Immigrazione: Unar-Idos, stranieri risorsa per paese

Contribuire a contrastare i fenomeni discriminatori e a elaborare strategie d’intervento in materia di immigrazione in Italia. Con questo proposito è stato presentato, a Roma, il Dossier statistico immigrazione 2014 “Dalle discriminazioni ai diritti”, promosso dall’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) e curato dal Centro studi e ricerche Idos.

Il dossier, partendo da una panoramica della situazione europea e internazionale, mette a disposizione i dati più aggiornati sui flussi migratori verso l’Italia, sulla presenza straniera regolare, sull’inserimento dei migranti nel mondo del lavoro e nel tessuto sociale e sullo stato delle pari opportunità. Illustrando i dati, Marco De Giorgi, direttore generale Unar, ha sostenuto che l’inclusività di un paese è un valore che ha pari importanza rispetto alla competitività in ambito economico e che sono necessari grande equilibrio e serenità nel trattare i temi che riguardano i diritti degli immigrati. “La ricerca di un capro espiatorio, di fronte alla crisi economica attuale, porta ad un aumento dei rischi di una possibile demonizzazione della figura dell’immigrato, il che rende necessarie azioni di informazione e sensibilizzazione in grado di prevenire tali tendenze”, ha spiegato De Giorgi.

Alla presentazione ha preso parte anche il sottosegretario di Stato al lavoro Franca Biondelli, che ha focalizzato l’attenzione su tre parole chiave: lavoro, pari opportunità e integrazione. Secondo la Biondelli, è fondamentale superare i luoghi comuni e le paure che caratterizzano i discorsi sui fenomeni migratori in Italia. “Gli stranieri sono una risorsa e una ricchezza per il nostro paese, spesso perdono il posto di lavoro con più facilità rispetto agli italiani, sebbene dotati di una maggiore adattabilità. Bisogna lavorare sull’integrazione nei termini di una convivenza fruttuosa ed è importante contrastare gli atteggiamenti discriminatori e xenofobi che vengono diffusi spesso dai social network” ha concluso la Biondelli.

Dal rapporto emerge che nell’Unione europea, a fine 2012, i residenti con cittadinanza diversa da quella del paese in cui vivono sono più di 34 milioni, circa il 6,8% della popolazione complessiva. Le presenze più consistenti si registrano in Germania, Spagna, Regno Unito, Italia e Francia, in quest’ordine. L’attuale crisi ha incrementato gli spostamenti dagli stati membri del Mediterraneo verso il Nord, soprattutto verso il Regno Unito e la Germania. Secondo il rapporto, inoltre, il “Programma Stoccolma”, promosso per favorire un nuovo approccio europeo alla migrazione, ha raccolto scarsi risultati, mentre nel contempo il 2014 ha visto l’affermazione di partiti anti-immigrazione all’interno del Parlamento europeo. Sullo sfondo, le cronache drammatiche dei continui tentativi di sbarco sulle coste del Mediterraneo.

Secondo il rapporto, il quadro è allarmante. Ed è urgente ripensare nuove politiche e azioni coordinate a livello comunitario.

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