Pas du Monde, una mostra fotografica dedicata alla danza

Clarissa Lapolla presenta, a Molfetta, la sua personale dedicata alla multiculturalità e alle diversità stilistiche della danza. LA REDAZIONE|

Molfetta Dal 7 al 15 febbraio, presso la “Chiesa della Morte”

Si inaugura sabato 7 febbraio, ma proseguirà sino a giorno 15 dello stesso mese, la mostra fotografica dedicata alla danza, intitolata “Pas du Monde”, curata da Clarissa Lapolla, fotografa di scena, con la direzione artistica di Marco Ignazio Minervini.

Nel suggestivo scenario della Chiesa “Santa Maria de Principe”, più comunemente nota come Chiesa della Morte, sarà possibile ripercorre un itinerario senza confini, ricco di multiculturalità e diversità stilistiche che la danza ha il potere di unire attraverso l’universalità del linguaggio del corpo. Un connubio innovativo tra etnie e stili.

Alla presenza dell’Assessore alla Cultura del Comune di Molfetta, Betta Mongelli, del maître de ballet, Vito Iacobellis e della danzatrice Rosellina Goffredo, la mostra sarà ufficialmente inaugurata alle ore 18, nella stessa chiesa che la ospiterà.

“Pas du Monde” propone un’attenta rivisitazione di danze tradizionali e moderne, che testimoniano la grande capacità metamorfica e poliedrica della danza, in grado di esprimere l’unicità del sentimento umano attraverso una molteplicità di stili.

Ma chi è Clarissa Lapolla?
Giovane fotografa di Bari, Clarissa, dall’età di dieci anni, si dedica alla danza, frequentando la Scuola di danza Hèron, nella sua città. Un passione coltivata per oltre un decennio, fino a che, nel 2013, non decide di frequentare un corso per fotografi di scena, presso l’Accademia Teatro alla Scala di Milano, conseguendo la qualifica, appunto, di fotografo di scena.
Successivamente, tra il 2012 e il 2014, conta diverse esperienze lavorative in Italia ed all’estero, prevalentemente come fotografa di scena, al seguito di importanti compagnie teatrali e di danza, nonché in importanti concorsi e spettacoli.

da MolfettaLive.it

MARTEDÌ 03 FEBBRAIO 2015CULTURA

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