Costo della vita, studio Adoc: in Italia impatta il 69% del reddito

Ogni giorno il cittadino italiano spende poco più di 35 euro, ovvero il 69% del suo reddito quotidiano (al netto delle tasse). In Italia il costo della vita pesa sul reddito il 19% in più della media UE. Abbiamo costi in linea con gli altri Paesi europei, ma guadagnamo il 35% in meno. E’ quanto emerge da uno studio effettuato dall’Adoc sull’impatto del costo della vita sul reddito medio (di un lavoratore a tempo indeterminato).
da helpconsumatori.it

A pesare sono soprattutto le utenze domestiche (luce, acqua, gas e rifiuti), il trasporto privato e la spesa alimentare che, pur essendo settori relativi a beni primari e indispensabili, negli ultimi anni hanno registrato i maggiori rincari.

Il tema delle tariffe è particolarmente rilevante: in Italia si spendono mensilmente 160 euro di media per le utenze, contro i 146 euro della media europea. Una differenza del 9,5% che pesa sensibilmente sui portafogli delle famiglie.

“Come Adoc saremo in prima linea per combattere l’aumento delle tariffe e per garantire le fasce più deboli della popolazioni, puntando a un miglioramento necessario della trasparenza, della qualità e dell’informazione ai consumatori – dichiara Lamberto Santini, Presidente dell’Adoc – Ad ogni modo crediamo che non ci debba fasciare la testa prima di essersela rotta. Siamo contrari ad annunci shock su presunti rincari di migliaia di euro per le famiglie, annunciati in questi giorni, piuttosto va analizzato il rapporto tra quanto entra e quanto esce, quotidianamente, in una famiglia. Se infatti i costi sostenuti da una famiglia italiana sono in linea con quelli europei, a pesare enormemente è la ridotta capacità reddituale”.

Un italiano, lavoratore dipendente, guadagna al netto delle tasse 1560 euro al mese, mentre in Germania e in Inghilterra la stessa tipologia di lavoratore guadagna più di 2500 euro al mese, una differenza abissale del 65%. E’ evidente che c’è una difficoltà congenita nelle famiglie, ogni euro speso “pesa” molto di più rispetto al resto d’Europa. Crediamo quindi – conclude Santini – che serva non solo intervenire nei settori più esposti, come quello energetico e delle spese per casa, compreso affitto e mutuo. Ma occorre intervenire principalmente dal lato reddituale, incrementando le risorse a disposizione delle famiglie, prevedendo maggiori detassazioni e detrazioni.”

Analizzando lo studio, emerge che il costo dei carburanti “sottrae” l’11,3%% del reddito annuale di ogni cittadino italiano. Per un cittadino tedesco la spesa per i carburanti assorbe solo il 6,1% del reddito annuale, in Francia l’impatto è al 7,3%, in Spagna dell’8,7%. Il caro benzina è intollerabile e insopportabile, negli ultimi 5 anni il prezzo della verde è cresciuto mediamente del 10% l’anno, causando seri e irreparabili danni economici sia ai consumatori che alle imprese.

Anche il costo per le assicurazioni ha il loro peso: l’Rc auto in Italia costa molto di più che negli altri Paesi. L’importo medio annuo, per un contraente italiano, si attesta sui 600 euro per veicolo, il 27% in più della media europea, l’80% in più della Germania e della Spagna, molto più del doppio rispetto alla Francia.

Va poi analizzato l’impatto della spesa per l’affitto o mutuo: in media la spesa assorbe la metà di un singolo reddito, il 9% in più della media europea. Questo nonostante la spesa media sia inferiore del 9,4% in Italia rispetto alla media UE. Un paradosso che mette ancora più in luce la necessità di un intervento “a monte”. Sommando i rincari alla stagnazione e all’inadeguatezza dei redditi, la beffa è evidente e il quadro è completo. Per i cittadini italiani la crisi si sente molto di più che negli altri Paesi europei.

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