Acqua, Altroconsumo: le tariffe salgono ma il servizio non migliora

La bolletta dell’acqua cresce da tempo, con aumenti che in media viaggiano sopra il 30%, mentre il servizio idrico continua a “fare acqua” e un terzo di questa preziosa risorsa si perde ancora nella rete idrica. Allo stesso tempo un’enorme ricaduta sulle bollette viene dalla città in cui si abita: Firenze ad esempio è molto cara e qui una famiglia paga più di quattro volte quello che si paga a Milano. Un’inchiesta di Altroconsumo mette in evidenza che le tariffe dell’acqua sono aumentate ma la qualità del servizio è sempre la stessa.

 

La bolletta dell’acqua è in costante crescita, ma la qualità del servizio rimane ferma al palo. Questa la sintesi della nostra inchiesta sulle tariffe dell’acqua potabile”, spiega Altroconsumo, sottolineando che “la recente revisione delle regole di tariffazione e la cabina di regia nazionale affidata all’Autorità per l’energia elettrica e il gas (Aeeg) di fatto non hanno portato alcun vantaggio per i bilanci delle famiglie italiane”. Negli ultimi cinque anni, ad esempio, le famiglie con tre figli di Firenze hanno visto lievitare la propria bolletta dell’acqua di ben 336 euro (+34%), mentre a Napoli le coppie con un figlio hanno pagato 162 euro in più (+79%); a Trieste, sempre negli ultimi cinque anni, i nuclei familiari formati da due persone hanno visto crescere la tariffa dell’acqua di 93 euro (+72%). Gli aumenti sono generalizzati ma il servizio non è migliorato e i problemi del settore, primo fra tutti la perdita di acqua nella rete, sono ormai gli stessi da anni.

L’inchiesta mette in evidenza che in tutte le città esaminate le tariffe sono state adeguate al rialzo, in percentuali variabili. C’è poi molta differenza nell’entità stessa della bolletta: una famiglia di tre persone paga una bolletta dell’acqua annua di 137 euro a Milano, di 260 euro a Roma, di 333 euro a Torino, di 368 euro a Napoli, di 384 euro a Bologna, di 387 euro a Bari, di 435 euro a Genova e di 559 euro a Firenze, che si conferma la città più cara.

Ma come è stata fatta l’indagine? Per ogni capoluogo di Regione Altroconsumo ha rilevato le tariffe dell’acqua potabile (comprensive dei servizi di fognatura e depurazione) e le ha messe a confronto ipotizzando tre tipi di nuclei familiari e dunque tre tipi di consumi: famiglia di due persone, con consumo annuo di 120 mc; famiglia di tre persone, con un consumo annuo di 190 mc; famiglia di cinque persone, con consumo annuo di 320 mc. L’indagine considera le tariffe in vigore il 10 ottobre 2014.

Confrontando le tariffe di quest’anno con quelle del 2012 e del 2009 emerge che nessun Comune è sfuggito alla crescita delle tariffe: il gruppo più numeroso tra i capoluoghi di Regione applica una tariffa annua tra i 300 e i 400 euro. Spiega Altroconsumo: “Se confrontiamo i dati attuali con le nostre rilevazioni del 2009,la media degli aumenti è sempre superiore a un terzo: +37% per una famiglia di due persone, con consumo annuo di 120 mc; +38% per una famiglia di tre persone, con consumo annuo di 190 mc; +36% per una famiglia di cinque persone, con un consumo di 320 mc. Il peso delle tariffe si è accresciuto soprattutto a danno delle famiglie numerose, quelle con consumi maggiori (e che non possono comunque essere ridotti oltre una certa soglia). A Roma, per esempio, a fronte di un aumento di circa 33 euro (+28%), negli ultimi cinque anni per i nuclei formati da due persone, si passa a ben 177 euro (+44%) per quelli di cinque persone. Situazioni così estreme si sono verificate anche a Bari, Bolzano e Trento”. Cosa accade? Per disincentivare lo spreco d’acqua le tariffe funzionano secondo il principio del “più consumi, più paghi”: il prezzo unitario applicato agli scaglioni più elevati è molto più alto rispetto a quello che tocca gli scaglioni di base. Ci sono però anche delle differenze: Trieste, per esempio, applica una tariffa diversa a seconda che i componenti della famiglia siano più o meno di quattro, con il risultato che, negli ultimi cinque anni, la spesa idrica della famiglia numerosa è aumentata del 13%, mentre quella del nucleo familiare formato da due persone del 72%.

 

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