Questo l’articolo in cui si dice che la Talete è ormai al collasso e presenterà i libri in tribunale.
Viterbo – Il rosso in bilancio comunicato ai soci – Futuro incerto per dipendenti e servizio idrico
Talete in rosso per quattro milioni e 300mila euro, la società idrica in liquidazione.
La sostanziosa perdita è stata comunicata ieri ai soci e adesso i passaggi si fanno obbligati.
Va convocata l’assemblea, verosimilmente il 25 e 26 agosto, dove si parlerà appunto del bilancio, quindi la due diligence e il lavoro portato avanti dalla società di revisione.
Quindi i provvedimenti in qualche modo obbligati.
O i soci, ovvero i comuni, ricapitalizzano o Talete va in liquidazione.
Provvedimento da prendere in un’assemblea successiva a quella del 26.
E il servizio? Essendo essenziale non può essere interrotto. Sarà il giudice che dovrà garantire la continuità aziendale.
Talete ha pure 150 dipendenti. In queste ore non staranno dormendo sonni tranquilli. Se si dovesse attivare la procedura di liquidazione, continueranno a svolgere il loro lavoro, in attesa di capire qualcosa sul futuro, mentre si attivano procedure com il concordato fallimentare.
Se il giudice dovesse accordarlo, si bloccano pignoramenti e decreti ingiuntivi. Scene già viste per altre società pubbliche e oggi drammaticamente vicine per Talete.
Perché la salvezza dai comuni finora non è arrivata e appare improbabile che accada il miracolo.
E’ stato a più riprese deciso di ristrutturare il debito della società idrica, ma solo a parole.
Sono stati indetti consigli comunali per ribadire che la gestione dell’acqua deve essere pubblica, ma di ricapitalizzare nessuno ha parlato. O meglio, se ne è parlato anche troppo, ma sul concreto, zero.
Il comune di Viterbo ha deciso, invece, di spalmare il credito che vanta in trent’anni. Segno che già da tempo nutre dubbi sul futuro di Talete.
E gli altri comuni? Lo scenario si fa complicato pure per gli enti locali. Che potrebbero decidere di rinunciare ai crediti vantati per ricapitalizzare la società. O magari ragionare su realtà quali il Siit in un piano di razionalizzazione, ancora operativo. Ma forse è tardi.
E se tutto dovesse avverarsi, come sarà il dopo Talete? Si costituirà un altro carrozzone, un consorzio governato dagli stessi meccanismi finora visti con Talete?
La politica ha già dato su questo fronte e dimostrato di fare acqua da tutte le parti. E l’affidamento al gestore capitolino, salvo miracoli, appare la più probabile.