Dissesto idrogeologico, Galletti: mai più condoni edilizi

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Contro il dissesto idrogeologico stop ai condoni edilizi. Il ministro dell’Ambiente Galletti chiude la porta alle possibilità future di condoni edilizi dopo l’ennesimo caso di danni derivati dal maltempo. Le sanatorie per edifici costruiti in maniera irregolare in Italia deve essere arginato, sottolinea Gian Luca Galletti durante i lavori degli “Stati generali contro il dissesto idrogeologico” promossi da “Italia Sicura”.

Non usa mezzi termini il ministro Galletti dopo che l’ennesimo episodio di maltempo ha messo ancora una volta in ginocchio la Liguria. Tra le più colpite dalle ultime piogge le zone di Chiavari, nella Provincia di Genova, e di Varazze, nel savonese. In questo secondo caso è ancora alta l’allerta per il possibile pericolo alluvione. Netta la posizione assunta dal responsabile per il Ministero dell’Ambiente:

In questo Paese non ci saranno mai più condoni edilizi, perché sono dei tentati omicidi alla tutela del territorio. Il rispetto del territorio passa anche attraverso il fatto di non costruire in zone dove non si può costruire.

Allo studio del Governo lo stanziamento di 7 miliardi di euro in 7 anni, frutto di uno stanziamento UE da 5 mld e del cofinanziamento da parte delle Regioni. Interventi riguardanti 14 aree metropolitane già coinvolte nel provvedimento di agosto e il nuovo ciclo di fondi strutturali relativo al periodo 2014-2020, con possibilità in questo secondo caso di presentazione da parte delle Regioni di progetti per la messa in sicurezza del territorio.

Certo l’inserimento della messa in sicurezza a Genova del Bisagno tra le priorità del Governo, con un primo stanziamento da 35,7 milioni e un secondo da 95, che necessiterà però di 6 anni di tempo per il rilascio. Il ministro Galletti ha affermato infine come sarà tuttavia necessario procedere, prima ancora di procedere a nuovi stanziamenti, allo sblocco dei fondi già disponibili:

La situazione è in netto peggioramento. La prima battaglia non è di tipo burocratico o di risorse, ma è di tipo culturale. Esiste un problema nel nostro paese di opere non fatte, per troppo tempo non si sono fatte opere contro il dissesto.

Non è un problema di risorse, ma di spendere bene quelle che ci sono. Serve semplificazione, servono poche regole e chiare e non è vero che la semplificazione abbassa la tutela ambientale. Chi ha pensato questo ha tenuto in questi anni 2,3 miliardi di euro che dobbiamo sbloccare subito prima di parlare di nuovi fondi.

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