Approvate le linee guida italiane per la tutela delle acque

acqua

[27 marzo 2015] da greenreport

Eleonora Santucci
Sono arrivate le linee guida per la tutela dell’ambiente acquatico e dell’acqua potabile, per la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari e dei relativi rischi nei Siti Natura 2000 e nelle aree naturali protette. E’ stato infatti pubblicato sulla Gazzetta ufficiale  di ieri il relativo decreto ministeriale.

Le Linee Guida di indirizzo – coerentemente con quanto previsto dal Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (Pan), approvato con DM interministeriale 22/01/2014 – individuano una serie di misure e i relativi criteri di scelta per la riduzione dei rischi per tutelare l’ambiente acquatico, l’acqua potabile e la biodiversità.

Si tratta, infatti, di misure per la mitigazione dei rischi associati alla deriva, al ruscellamento e alla lisciviazione dei prodotti fitosanitari, nonché alla loro limitazione, sostituzione ed eliminazione. Così come di misure specifiche di mitigazione del rischio, che possono essere inserite nei piani di gestione e nelle misure di conservazione dei Siti Natura 2000 e delle aree naturali protette, in funzione degli obiettivi di tutela. E misure complementari da prevedere in associazione alle misure di riduzione del rischio.

La valutazione delle misure da adottare è lasciata alle Regioni e alle Province autonome o agli Enti preposti alla tutela delle acque e delle aree protette e de Siti Natura 2000, che operano scelte appropriate in funzione di specifici obiettivi e dei relativi strumenti da attivare. Le Autorità competenti valutano l’opportunità della scelta di ciascuna misura e della successiva connotazione dell’intervento, in relazione alle specifiche caratteristiche territoriali e al livello di protezione necessario per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla normativa.

Le misure volte alla tutela dell’ambiente acquatico e delle aree protette e Siti Natura 2000, sono descritte in termini generali e non sono vincolanti, e prescindono da qualsiasi riferimento programmatico definito dalle Regioni e Province autonome e altri Enti territorialmente competenti.

Al fine di garantire la necessaria armonizzazione dei pertinenti strumenti di pianificazione e di programmazione, il processo di valutazione e scelta delle misure da parte delle Regioni e delle Province autonome dovrebbe coinvolgere più soggetti. Ossia quelli che hanno competenza in materia di disciplina dell’uso dei prodotti fitosanitari, di tutela dell’ambiente e della salute nonché, relativamente alle misure pertinenti, gli Enti gestori dei Siti Natura 2000 e delle aree naturali protette, come pure le Autorità di Bacino/Distretto Idrografico.

Nella scelta dovrebbe essere seguito un criterio di gradualità del livello di intervento, commisurato alle criticità riscontrate, rispetto al rischio per la salute umana e per l’ambiente. Quindi, l’adozione di misure di limitazione, sostituzione o eliminazione dovrebbe essere presa in considerazione qualora le criticità evidenziate dalle analisi territoriali e ambientali o dalla valutazione del rischio per i target sensibili (salute umana, corpi idrici, specie e habitat tutelati, ecc…) siano tali da non consentirne la risoluzione mediante l’adozione di misure di mitigazione di diversa natura.

Quando le informazioni a disposizione non siano sufficienti,  le linee guida reputano opportuno il ricorso ad analisi e valutazioni più approfondite, quali gli studi di vulnerabilità delle acque sotterranee o l’attivazione di specifici monitoraggi, tesi a valutare gli impatti o i rischi di impatto su determinati target.

Per specifici ambiti territoriali, e nel caso in cui le esigenze di tutela siano particolarmente elevate, può essere presa in considerazione la possibilità di applicare misure di limitazione, sostituzione o eliminazione di prodotti fitosanitari, anche qualora non si disponga dei risultati del monitoraggio ambientale, sulla base di oggettive e comprovate informazioni relative all’uso dei prodotti fitosanitari, o dei controlli di potabilità eseguiti ai sensi della normativa vigente. L’attuazione di tale tipologia di misure può, concorrere al raggiungimento di “buono“ stato ecologico e chimico delle acque superficiali e di riduzione delle sostanze prioritarie. Infatti, l’applicazione del Pan dovrà concorrere ad attuare entro il 20 novembre 2021, la riduzione progressiva delle sostanze prioritarie dei rilasci da fonti diffuse e puntuali, nonché l’eliminazione delle sostanze prioritarie pericolose, in quanto tossiche, persistenti e bioaccumulabili.

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