Quando i conti della storia non tornano

Quando i conti della storia non tornano

Pubblicato il 16-01-2015 da avantionline

Da “Tiranni. Da Hitler a Pol Pot: gli uomini che hanno insanguinato il Novecento” di Antonio Ghirelli. Mondadori 2001. (pagg. 221- 224)

“Nelle mani dei militari”

“Pochi giorni dopo il colpo di stato militare che nel settembre del 1973 ha posto fine al regime democratico in Cile, l’Internazionale Socialista decide di inviare una sua delegazione a Santiago per accertare le condizioni in cui il golpe si è realizzato e come ha trovato la morte il presidente socialista Salvador Allende. Ne fanno parte l’olandese Van der Lowe, il francese Blanca, l’austriaco Janicek, l’italiano Craxi e lo svedese Indeinbom. Destinato a diventare 3 anni dopo segretario del suo partito, Bettino Craxi ci ha lasciato un’appassionata testimonianza  di quel viaggio parlando ai suoi compagni al Teatro Nuovo di Milano, subito dopo il rientro in patria.

Il baricentro della tragedia è naturalmente Santiago, la città la cui immagine è rimasta ‘nella mente e negli occhi’ del dirigente socialista come un incubo. ‘Essa è completamente nelle mani dei militari’ dice Craxi: ‘Hanno tutto il potere. Controllano fisicamente la capitale cilena. Blocchi stradali circondano e attraversano Santiago. Il coprifuoco è obbligatorio in tutto il paese. Le pattuglie armate rastrellano prevalentemente di notte ma anche di giorno. Le “poblaciones”, agglomerati di case popolari che parlano di miseria e di disperazione, di odio e di terrore, sono rastrellate sistematicamente dalle forze militari’. (..) I golpisti sono dappertutto dice Craxi. ‘Il governo  è composto esclusivamente di militari. Sono stati richiamati anche i generali in pensione. Alti ufficiali sono stati  messi alla testa delle banche, delle imprese, hanno sostituito i rettori delle università, ivi compresa l’Univesità Cattolica di Santiago, nonostante le proteste del Cardinale. Nel paese è stato proclamato lo stato di guerra. Vigono perciò le leggi di guerra. Le corti marziali funzionano in luogo della giustizia ordinaria. E’ stato emesso nei primi giorni il famigerato bando n.24, che dà praticamente ai militari licenza di uccidere'(..) Si ha notizia‘ riferisce Craxi ‘ di processi davanti alle corti marziali ma in realtà si tratta di vere e proprie esecuzioni sommarie, si uccide senza processo. Le fonti ufficiali nella maggior parte dei casi parlano di fucilazioni avvenute o per il tentativo di fuga o per resistenza alle Forze Armate. La sostanza è che tutti i corpi militari armati, eccitati da una campagna d’odio, hanno il diritto di sparare e di uccidere. C’è una caccia all’uomo che si svolge ininterrotta e spietata. Sui capi dell’opposizione democratica che ancora non sono stati catturati è stata posta una taglia come si fa per i banditi. Viene incoraggiato un clima di delazioni, di tradimenti, di vendette personali. Un sottofondo torbido si agita nell’incubo della dittatura militare’. (..) Il resoconto di Craxi si sofferma sull’epurazione che, mentre egli parla, è ancora in atto nello sventurato paese del generale Pinochet e lo sarà per molti anni a venire: ‘ l’epurazione politica si accanisce in tutti gli uffici pubblici sui sostenitori di Allende. In un clima di arbitrio vengono cacciati dal lavoro dirigenti, operai, impiegati, a seconda di quale sia il giudizio dato dagli uomini di fiducia dei militari. E’ entrato in vigore un bando, con forza retroattiva che consente l’allontanamento dal lavoro di tutti coloro che organizzino o abbiano organizzato scioperi e attività sindacali nell’ambito delle aziende.

I colori di questo quadro di dittatura e di violenza, il clima generale ideologico, li ricaviamo dai motivi di una propaganda martellante. Le radio, le televisioni i giornali ormai completamente nelle mani della giunta, conducono una campagna ossessiva e infame verso i morti, verso le vittime, verso i prigionieri che non possono difendersi. E’ una campagna di discredito personale imperniata su accuse di corruzione, di vizio, di soprusi perpetrati.

Ogni giorno vengono organizzati e montati scandali nei confronti dei morti e nei confronti dei vivi. Un clima di imperante ideologia fascista in cui i grandi temi sono la patria, la gerarchia, la disciplina, la fede, il cuore; e non manca persino l’anello che le spose debbono dare alla patria. Infatti vi sono donne che offrono l’anello nuziale alla patria per la ricostruzione del paese’.

N.D.R.

Augusto Pinochet Ugarte, autonominatosi senatore a vita, fu ricoverato all’ospedale militare di Santiago del Cile dove  morì il 10 dicembre del 2006, a 91 anni, dopo un intervento chirurgico. Bettino Craxi, a cui fu negata la possibilità di rientrare liberamente in Italia per sottoporsi a un delicato intervento chirurgico presso l’ospedale San Raffaele di Milano, morì il 19 gennaio del 2000, a 66 anni, nella sua casa di Hammamet (Tunisia).

Emanuele Pecheux

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