Marco Di Lello: non voteremo allungamento tempi prescrizione

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Grazie signora Presidente, onorevoli colleghi, i Socialisti non voteranno questo provvedimento, perché sposta il peso dell’inefficienza dello Stato sulle spalle dei cittadini.
La Costituzione, la nostra Costituzione, impone la ragionevole durata del processo e la prescrizione serve anche a questo, a fissare un limite temporale all’interesse a sanzionare un reato, a consentire ai cittadini imputati di potersi difendere, senza dover tornare indietro con la memoria di venti o più anni, e ad obbligare lo Stato a decidere entro un tempo limite se si è innocenti o colpevoli.
È un istituto previsto già dall’antica Grecia – ne parlano nei libri Lisia e Demostene – ma siccome in Italia non sempre si riesce a celebrare un processo in un tempo ragionevole, allora c’è chi pensa di allungare questo tempo, anche a costo di renderlo irragionevole. Eppure, negli ultimi dieci anni i processi conclusisi con prescrizione si sono quasi dimezzati, e invece con questa legge noi incentiviamo le inefficienze. Pensiamo che i processi durino troppo a lungo ? Sì. E qui si pensa di prolungarli di altri tre anni!
In Belgio, dove ci sono reati improcedibili dopo appena sei mesi, la durata del processo è in media di quattro anni. Questo dovrebbe essere il nostro modello.
Perché, dunque, non imporre l’inizio del processo entro un mese dal rinvio a giudizio ? Perché non imporre l’avvio del processo d’appello entro un massimo di sei mesi dal deposito dell’impugnativa ? Perché non sanzionare la mancata osservanza dei termini di deposito delle sentenze ? È tutto il tempo che si perde, in alcun modo ascrivibile a responsabilità degli imputati. Sono piccoli accorgimenti che aumenterebbero l’efficienza e accorcerebbero i tempi del processo.
D’altra parte, in Cassazione ad oggi si prescrive appena lo 0,4 per cento dei procedimenti penali e, ciò nonostante, questa legge prevede un ulteriore allungamento per altri dodici mesi dei termini di prescrizione. Perché?
Perché – concludo Presidente – dopo che un procuratore ha dichiarato che il taglio di quindici giorni di ferie ai magistrati avrebbe fatto schiattare di lavoro i giudici, mi viene il dubbio: è forse questo il motivo? O è forse il prezzo che i cittadini devono pagare per avere ottenuto, grazie ai Socialisti, la responsabilità civile dei giudici?
Ma i diritti non si barattano. Noi siamo al centocinquantasettesimo posto su centottantatré, secondo la Banca mondiale, per inefficienza del sistema giudiziario e la durata dei processi. Veniamo dopo il Togo, il Kosovo, le isole Comore. C’è chi ambisce forse a portarci all’ultimo posto. Non avverrà con il voto dei Socialisti

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