Quando Amadori, sopranista ronciglionese, fu impresario del Teatro San Carlo di Napoli

Tra i contributi che Ronciglione ha dato alla storia della musica antica dobbiamo annoverare anche Giovanni Tedeschi, noto come “Amadori”, sopranista del XVIII secolo. Fu uno dei maggiori contraltisti castrati del Settecento ed ebbe una brillante carriera nei più importanti teatri italiani dell’epoca. Giovanni Tedeschi era nato a Ronciglione nel 1715. Si era poi trasferito a Bologna, dove aveva perfezionato gli studi di canto con Antonio Maria Bernacchi che era uno dei più importanti castrati della scena musicale, noto  per aver dato lezioni anche a Carlo Broschi detto Farinelli.

Dal 1732 Amadori si stabilisce a Roma, dove divenne il “Virtuoso” del Priore Vaini. Tra l’altro, sappiamo che prese parte alla rappresentazione dell’opera “Olimpiade“ di Pergolesi, interpretando il ruolo femminile di Argene, soprano. Tutto il cast vocale era di una certa rilevanza, comprendendo virtuosi di vari Principi e sopranisti della Cappella Sistina. Naturalmente, il cast era composto da soli uomini, stante la proibizione per le donne di calcare le scene dei teatri dello stato pontificio (sulla base delle parole di Paolo di Tarso: mulier taceat in ecclesia, le donne non erano ammesse nemmeno a cantare in chiesa). Al nostro Amadori era affidata un’aria a quel tempo molto celebre, “O care selve, o cara”.

In seguito Amadori lavorerà in Italia e all’estero: dal ‘38 al ’40 è a Venezia dove cantò in “Angelica“ di Lampugnani, nella parte di Medoro. Dal 1748, ha lavorato a Napoli nell’”Ezio” di Jommelli e nella Cappella Reale di questa città ha partecipato a varie opere su libretto del Metastasio. Probabilmente, si è esibito anche a Bayreuth (1749) e a Vienna (1750). Dal 1751 al ’54, si esibì al Teatro Ducale di Milano e nel 1755 al Teatro Reale di Berlino nelle opere “Montezuma ” ed “Ezio”di Graun.

imgres-1Tornato a Napoli e ormai noto come “cantante e musicista distintissimo”, Amadori dal 1764 ebbe il prestigioso e delicato incarico di impresario del Teatro San Carlo. La sua abilità come Come impresario Amadori era considerato molto abile: in quegli anni furoreggiava Caterina Gabrielli, bellissima e strabica cantante soprannominata “la Cochetta”, discussa per i suoi comportamenti fuori dalla scena. Amadori la scritturò, come scriveva lui stesso, “per il merito che ha nella sua professione di cantante ha incontrato il gradimento del pubblico” e “oltre all’ esser soggetto superiore per il suo merito a tutte le cantanti che girano pei teatri più cospicui, si è qui intesa con plauso universale, e se qualche volta non ha cantato secondo il solito ciò è avvenuto non già per puro capriccio, come crede la Giunta, non intesa di musica, ma solo perchè la sua maniera di cantare esige fortezza di petto e che lo stomaco e la testa siano perfettamente sgombri, cose che non sempre si combinano secondo il desiderio”. Ma per la sua condotta scandalosa e in seguito ad ordine esplicito del Re la “Cochetta” fu licenziata e l’impresario dovette scegliere un’altra prima donna.

Tra maggio e giugno del 1770 fu a Napoli il quattordicenne Mozart. Il precoce genio della musica viaggiava in Italia col padre Leopold: ma di questo viaggio per puro campanilismo ricordiamo qui solamente il transito a Ronciglione del 10 aprile di quell’anno. A Napoli, probabilmente la capitale musicale del tempo, Mozart rimase per sei settimane e i musicisti che lo accolsero si resero conto della statura musicale del giovane. L’impresario e cantante Amadori, dopo averlo ascoltato, in casa dello Jommelli, commissionò a Mozart un’opera per il teatro San Carlo. Ma non se ne fece niente.

Concluso il periodo napoletano, Giovanni Tedeschi “Amadori” rientrò a Roma dove si dedicò all’insegnamento e fondò una scuola da cui uscirono celebri interpreti. Alcuni storici indicano la sua morte come avvenuta a Roma nel 1786, tuttavia noi vogliamo dar retta alla studiosa ceca Jana Perutková che, nella sua tesi di laurea del 2006, afferma che nell’ultima parte della sua vita il sopranista Amadori è tornato a Ronciglione. Qui morì nel 1787.

BY • 25 GENNAIO 2015 • IL DOMENICALECOMMENTS (0)40 da carlozucchetti.it

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