Ato unico regionale, una violazione della volontà popolare

Bengasi Battisti interviene sulla gestione dell’acqua

Il sindaco di Corchiano Bengasi Battisti 

La mappa
Corchiano – Riceviamo e pubblichiamo – E’ nell’antico legame tra territori e acqua che si fondano le città e dalla salubrità delle sorgenti, dei laghi e dei fiumi dipende la vita dei suoi abitanti.

La cura del bene primario acqua, la gestione delle opere che ne regolano la captazione e la distribuzione sono responsabilità dei governi locali e la suddivisione in aree omogenee di gestione deve facilitare le azioni di tutela assicurando e rafforzando la gestione pubblica.

Il gruppo di lavoro, espressione dei movimenti dell’acqua, ha elaborato una proposta di ambiti di bacini idrografici per il Lazio che ha presentato al presidente della Regione Lazio e a tutti i consiglieri regionali affinchè venga discussa e approvata in attuazione alla legge regionale sulla tutela , governo e gestione pubblica delle acque.

Sono 19 gli ambiti proposti e rispecchiano lo stretto rapporto tra le acque, i territori e le comunità.

E’ una proposta alternativa alla pericolosa proposta di gestione unica regionale che reciderebbe il rapporto tra abitanti e risorsa idrica, allontanando inesorabilmente il cittadino dal governo dei beni comuni.

L’acqua può essere tutelata, strappata al mercato e mantenuta in mani pubbliche se le comunità e suoi abitanti ne saranno proprietari e protagonisti.

Gestione diretta dei comuni che con il diretto e responsabile coinvolgimento dei consigli comunali, in forma associata e fuori dalle logiche di mercato, potranno governare gli ambiti territoriali con autonomia e con l’esclusivo obiettivo di tutelare le acque distribuendole con equità, giustizia e senza speculazioni economiche e politiche.

La nostra nazione ha bisogno di riprendere percorsi di democrazia e trasparenza che per essere garantiti devono mantenere le dimensioni comunitarie affinché il cittadino sia protagonista del proprio destino e non suddito.

Proprio sull’acqua e sull’acqua bene comune dobbiamo ritrovare e consolidare quel rapporto responsabile e coerente tra un luogo e chi lo abita.

La proposta dei movimenti per l’acqua è coerente con quel bisogno diffuso di riappropriarsi dei beni comuni e di governarli responsabilmente con le istituzioni di prossimità, evitando che le grandi aziende quotate in borsa conducano i beni comuni dentro quelle logiche speculative che sottraggono diritti e futuro.

L’esigenza diffusa di riappropriazione del bene acqua, espressa con lo straordinario risultato referendario del 2011, attende ancora una risposta adeguata e coerente alla volontà popolare.

L’Ato unico regionale rappresenta la violazione della volontà popolare che ha chiaramente dettp: acqua pubblica, fuori dal mercato, fuori dalle speculazioni e governata dalle comunità.

Bengasi Battisti

21 dicembre, 2014 – 2.00

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