Alghe nel lago di Varese: “Sono potenzialmente tossiche”

lago alghe

Le ultime analisi dell’Asl di Varese riscontrano livelli di tossicità “non significativa”, anche se i batteri responsabili della fioritura possono diventare pericolosi per l’uomo se cambiano alcune condizioni
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Nelle alghe di cui il lago è pieno – filmate (VIDEO) e fotografate da decine di lettori – sono state riscontrate “presenze non significative di tossicità”: è il risultato delle analisi eseguite dall’Asl. Ma attenzione: questo non vuol dire che le sostanze presenti non possano diventare pericolose e causare problemi per le persone che si sottopongono a prolungato contatto con l’acqua: nuotatori (il lago, lo ricordiamo, non è balneabile), o sportivi. Il motivo sta nella continua variazione della tossicità di queste alghe, che può aumentare o diminuire a seconda di ciò che accade al lago e alle condizioni meteo.
«Il lago viene sottoposto periodicamente, da aprile a fine stagione, circa ogni due settimane all’analisi delle acque – spiega il dottor Paolo Bulgheroni, responsabile UOC Igiene pubblica della Asl di Varese – . Dagli ultimi campioni d’acqua analizzati sono emersi valori fecali (escherichiacoli o enterobatteri, nda) nella norma, e una tossicità non significativa nelle alghe potenzialmente tossiche presenti nel bacino. In particolare, i valori legati alla tossicità non superano alcun livello di rischio. Si tratta, è bene specificarlo, di valori legati alla balneabilità». Le alghe, secondo le analisi realizzate lo scorso 2 settembre, sono quindi solo “potenzialmente” tossiche.
«Tra le varie alghe al centro della fioritura di questo periodo vi sono le Microcystis Aeruginosa e leAphanizomenon Flos-Aquae – spiega la dottoressa Elena Tettamanzi, biologa dell’Asl – solitamente presenti nella stagione tardo primaverile. La particolarità di queste alghe sta nel fatto che il livello di tossicità può variare a seconda dell’ossigeno, del clima e di altri fattori. Quest’anno le particolari condizioni meteo costituite da vento e forti precipitazioni hanno portato a galla queste alghe e di fatto posticipato il periodo di fioritura».
A questo si sono aggiunti alti livelli di “nutrienti” che hanno scatenato il “bloom”, l’esplosione di chiazze e melma che ha ammorbato tutto il lago.
Ma quando spariranno queste alghe? Difficile dare una risposta: è probabile che siano gli stessi temporali – magari non così forti – responsabili dei sovraccarichi fognari primi indiziati della moltiplicazione delle alghe a ribaltare la situazione, e a ridare il lago la sua parvenza di normalità. Gli scienziati, infatti, sottolineano che questi cianobatteri oramai fanno parte dell’ecosistema lacustre (e non solo di quello di Varese ma anche del Maggiore, dove nella zona di Verbania in alcuni periodi dell’anno si notano alcune striature verde-azzurro).
L’Asl di Varese ha comunque eseguito ieri, 8 settembre, nuove analisi i cui risultati saranno disponibili nei prossimi giorni.

Altro discorso riguarda i pesci. C’è da specificare che attualmente non sono presenti ordinanze che vietano la pesca o il consumo di pescato, come avvenuto anni fa per il fenomeno dell’alga rossa, anch’essa provocata da cianobatteri sebbene diversi da quelli oggi riscontrati in maniera massiccia.
Non vi sono analisi sui pesci che indicano un pericolo, e tecnicamente non siamo in possesso di alcun dato relativo alla presenza di sostanze tossiche nel pescato.
Tuttavia una domanda è d’obbligo: cosa succede ai pesci esposti a tossine di questo genere? Se ne parla in un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità del 2010. Nelle conclusioni dello studio si legge che “La potenzialità della cilindrospermopsina di dare luogo a concentrazioni nella fauna acquatica è un serio problema, specie quando gli organismi sono utilizzati per il consumo umano; in questo quadro dovrà essere considerata la possibile esposizione al rischio delle popolazioni locali attraverso il consumo di pesce pregiato i cui muscoli abbiano accumulato la tossina”. La sostenza in questione, capace di depositarsi nei pesci, risulta essere termostaticanon scompare con la cottura. 
Sempre il medesimo documento cita che “la determinazione dei livelli di contaminazione rappresenta il presupposto fondamentale per adottare le misure di prevenzione necessarie a ridurre i rischi per la sicurezza alimentare del consumatore, in funzione della durata della fioritura cianobatterica e della scomparsa delle tossine dall’acqua e dai prodotti ittici presenti nel corpo idrico”.

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Lo studio sui persci dell’Istituto superiore di sanità – Rapporto Istisan10/23

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9/09/2014
Andrea Camurani – twitter @AndreaCamuraniandrea.camurani@varesenews.it
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