L’Agenzia europea dell’ambiente promuove la partecipazione pubblica nella gestione dei bacini idrografici

Fra i casi studio anche l’esempio della Laguna di Venezia
260-14 - L’Agenzia europea dell'ambiente promuove la partecipazione pubblica nella gestione dei bacini idrografici

I fiumi svolgono molteplici funzioni, infatti sono la patria di molte migliaia di specie di fauna selvatica, arterie vitali per terreni agricoli, una fonte di raffreddamento per l’industria, regolamentano le inondazioni, possono essere canali di navigazione e fonte di acqua potabile; per tutti questi aspetti molti attori possono, e devono, essere attivamente coinvolti nella gestione di un bacino fluviale.

Nel report “Public participation: contributing to better water management ” dell’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), si indaga su come la partecipazione pubblica (PP) possa contribuire ad una migliore gestione delle risorse idriche attraverso la disanima di otto casi studio in cui i responsabili di bacino hanno coinvolto gruppi di stakeholders nella loro amministrazione.

La Direttiva quadro sulle acque  dell’Unione europea afferma che tutti i bacini idrografici in Europa dovrebbero essere gestiti attraverso un apposito Piano di gestione, alla redazione del quale dovrebbero partecipare tutti gli attori interessati come la cittadinanza, aziende private, organizzazioni, agricoltori, aziende di pubblici servizi, amministrazioni locali, ecc.

casi studio
Nella relazione dell’EEA si enfatizza il successo del Right2Water , la prima iniziativa popolare dei cittadini europei, accettata dalla Commissione nel marzo di quest’anno, con la quale si invita la stessa a proporre un atto legislativo che miri a garantire l’accesso all’acqua e ai servizi igienici in tutta l’Unione Europea, escludendo i servizi idrici da qualsiasi forma di liberalizzazione.

Secondo il report, affinché il processo partecipativo si concluda positivamente, sono necessari alcuni “accorgimenti”:

  • É necessario che i procedimenti istituzionali siano chiari e trasparenti per tutti, che siano attribuite le responsabilità perché, in ultima analisi, i partecipanti hanno bisogno di sapere a chi rivolgersi per particolari aspetti della discussione.
  • I vari gruppi di stakeholder hanno bisogno di “sentire proprio” il Piano di gestione, solo così aumenterà la probabilità che essi attuino pienamente il progetto nelle fasi successive.
  • È importante mappare accuratamente gli stakeholder perché aiuta a chiarire ciò che ogni attore può portare al tavolo pubblico in modo tale che i gestori possano confezionare adeguatamente le informazioni.
  • Le riunioni “in presenza” sono il modo migliore per aumentare la fiducia e la trasparenza nel processo di partecipazione. La fiducia aumenta ulteriormente se si forniscono prove tangibili di come queste discussioni influenzino lo sviluppo del Piano.
  • venezia
  • Poiché coinvolgere la popolazione sembra essere più difficile che impegnarsi con gli esperti tecnici, il rapporto suggerisce ai responsabili dei bacini idrografici di migliorare la comunicazione, utilizzando metodi di comunicazione moderni, e rendere le spiegazioni tecniche il più chiare e concrete possibili.

Fra le otto esperienze prese in esame vi è anche il caso della Laguna di Venezia per la quale il Comune ha proposto di creare unparco  nella zona nord lungo tutto un territorio che comprende non solo saline e altre aree naturali, ma anche isole abitate. Dal 2011, la città ha organizzato diversi eventi pubblici che hanno coinvolto le parti interessate e la popolazione, concentrandosi in special modo sulla cittadinanza e le associazioni del luogo. A metà maggio 2014 il
Consiglio comunale ha approvato la creazione del parco; per il prossimo futuro è atteso il Piano ambientale per il quale è previsto un ulteriore giro di consultazione pubblica.


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