Emergenza arsenico, ma quanto dobbiamo aspettare ancora?

Lettere – Capranica – Scrive Nunzia Russo

Una casetta dell'acqua

Capranica

Capranica – Riceviamo e pubblichiamo – Il comune di Capranica è tra i “fortunati” comuni con un tasso di arsenico nell’acqua potabile pari a 44 microgrammi per litro, cioè quasi cinque volte superiore ai limiti stabiliti dalla UE (10 microgrammi per litro) recepiti dall’Italia come legge nel lontano 2001.

Per questo motivo Capranica è stata inserita nei provvedimenti di primo intervento concernente l’installazione di due dearsenificatori che sono entrati in funzione da circa un anno ma che non assolvono alla loro funzione poiché, se è vero che l’arsenico è diminuito, i valori permangono alti (28,35,26 microgrammi per litro) come da analisi della Asl dei mesi di luglio, agosto, settembre.

Nonostante richieste di chiarimenti non si è riusciti a capire se i dearsenificatori non funzionano a dovere per difetto di installazione, se la manutenzione è inesistente, se i filtri sono inadeguati e soprattutto chi ne è responsabile. Dalla risposta della Regione Lazio alle domande poste al presidente Nicola Zingaretti dai movimenti civici di Viterbo si deduce che per la Regione va tutto bene perché “si è attivata per risolvere l’emergenza arsenico con la consegna dei dearsenificatori nei territori interessati per garantire il pieno rispetto dei parametri delle acque destinate al consumo umano al fine di trattare le fonti idropotabili che presentano una concentrazione di arsenico superiore a 20 microgrammi per litro. Ad oggi gli impianti risultano tutti ultimati ad eccezione di quattro impianti…”.

Nella nota si dice ancora che il gestore Talete dovrebbe prendere in carico gli impianti funzionanti. Li ha presi in carico o ancora siamo in fase di pratiche da sbrigare? Chi è l’interlocutore per sapere come mai i due dearsenificatori di Capranica continuano ad erogare acqua con valori di arsenico fuori dai parametri di legge? La Regione Lazio è al corrente di tale situazione o è sufficiente dire che gli impianti sono ultimati?

Come in una tale situazione si sia ben pensato di aumentare le tariffe sull’acqua quando l’acqua che sgorga dai nostri rubinetti è pagata come potabile mentre tale non è? Siamo fuori della legalità da 13 anni, tanto è stato il tempo concesso erroneamente dalla Ue ai comuni con le deroghe per la soluzione del problema, ma i sindaci dal 2001 al 2012 hanno accantonato il problema e c’era chi diceva che all’arsenico “non ci credeva” come se si parlasse di un problema di fede e non di cosa concreta e dimostrabile con le relazioni dell’organizzazione mondiale della sanità.

L’arsenico è elemento cancerogeno e va eliminato dalle acque potabili; in altre regioni italiane ciò è già stato fatto da tempo. A quando la soluzione per tutto il viterbese?

Nunzia Russo
Cittadina di Capranica

11 settembre, 2014 – 1.32

2 commenti »

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  1. Bisognerebbe chiederlo al Ministero della Sanita’ e alla Commissione Europea …magari con risposte di facile comprensione e chiare .

  2. 11 settembre 2014 alle 20:20 | – >Angelo Bini commenta:

    A mio avviso si stanno spendendo denari inutilmente perché l’unica soluzione è quella di costruire un acquedotto che porti nella Tuscia acqua pura dai Monti Sabini o dagli Appennini. E’ vero che l’opera costa tanto ma se i soldi vengono inutilmente sprecati in rimedi che non risolvono allora alla fine, quando si capirà che l’unica soluzione è l’acquedotto, i soldi spesi sarnno molti di più del dovuto. Le scorciatoie sono sempre negative.

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