Un protocollo internazionale per il diritto umano all’acqua

Un protocollo internazionale per il diritto umano all’acqua

Il Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull’Acqua si fa portavoce di un nuovo importante obiettivo: garantire, entro il 2020, il diritto umano all’acqua e ai servizi igienici per tutti e l’attuazione del riconoscimento del diritto umano all’acqua della risoluzione delle Nazioni Unite del luglio 2010. Lo strumento necessario per garantire questo diritto essenziale è un trattato di diritto internazionale, firmato dagli Stati, che definisca a livello sostanziale e procedurale, come raggiungere questo diritto.

26.05.2015 Redazione Italia pressenza.com (Foto di www.waterhumanrighttreaty.org)

La proposta è stata lanciata il 21 maggio in occasione del Convegno “Water, Energy, Food (The Nexus approach)” promosso dalla Cooperazione italiana presso la Cascina Triulza a Milano.

L’obiettivo della campagna, sostenuta anche da Mani Tese, Ce.Vi. e Cospe è quello di individuare, attraverso la mobilitazione dei cittadini, delle reti internazionali, dei movimenti sociali, ONG e associazioni, un gruppo di Stati e istituzioni disposti ad avviare negoziati per un secondo protocollo al Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e culturali che definisca le modalità di realizzazione di un “diritto umano all’acqua e ai servizi igienico‐sanitari”.

“E’ necessario chiedere ‐afferma Rosario Lembo Presidente di Cicma‐ alla comunità internazionale di stabilirenorme giuridicamente vincolanti per il diritto all’acqua per realizzare la risoluzione (64/292 luglio 2010), che ha sancito che ‘il diritto all’acqua potabile e ai servizi igienici è un diritto umano essenziale per la qualità della la vita e l’esercizio di tutti i diritti umani’. Si è susseguita poi la risoluzione del Consiglio per i Diritti Umani (15/09 settembre 2010), che afferma che ‘il diritto fondamentale all’acqua e ai servizi igienicosanitari è associata al diritto ad un adeguato standard di vita ed è indissolubilmente legata al miglioramento della salute fisica e mentale e dei servizi igienico‐sanitari come un diritto alla vita e alla dignità’ e sancisce (art. 8, comma a) che spetta agli Stati in prima istanza, la responsabilità di garantire il pieno esercizio di tutti i diritti dell’uomo. Dopo cinque anni non vi è ancora stata alcuna attuazione concreta, mentre l’urgenza di sancire i diritti umani attraverso strumenti giuridici internazionali nell’attuale processo di globalizzazione è una priorità”.

In questo momento la campagna è anche uno strumento importante per difendere un diritto fondamentale come quello all’acqua e contrastare le minacce ai diritti umani provenienti da trattati internazionali, come TTIP, CETA, l’EPA, che mirano ad influenzare la sovranità degli Stati e limitare le restrizioni imposte dalle leggi nazionali, anche costituzionali, in difesa dei diritti umani sanciti la Dichiarazione delle Nazioni Unite.

La campagna WaterHumanRightTreaty è quindi una proposta di azioni aperte al contributo e alla condivisione di movimenti, reti, comitati impegnati nella difesa dell’acqua e dei diritti umani che vogliono contrastare il processo di accaparramento e la finanziarizzazione dei beni comuni e vogliono sottrarre alle multinazionali e al libero mercato, la “governance” dei beni comuni del nostro pianeta.

 Maggiori informazioni su: www.waterhumanrighttreaty.org

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