L’irriverente. Cosa accade intorno a noi? Se usassimo un po’ piu’ di filosofia…

13 ottobre 2014 16:58
C’e’ qualcosa che non torna nella nostra cosiddetta evoluzione. Comunichiamo tutti in tempo reale; abbiamo archivi individuali e collettivi, che solo 40 anni fa erano inconcepibili: praticamente -e oltre- quella che una volta era la regina della documentazione (la Treccani) e’ nella nostra tasca; abbiamo oggetti che stampiamo in 3D; ancora e ancora….
….. ma….
nel nostro attuale contesto, non solo abbiamo ancora tante questioni da risolvere come cancro; fame nel mondo; assenza di democrazia, liberta’ e giustizia; un lavoro, un tetto e una salute per ognuno; etc.
… ma…
in alcune questioni sembra che stiamo tornando indietro di diversi secoli: eruzioni dei vulcani, alluvioni piu’ o meno epocali, guerre di religione, epidemie di virus. Certo, ci sono sempre state, magari un po’ piu’ lontane dal nostro giardino, ma il fatto che si siano avvicinate anche a questo nostro giardino e si siano intensificate un po’ dovunque, ci consente di fare una constatazione: abbiamo sbagliato! Invece di usare metodi per vivere meglio e piu’ a lungo nel rispetto di noi stessi e di ogni altra forma di vita, consapevoli che e’ l’equilibrio generale che consente vita ed evoluzione, sembra che i nostri metodi siano arrivati ad un punto tale che gli stessi stanno producendo una inversione di tendenza. Questo vale in politica come in religione, e soprattutto nelle scienze che usiamo per la nostra evoluzione. Si potrebbe obiettare che una simile osservazione potrebbe valere essenzialmente per la parte pratica del nostro quotidiano (in primis: ignavia, incapacita’, arroganza ed egoismo degli esecutori) mentre a livello teorico e di scuola l’evoluzione va avanti. Una obiezione che ci serve per rispondere cosi’: chi non ci dice che e’ proprio alla base di certe scelte che ci sia l’errore? Cioe’, potrebbero essere sbagliati quelli che abbiamo e continuiamo a valutare come punti di partenza su cui sviluppiamo sapere e azione. Potrebbe essere che la diffusa tendenza a creare ‘ordine’, ci abbia portati a sottovalutare tutte le forme di vita che non siamo riusciti ‘ad ordinare’, consentendo ad esse -dopo che sono cresciute in quello che noi chiamiamo ‘disordine’- di avere il sopravvento su di noi.
Pensieri irriverenti che si acuiscono vendendo le immagini di Genova e di Hong Kong, la guerra di religione in Medio Oriente, i barconi di disperati nel Mediterraneo, le scorribande dei narcos in tutto il mondo, la diffusione dell’epidemia del virus Ebola; e ascoltando e leggendo su convegni che preannunciano le prossime eruzioni vulcaniche anche nel nostro Stivale. Occasioni ed esempi, ovviamente, ce ne sono anche di piu’ ampi, ma sto partendo dal mio ‘giardino’, da Firenze.
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