Civitavecchia-Orte-Mestre nel mirino

Un cartello di protesta contro l’autostrada tirrenica

Corruzione, il corridoio appennicosotto la lente degli inquirenti. Indagato il presidente Sat

Nella maxi inchiesta della procura di Firenze che ha scoperchiato un vasto giro di corruzione che riguarda in pratica tutte le grandi opere che si stanno realizzando in Italia, spunta anche un filone riguardante la Civitavecchia – Livorno, cioè l’autostrada che dovrebbe sostituire la statale Aurelia. Tra i 51 indagati per corruzione c’è anche, infatti, il nome di Antonio Bargone, presidente della Sat (Società autostrada tirrenica) ed ex sottosegretario.

Ma c’è ancora altro: sotto la lente degli inquirenti toscani è finito pure il progetto dell’autostrada Civitavecchia-Orte-Mestre, conosciuta come la Romea commerciale e prevista dalla Legge Obiettivo. “Una lingua di cemento larga quattro corsie e lunga 400 chilometri, che promette di collegare il Sud Italia al Veneto attraverso un project financing da 8,7 miliardi – scrive il Corriere Veneto – Per questo appalto sono indagati, oltre allo stesso Perotti, anche Ercole Incalza, potentissimo dirigente del ministero dei Lavori pubblici (finito agli arresti), il faccendiere Francesco Cavallo, l’ex eurodeputato Vito Bonsignore e l’ex sottosegretario Antonio Bargone. Sono accusati di indebita induzione a dare o promettere utilità, il reato che punisce l’incaricato di pubblico servizio che ‘abusando dei suoi poteri induce a dare o promettere indebitamente denaro o altri beni…’. Stando all’ordinanza firmata dal gip, non solo Incalza avrebbe ‘garantito un favorevole iter delle procedure amministrative relative al finanziamento dell’opera e all’avvio e allo svolgimento dei lavori’ ma avrebbe anche ‘assicurato un trattamento di favore’ al consorzio Ilia Or-Me, che propone il project financing della Romea commerciale”.

La Tuscia, insomma, da questa maxi inchiesta sarebbe toccata anche per quel famoso  corridoio transappenninico di cui la Trasversale tra Orte e Civitavecchia rappresenta l’ultimo tratto, sotto forma di superstrada e ancora incompleto. E i cui lavori – come si sa bene – sono andati avanti negli anni a pizzichi e  bocconi (3-4 chilometri oggi, 5-6 promessi, altri 2 o 3 programmati…) e sul cui completamento ipotizzare tempi biblici è pressoché certo.

Proprio per questa ragione, in attesa di terminare il tratto da Cinelli e Monte Romano (già finanziato), si confidava nel progetto autostrada per arrivare fino a destinazione, a Civitavecchia. Come pure va ricordato quante proteste ha suscitato nel corso degli anni la realizzazione dell’autostrada tirrenica, il cui progetto ha subito provocato la reazione di vasta parte dell’opinione pubblica che chiedeva un adeguamento dell’Aurelia piuttosto che un’autostrada a pedaggio, con pesanti ricadute ambientali e paesaggistiche. E il fatto che ora Bargone sia tra gli indagati ha dato la stura a nuove polemiche.

Antonio Bargone, presidente della Sat, è indagato

Antonio Bargone, presidente della Società autostrada tirrenica, è indagato

Al di là dei quattro arresti già eseguiti (un ex manager e ora consulente esterno del ministero delle Infrastrutture e tre imprenditori), resta il considerevole numero (51) di personaggi di alta caratura indagati e la vastità delle grandi opere coinvolte, che interessano l’intera penisola: dall’Hub Porto di Trieste alla Salerno – Reggio Calabria, dall’alta velocità ai cantieri dell’Expo, dal nuovo terminal al porto di Olbia alla Metro C di Roma e persino all’autostrada Ras Ejdyer – Emssad in Libia. Un enorme calderone che secondo la Procura di Firenze (che aveva cominciato indagando sul tratto fiorentino della Tav)  avrebbe prodotto tangenti, favori, incarichi, regali e benefit per un giro miliardario. Sempre che le accuse vengano dimostrate.

 

di Redazione Viterbopost

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