SIGNORI: CONFARTIGIANATO COME ATTIVATORE DEI FONDAMENTI CULTURALE ED OPERATIVI DEL SISTEMA LOCALE

(NewTuscia) – VITERBO – La produzione di modelli sociali implica in primo luogo una corretta definizione dei principi che sono alla base dell’articolarsi della vita associata e l’elaborazione di un adeguato paradigma dei rapporti che si instaurano. Il “Sistema Locale” ravvisa nei principi di sussidiarietà e di solidarietà i fondamenti della vita sociale, ribadisce la loro inscindibilità e sottolinea pertanto la necessità di combinare, in senso dinamico, la loro correlazione. Sussidiarietà e solidarietà non sono infatti in antitesi, ma sono piuttosto tra loro in un rapporto di stretta interdipendenza, nel senso che la prima costituisce la forma mediante la quale viene costruendosi la vita sociale e la seconda fornisce i contenuti perché tale costruzione avvenga nel segno di un’autentica reciprocità umana fondata sulla giustizia e sulla carità.

Il collasso socio-economico che vive il Paese a causa di una forsennata gestione del debito pubblico, oltre a far crollare il reddito delle famiglie, sta ingrossando le fila di coloro che vengono emarginati dalla società, di coloro che hanno perso la possibilità di essere considerati dei buoni consumatori. L’associazione Confartigianato monitora con attenzione e condivide la giustificata ripresa del principio di sussidiarietà come antidoto allo statalismo e alle forme accentrate di conduzione della vita pubblica non cedendo a tentazioni privatistiche, perdendo di vista la sua missione per il bene comune.

Il significato del principio di sussidiarietà è quello di sottolineare che ogni costruzione sociale si fa a partire dalla persona e per la persona, dando vita ad un tessuto di relazioni che consentano a ciascun individuo e a ciascun gruppo di esprimere la propria creatività. Ma non si può dimenticare che esso deve prendere positivamente forma nella ricerca di aggregazioni ispirate al principio di solidarietà: solo così può diventare elemento attivo di un processo destinato a creare le condizioni per l’articolarsi di una società civile, capace di far fronte alle esigenze generali della collettività.

Questo comporta una seria responsabilità dal basso e il riconoscimento della insostituibilità dello Stato e del suo intervento come dato equilibratore dei processi sociali, per evitare tanto lo statalismo che l’anarchia. La giusta applicazione del principio di sussidiarietà, sia nei rapporti tra società e Stato che all’interno delle istituzioni, implica il rispetto dell’autonomia delle comunità più piccole e la creazione delle condizioni per metterle in grado di gestirla adeguatamente; ma implica anche un forte senso dell’appartenenza collettiva, che può essere alimentato solo dall’aver fatto proprio un vero sentimento di solidarietà come istanza assolutamente ineludibile.

È come dire che devono coniugarsi strettamente tra loro la concessione della sussidiarietà, come promozione di una sempre più vasta responsabilità sociale, e la concezione, non sostitutiva, ma altrettanto responsabilizzante della solidarietà, come impegno di ciascuno verso tutti e come aiuto ad acquisire gli strumenti per il proprio riscatto a chi vive in condizione di marginalità.

Stefano Signori

* Presidente di Confartigianato imprese di Viterbo

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