Dopo le polemiche e le indagini della procura per la decisione del primo cittadino di riallacciare le risorse idriche agli occupanti abusivi, l’amministrazione Pd è intervenuta sullo statuto
di Annalisa Dall’Oca | 22 settembre 2015
L’amministrazione di Bologna l’ha scritto nero su bianco, modificando l’articolo 2 del proprio Statuto. “Il Comune riconosce l’acqua quale patrimonio dell’umanità e lo status dell’acqua come bene comune pubblico”. E’ stato approvato con i voti favorevoli di Pd, Sel, Centro democratico, M5S e l’ex grillina Federica Salsi, (astenuti Forza Italia, Lega Nord e Ncd), il provvedimento intitolato “il diritto dell’acqua”, che afferma ufficialmente e istituzionalmente “l’accesso all’acqua come diritto naturale, inalienabile di ogni essere vivente”. Un tema che in passato aveva scatenato più di una polemica a Bologna, e tra le fila del Pd, quando il sindaco democratico Virginio Merola aveva ordinato il ripristino della fornitura d’acqua in due stabili occupati abusivamente, lo scorso inverno, da circa 350 persone, in via De Maria e in via Fioravanti, molte delle quali minorenni.
E che, sempre al primo cittadino, è costata anche un’indagine della Procura di Bologna, che lo vede indagato per abuso d’ufficio. Sul tavolo, infatti, c’è il contestato articolo 5 del Piano Casa voluto dall’ex ministro Maurizio Lupi, che prevede che “chiunque occupi abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allacciamento a pubblici servizi in relazione all’immobile medesimo e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge”. Al centro dell’inchiesta, quindi, sono finite le ordinanze emesse dal sindaco. Maturate però, spiega il legale di Merola, Vittorio Manes, “in una situazione peculiare, dettata dall’urgenza e dalla necessità di tutelare interessi costituzionalmente garantiti dei soggetti vulnerabili, come i minori coinvolti. E finalizzate a proteggere diritti fondamentali”.
E tuttavia Merola aveva tirato dritto, appoggiato dall’assessore al Welfare Amelia Frascaroli, “ha fatto ciò che doveva – spiega l’ex candidata a sindaco vicina a Sinistra ecologia e libertà al fattoquotidiano.it – spero che la sinistra, se esiste ancora, se ne ricordi e modifichi quell’articolo”, da una fetta del Pd, da Sel, e con il benestare anche del Movimento 5 Stelle: “L’acqua – dice Massimo Bugani, attuale candidato in pectore a sindaco per le prossime amministrative – l’avrei riallacciata anch’io”.