziari della gestione stessa».

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