segnalazione dall’Afesopsit

Al Direttore generale della Asl di Viterbo
al Presidente della Regione Lazio e Commissario regionale alla Sanità
al Sindaco di Viterbo
al Direttore del Dipartimento di salute mentale della Asl di Viterbo
al Prefetto di Viterbo
al Questore di Viterbo
al Presidente della Provincia di Viterbo
al Presidente ed ai membri della Commissione Sanità della Regione Lazio
ai membri della Consulta dipartimentale per la salute mentale della Asl di
Viterbo
al Presidente e ai membri della Consulta regionale per la salute mentale del
Lazio

e per opportuna conoscenza:
alla Procura della Repubblica di Viterbo
al Ministro della Salute
al Sottosegretario alla Salute

Oggetto: Una segnalazione su una grave vicenda (che vale anche come
integrazione della nostra segnalazione del 18 settembre 2013)

Egregi signori,

1. come Associazione familiari e sostenitori sofferenti psichici della Tuscia
(in sigla: Afesopsit) vi segnaliamo di essere venuti a conoscenza che presso il
Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (in sigla: Spdc) di Viterbo alcune
settimane fa, nella notte fra il 13 e il 14 giugno 2014, si è verificato un
episodio che ha provocato gravi lesioni (e un effettivo pericolo per la stessa
vita) ad un assistito che era stato legato al letto e lasciato senza una
continua adeguata assistenza nonostante le sue richieste.
*
2. Quanto sopra esposto segnaliamo altresì ad integrazione della nostra
segnalazione del 18 settembre 2013 con cui vi informavamo di una precedente
grave vicenda sulla quale a seguito della nostra segnalazione la magistratura
ritenne di dover intervenire.
Lo scorso anno avevamo infatti segnalato a tutte le competenti autorità la
situazione di obiettivo rischio della violazione della dignità umana e di
effettivo pericolo per l’incolumità personale conseguente alla pratica delle
contenzioni degli assistiti presso il Servizio psichiatrico di diagnosi e cura
di Viterbo.
*
3. Nella segnalazione del 18 settembre 2013 richiamavamo peraltro l’attenzione
di tutti i destinatari su quanto disposto dalla Costituzione della Repubblica
Italiana all’art. 13, comma quarto: “E’ punita ogni violenza fisica e morale
sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà”, ed all’art. 32,
comma secondo: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento
sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso
violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Ed avevamo
aggiunto: “Sono parole inequivocabili, e come è noto tutte le ulteriori
disposizioni normative devono obbligatoriamente conformarsi ai criteri
costituzionalmente stabiliti”.
Pertanto nel settembre dello scorso anno avevamo chiesto a tutte le autorità
competenti “di svolgere le opportune verifiche e di assumere le conseguenti
iniziative per quanto di rispettiva competenza”, riservandoci ovviamente “ogni
ulteriore opportuna iniziativa che si rendesse necessaria a tutela dei diritti
umani degli assistiti, del corretto e adeguato funzionamento dei servizi
pubblici, della miglior collaborazione tra servizi, operatori, assistiti e loro
familiari, e – last, but not least – del pieno rispetto della legalità”,
ovviamente restando a disposizione “per ogni opportuno chiarimento,
approfondimento, collaborazione, nello spirito di comprensione e di
solidarietà” che ci caratterizza.
*
4. Peraltro quella segnalazione non fu l’unica nostra iniziativa.
Precedentemente avevamo già tempestivamente informato la Consulta
dipartimentale per la salute mentale della Asl di Viterbo e il direttore del
Dipartimento di salute mentale della documentazione ricevuta da cui scaturì la
nostra iniziativa; avevamo inoltre incontrato il Direttore generale della Asl
di Viterbo ed avevamo informato tutti i membri della Commissione Sanità della
Regione Lazio in occasione dell’audizione svoltasi a Roma il 16 luglio 2013.
Successivamente avevamo avuto un carteggio e un incontro con il Direttore del
Dipartimento di salute mentale della Asl di Viterbo, ed altri incontri ancora
con altri soggetti istituzionali.
Sull’argomento siamo ripetutamente intervenuti con documenti indirizzati alle
autorità istituzionali competenti ed in numerosi incontri sia informali che
ufficiali nelle opportune sedi istituzionali; da ultimo abbiamo segnalato la
questione (ed anche l’ultimo drammatico episodio) nel recente incontro
ufficiale che abbiamo avuto al Ministero della Salute con il sottosegretario De
Filippo in data 30 luglio 2014.
*
5. Il recente gravissimo episodio che poteva avere conseguenze fin letali (e
fortunatamente così non è stato) conferma la legittimità e la giustezza delle
nostre preoccupazioni, e la conseguente necessità che esse siano recepite da
tutte le istituzioni competenti al fine di garantire l’incolumità e i diritti
degli assistiti e promuovere le buone pratiche necessarie per garantire
assistenza adeguata, pieno rispetto della dignità umana, efficacia del servizio
pubblico, assoluta conformità alla legge.
*
6. A tutti i destinatari della presente segnalazione si chiede di assumere
urgentemente tutti gli eventuali provvedimenti di loro competenza; ovviamente
come Afesopsit restiamo a disposizione per ogni opportuno chiarimento,
approfondimento, collaborazione, nello spirito di comprensione e di solidarietà
che da sempre ci caratterizza.

Vogliate gradire distinti saluti,

per l’Associazione familiari e sostenitori sofferenti psichici della Tuscia
(Afesopsit)
il presidente, Vito Ferrante                                                      Viterbo, 17-08-2014

Associazione familiari e sostenitori sofferenti psichici della
Tuscia (Afesopsit),

Strada Tuscanese 20, Viterbo

01100

cell: 3332056497

e-mail: afesopsit@libero.it

 

Domani alle ore 20 su Blob un grave fatto accaduta nel SPDC di Viterbo di un ragazzo picchiato da un altro utente mentre era legato al letto subendo gravi lesioni: rottura del setto nasale e otto punti di sutura al cranio. Senza che il personale di turno intervenisse.

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