RICORDATO ALBERT CAMUS A VITERBO NELL’ANNIVERSARIO DELLA NASCITA

Si è svolto venerdì 7 novembre 2014 a Viterbo presso il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” un incontro in memoria di Albert Camus nel centounesimo anniversario della nascita del grande resistente antifascista e testimone della dignità umana.

Nel corso dell’incontro sono stati letti e commentati alcuni brani dall’opera teatrale Caligola, dal romanzo La peste, dal saggio L’uomo in rivolta.

La commemorazione è stata tenuta dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini.

Al termine della commemorazione, nel ricordo di Albert Camus, le persone partecipanti hanno confermato il loro impegno a sostegno dell’appello “Ogni vittima ha il volto di Abele” contro tutte le guerre e le uccisioni; il loro impegno per la realizzazione dei principi contenuti nella “Carta di Lampedusa” per i diritti delle e dei migranti; il loro impegno per la piena applicazione della “Convenzione di Istanbul” (che è legge dello Stato italiano dal 19 giugno 2013) contro la violenza sulle donne.

Contro la guerra e tutte le uccisioni.

Contro il razzismo e tutte le persecuzioni.

Contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

La nonviolenza è in cammino.

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Una breve notizia su Albert Camus

Albert Camus, nato a Mondovi (Algeria) nel 1913, nel 1940 a Parigi, impegnato nella Resistenza con il movimento “Combat” (dopo la liberazione sarà redattore-capo del quotidiano con lo stesso titolo), premio Nobel per la letteratura nel 1957, muore nel 1960 per un incidente automobilistico. Lo caratterizzò un costante impegno contro il totalitarismo e per i diritti umani, che espresse sia nell’opera letteraria e saggistica, sia nel giornalismo e nelle lotte civili (oltre che nella partecipazione alla Resistenza). In un articolo a lui dedicato ha scritto Giovanni Macchia (citiamo da “Camus e la letteratura del dissenso”, in Giovanni Macchia, Il mito di Parigi, Einaudi): “L’assurdo fu per Camus un punto di partenza… Poiché non si può immaginare una vita senza scelta, e tutto ha un significato nel mondo, anche il silenzio, e vivere ‘en quelque manière’ significa pur riconoscere l’impossibilità della negazione assoluta, la prima cosa che noi non possiamo negare è la vita degli altri. Nell’interno dell’esperienza assurda nasce come prima evidenza (credere al proprio grido) la rivolta: slancio irragionevole contro una condizione incomprensibile e ingiusta, e che pur rivendica l’ordine nel caos. E ricordo la gioiosa impressione che provocò la formula cartesiana di Camus, con la sua aria di limpido giuoco, quando la leggemmo la prima volta. Non ‘je me revolte, donc je suis’: ma ‘je me revolte, donc nous sommes’. Risollevare gli uomini dalla loro solitudine, dare una ragione ai loro atti; mettersi non dalla parte degli uomini che fanno la storia ma di coloro che la subiscono… Rivolta come fraternità”. Opere di Albert Camus: tra le opere di Camus particolarmente significative dal nostro punto di vista ci sembrano Il mito di Sisifo, Caligola, La peste, L’uomo in rivolta, tutti più volte ristampati da Bompiani. Utile anche la lettura dei Taccuini (sempre presso Bompiani) e delle corrispondenze per “Combat” 1944-1947 raccolte col titolo Questa lotta vi riguarda (ancora Bompiani). Si veda anche (con Arthur Koestler), La pena di morte, Newton Compton, Roma 1981. Opere su Albert Camus: numerose sono le monografie su Camus; si vedano almeno la testimonianza di Jean Grenier, Albert Camus, souvenirs, Gallimard, e per una sommaria introduzione: Pol Gaillard, Camus, Bordas; Roger Grenier, Albert Camus, soleil et ombre, Gallimard; François Livi, Camus, La Nuova Italia; una recente vasta biografia è quella di Olivier Todd, Albert Camus, una vita, Bompiani.

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Tre riflessioni da una commemorazione del 2013

  1. Albert Camus non è solo un grande scrittore e drammaturgo, non è solo un grande attivista per i diritti umani: è uno dei più grandi pensatori politici del XX secolo, e lo è per due motivi.

Il primo: perché è uno dei grandi pensatori morali, che mai le scelte morali prostituì alla contingenza tattica dell’agire politico, né al tornaconto personale o del gruppo dei prossimi ai danni di altri esseri umani. Che mai le scelte morali – e quindi altresì quelle politiche – disgiunse dall’ascolto della voce delle vittime, dalla visione del volto muto e sofferente delle vittime. Che sempre sentì che a quella richiesta di aiuto che i sofferenti e gli estinti lanciano occorre rispondere con la propria responsabilità. Recare aiuto a chi soffre oppressione, paura, bisogno: è il primo dovere.

Il secondo: perché mentre pensava agiva, e così non solo ha protestato, ma ha coerentemente e concretamente combattuto contro il colonialismo, ha combattuto contro il fascismo, ha combattuto contro il totalitarismo, ha combattuto contro le guerre e le dittature, contro le ingiustizie e le violenze. Ha sempre combattuto contro tutte le ideologie e le prassi assassine. Ed ha lottato sempre senza perdere la consapevolezza del rispetto della vita, della dignità e dei diritti altrui, anche nelle situazioni più tragiche.

  1. Chi ha letto La peste – a nostro avviso uno dei capolavori di sapienza umana della letteratura universale – sa cosa è la Resistenza. Chi ha letto La pestesa cosa è la nonviolenza.

Chi ha letto Lo straniero, Caligola, Il malinteso, La caduta, Il mito di Sisifo, sa cosa è l’assurdità della nostra condizione esistenziale e quale sia la radice della rivolta contro ogni egoismo, contro ogni sopraffazione, contro ogni menzogna.

Chi ha letto L’uomo in rivolta – uno dei libri di riflessione morale e politica più illuminanti – e gli editoriali di “Combat”, sa cosa è il dovere morale, il dovere politico, vi apprende cosa sia fraternità.

Ma tutto Camus va letto. Dai Taccuini ad Actuelles, da tutto il teatro a tutta la pubblicistica militante, all’intera opera narrativa, lirica e descrittiva, saggistica. Leggere Camus ti nutre sempre.

  1. E’ l’artista e il pensatore della bellezza del mondo e del dovere di amare, del senso del limite e della responsabilità, della coscienza della solitudine e del dovere della solidarietà in inscindibile compresenza, dell’intreccio della giustizia e della libertà, dell’io e del noi, del riconoscimento di umanità e della riconoscenza per l’umanità, della pietà che opera contro il male.

Ed è il lottatore fermo e costante in difesa della civiltà umana che nel dialogo e nella condivisione, nell’ascolto e nell’aiuto reciproco consiste; l’oppositore intransigente che si batte contro tutti i fascismi, contro la guerra, contro la pena di morte, contro ogni persecuzione ed uccisione.

Il filosofo e il militante della nonviolenza in cammino.

 

Il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo

 

Viterbo, 7 novembre 2014

 

Mittente: “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com, centropaceviterbo@outlook.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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