La regione non vuole le ferrovie: esempio La ferrovia Roma Nord

Con il nuovo orario in vigore dal 14 settembre 2015 la Regione Lazio ha distrutto completamente la Ferrovia Roma Nord.

Alcuni giustificano lo “spezzettamento della ferrovia”, con ritardi di minore entità solo nella tratta
interessata e non su tutta la linea.
Ma non é così, venendo da Viterbo, giunto a Catalano, dopo una sosta di 26 minuti, il treno per Roma
non poteva partire per il ritardo del convoglio di Piazzale Flaminio o Montebello.
Il bus che da Montebello va a Viterbo, toccando i paesi percorsi dalla ferrovia, impiega due ore e 40 minuti
su un percorso estremamente critico e  pericoloso. Occorre aggiungere trenta minuti di sosta a Catalano.
Il treno impiegava due ore e trentasette minuti partendo da piazzale Flaminio.
Il viaggio da Montebello (attenzione non piazzale Flaminio) a Viterbo é ora di due ore e 41 minuti,
senza considerare la sosta di 30 minuti a Catalano.
Basterebbe installare sette, otto passaggi a livello per avere un treno che tocca una miriade di paesi ad
andatura e tempi di percorrenza ragionevoli.
Non si “manda alle ortiche” un patrimonio  esistente di questo valore. I treni storici stanno scomparendo.
La tratta Viterbo Civita Castellana non esiste più, poiché chi viene da Viterbo deve effettuare a piedi
oltre due chilometri, o aspettare sotto il sole o la pioggia a Catalano la coincidenza che passerà dopo
10/15 minuti.
Non riesco a capire questo silenzio da parte di tutti difronte ad un comportamento che “tanquam non esset”
smantella lentamente tratta dopo tratta. Prima toccherà a Viterbo – Catalano, poi a Catalano –  Montebello.
Sul bus, la macchinetta per validare i titoli di viaggio, non accetta i biglietti della ferrovia, nessun controllo
si é visto su treno o sul trasporto su gomma. Tutti viaggiano gratis, ogni giorno la Regione getta al vento
un patrimonio.
Eppure, con i costi impossibili del carburante, la ferrovia sta richiamando sempre più, maggiore utenza.
Gianfranco Lelmi
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